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ROMA – LE ORE DELLA VERITA’: RECOVERY FUND E MES, CRISI DI GOVERNO IN VISTA?

In mattinata i provvedimenti finanziari verranno votati in Parlamento. Un accordo allargato consentirà al governo di continuare, al contrario più di qualcuno dovrà fare le valigie.

Roma – Gli interessi della politica ruotano intorno a Recovery Fund e Mes, ma è solo apparenza. La verità è che ci sono tanti “malpancisti” in cerca di un nuovo governo e, in questo caso, tutte le strade sembrano convergere. I partiti invocano chiarezza ma nessuno sembra avere le idee veramente chiare (poche e confuse per meglio dire) su alcuni strumenti economici che potrebbero migliorare e modernizzare il Paese.

Ecco ciò che manca alla classe politica italiana: competenza, professionalità e, soprattutto, umiltà. Ultimamente a Montecitorio non si trovano più file e dossier. Il fascicolo del Recovery Fund, per esempio, ne è una prova. Anche Davide Faraone di Italia Viva si lamenta e grida alla scortesia istituzionale:

Davide Faraone

“…Le ministre di Italia Viva hanno ricevuto la bozza poco prima del Cdm – dice a gran voce Faraonema vi pare possibile che la struttura della task force che dovrebbe gestire il più imponente capitolo di investimenti dal dopoguerra sia tenuta all’oscuro a noi che siamo forza di maggioranza?..”.

Comunque la tenaglia si sta stringendo e Giuseppe Conte lo sa. Da un lato c’è il partito che lo ha indicato, il Movimento Cinque Stelle, che appare ormai ingovernabile, inaffidabile, appiccicato con l’Attak alle poltrone e su posizioni contrastanti al proprio interno.

Dall’altro c’è Matteo Renzi (armato del novello Nazareno?) che lancia messaggi tutt’altro che rassicuranti, disegnando, per il premier e per la maggioranza, un orizzonte angusto e limitato nel tempo, almeno fino a Capodanno, periodo entro il quale sarà varata la legge di Bilancio.

In via del Nazareno qualcuno ha incollato al muro le foto di Renzi e Berlusconi

Poi chissà ma il rimpasto sembra giunto ad una svolta importante. In effetti, proprio oggi 9 dicembre, quando il Senato esaminerà la riforma del Mes, sarà una giornata decisiva per le sorti dell’esecutivo, almeno per evitare o legittimare una crisi di governo.

In vista delle comunicazioni del premier Conte alla vigilia del Consiglio europeo è già partita la conta dei voti. A Palazzo Madama la maggioranza giallorossa ha sempre avuto numeri risicati ma ora, dopo la comunicazione di alcuni esponenti del M5S della settimana scorsa contrari alla riforma, l’esito non appare più scontato.

Infuocano le polemiche, minacce di espulsione e le defezioni dell’ultima ora. In ogni caso la vera “caccia al tesoro” è partita alla ricerca del dossier fantasma denominato “Recovery Fund” su cui sembra giri il mondo intero. L’ipotesi è quella di inserire tutto in legge di Bilancio tra Natale e Capodanno. Un’ipotesi folle che in ogni caso ha bisogno di convergenze che pare non ci siano affatto.

Comunque il senatore Faraone dice basta a certi metodi “fascisti”. In effetti ci vuole responsabilità e serietà e per questi motivi non si schiereranno contro la maggioranza. I voti, quelli di Italia Viva, non mancheranno, secondo le ultime dichiarazioni dei ministri che fanno riferimento a Renzi. Certo che un potere di manovra così largo, almeno politicamente, non è stato concesso a molti.

A Conte è stata data la più grande libertà di azione mai vista in democrazia e dal varo della Costituzione repubblicana. Una libertà quasi obbligatoria in un periodo di tragedie come quelle che stiamo vivendo come il resto del pianeta. Una concessione che non può durare ancora a lungo, ovviamente.

Sino ad ora si è decisa la vita della nazione a colpi di Dpcm ma forse è arrivata l’ora di rientrare i cavalli in scuderia. Il governo certamente non cadrà per la riforma del Mes ma è probabile che il M5S si disperderà in mille rigagnoli ormai sempre più sprezzante nei riguardi delle necessità dei cittadini e sempre più attaccato alla casta.

Giuseppe Conte e Ursula Von der Leyen

Le polemiche non si sopiscono e scoprono falle istituzionali incredibili. La coerenza imporrebbe un voto plebiscitario ma sappiamo che non sempre l’interesse nazionale ha il sopravvento su quello di “bottega”. Comunque dovrebbero votare per coerenza tutti coloro che si dichiarano europeisti, almeno gli attuali membri del Ppe europeo, compresa Forza Italia. Chissà se in Parlamento si formerà la stessa maggioranza che ha eletto a Bruxelles Ursula Von der Leyen… Questione di ore. 

 

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