Di elezioni meglio non parlare perché in questo momento spazzerebbero via i partiti che si tengono a stento in piedi. Per il resto la farsa continua, dalla scuola alla sanità. A colpi di chi la spara più grossa.
Roma – Ancora una volta la situazione è da allarme rosso: i contagi aumentano, il virus dilaga. L’Italia ancora zona arancione nel weekend del 9 e 10 gennaio. Sul tavolo del CdM anche la possibilità di una cosiddetta “Zona bianca“. Ormai è questa l’ipotesi più accreditata che si profila dal giorno successivo all’Epifania per contrastare la diffusione della pandemia e che verrà confermata nella mattinata di oggi.
Nonostante il momento assai delicato, con grande incoscienza per chi lo sostiene, si parla ancora di scuole aperte per meglio incentivare i contagi. Roba da matti. Non si vuole capire, Azzolina in testa, che fino a quando insegnanti e personale non docente non si saranno vaccinati e sino al giorno che gli studenti non verranno sottoposti a tampone, le porte della scuole dovranno rimanere sbarrate.
Insomma che significa l’affermazione: le scuole sono sicure? Il virus fra i banchi rimane inattivo? Il buon senso, appunto il buon senso, quello che manca, imporrebbe di comportarsi come è stato fatto per le università ovvero presenza e lezioni da remoto sino a quando la curva epidemiologica ci confermerà il verde o giù di lì.
Ma mentre medici, malati e sistema economico tribolano sempre di più, dentro i palazzi della politica continua la farsa della crisi di governo. Con gli attori protagonisti, per altro, che smentiscono. Fra questi si è fatta avanti, risvegliandosi dal torpore, Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera dei Deputati: “…Non siamo interessati ad aprire una crisi di governo come partito – dice Boschi – piuttosto preferiamo lavorare per il bene del Paese mettendo in primo piano l’interesse dei cittadini…”.
Parole che sembrano una burla ma che la Boschi evidenzia rincarando la dose: “…Questa è la preoccupazione principale di Italia Viva – aggiunge la fedelissima di Renzi – continueremo a lavorare su quella che è la sfida più importante, cioè come utilizzare bene i 200 miliardi di euro che arriveranno dall’Europa. In effetti è una grandissima responsabilità per tutto il Parlamento ed il Governo…Le poltrone sono importanti se servono a fare cose buone...”.
In ogni caso i tempi della legge di Bilancio non hanno consentito assunzioni a breve e l’esecutivo, inverosimilmente, ha posticipato l’invio del siero in alcune regioni come la Sardegna. Questo è solo uno degli elementi emersi nella videoconferenza tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e i presidenti di Regione in quota al partito e i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
In sostanza il leader della Lega ha sottolineato che l’attuale governo è una sciagura per il Paese. E non solo. Tra gli altri temi affrontati dal Carroccio ci sono stati la crisi economica, ormai fuori controllo, l’emergenza-lavoro, l’invio delle cartelle esattoriali a valanga e che si chiede a gran voce di bloccare e il Recovery Plan.
Tutti argomenti importanti su cui riflettere. Ma quello dei vaccini non è una questione che può essere affrontata alla carlona, tant’è che anche la Boschi, come altri, ha invitato il premier a pressare affinché si possa lavorare anche la notte pur di vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile.
Comunque stiano le cose il nodo politico, da destra e sinistra, rimane sempre lo stesso: come utilizzare i 200 miliardi di euro che arriveranno dall’Europa. Anche Teresa Bellanova ha sollecitato il governo in tal senso ma evidenziando ancora di più l’emergenza vaccinale come obbligo prioritario rispetto a quello dell’impiego dei soldi europei. Sempre che arriveranno e per tempo.
A Conte rimane il dovere di rispondere alla stampa ma, soprattutto, a tutti coloro che avanzano proposte e richieste di chiarimento dagli scranni del Parlamento. C’è bisogno comunque di maggiore autorevolezza e saper fare bene subito. Il buon senso, ancora una volta, impone serietà per ogni attore politico. Prima si smetterà di giocare a Risiko e meglio sarà per il Paese.
Tra minacce di elezioni, ricerca di eventuali avventurieri, ricatti e commedie, si sta perdendo tempo prezioso per la ripartenza che appare sempre più lontana. La politica è scesa di livello ai minimi storici che non hanno pari nel passato. Servono certezze immediate. Sennò il passo successivo è identico a quello che il flipper, per chi se lo ricorda, annunciava subito dopo aver ingoiato l’ultima pallina: game over.
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