Se gli italiani non ci comporteranno con senso di responsabilità a Gennaio e Febbraio torneremo in pieno lockdown perché pare scontata la terza ondata virale. Che senso ha tutto questo?
Roma – L’ultimo atto qualitativamente più importante approvato dal Governo per fronteggiare il coronavirus è il D.L. del 2 dicembre 2020, n° 158. Il provvedimento già efficace che introduce limitazioni alla nostra libertà di circolazione durante le prossime festività.
Questo testo è particolarmente interessante non soltanto per quello che contiene quanto per ciò che non è stato regolamentato. Salvo chiarire ciò che non è stato previsto, ovviamente. Il paradosso, come vedremo, è dietro l’angolo ma andiamo per gradi.
In effetti il ruolo del Dpcm si sta sempre più modificando nella propria configurazione iniziale. Innanzitutto contiene un’importante innovazione: rafforza ulteriormente il peso e il ruolo nel sistema delle fonti del Dpcm, ovvero del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, estendendone l’efficacia fino a cinquanta giorni, rispetto ai precedenti trenta.
Una questione seria perché, invece di ridurre il tempo, come sta avvenendo all’estero, in proporzione al rischio, l’efficacia temporale di questa fonte secondaria è stata maggiormente estesa, facendola somigliare sempre di più a quella primaria da cui dipende, appunto il decreto legge.
Insomma l’impressione è quella che qualcuno voglia prendere tempo, nonostante i rilievi sull’andamento dell’infezione siano quindicinali. In secondo luogo vengono introdotte ulteriori limitazioni temporali e spaziali alla nostra libertà di circolazione durante le prossime festività.
Certamente per salvaguardare la salute dei cittadini e per evitare un’ulteriore impennata dei contagi ma servirà a ben poco se non vi sarà consapevolezza del rischio e senso di responsabilità. In ogni caso il provvedimento emanato è privo di effetti punitivi per la violazione dei divieti di circolazione.
In sostanza ai divieti imposti non corrispondono le relative sanzioni che, normalmente, devono essere previste in caso di inosservanza di una norma. Si comprende facilmente il desiderio del governo di non volere calcare la mano, in una situazione così complessa come quella che si stiamo vivendo, però la presunzione di “disciplinare il buon senso” ci sembra davvero azzardata.
Così niente multe per tutti i trasgressori dei divieti di circolazione che saranno numerosi e “fortunati“. Infatti al solto stuolo di irresponsabili non sarà possibile comminare nemmeno le sanzioni previste in altri decreti perché non congruenti.
Il decreto legge 158, infatti, è stato emanato per derogare al precedente “gemello” numero 33 le sanzioni dettate da quel decreto che, a loro volta, richiamano quelle previste da un provvedimento ancora precedente (il Dl n. 19 del 2020), non sembrano applicabili anche a questi divieti.
Ancora più stupefacente, dopo la dimenticanza diciamo per sbadataggine, la circolare emanata dal Viminale ed inviata ai Prefetti, con la quale si afferma che alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, previste dall’ultimo Dpcm si applicano le sanzioni già previste dall’art. 4 del D.L. n° 19/2020.
Così secondo le nuove direttive, che potrebbero essere comunque oggetto di contestazione, la sanzione amministrativa edittale di 400 euro può arrivare sino ad un massimo di 1000 euro. Il ministero dell’Interno precisa che l’intero quadro sanzionatorio previsto dall’art. 4 interessa tutte le norme di contenimento del contagio e tra queste anche quelle relative al periodo natalizio.
Peraltro il blocco della circolazione durante le feste è uniforme su tutto il territorio nazionale e prescinde anche da ogni riferimento all’adeguatezza e alla proporzionalità del rischio epidemiologico, posto che tutte le regioni, come dichiarato dal Governo, stanno assumendo progressivamente lo stesso colore giallo.
Che sia stata una svista tecnica o un tentativo di regalo natalizio poco importa, il fatto è che il blocco della circolazione durante le feste non ha sanzioni previste dal Dpcm ma esclusivamente da una circolare. Con i limiti che questa impone. Senza volere fare polemica ed incitare cosi alla violazione di norme comportamentali, è opportuno chiarire che le circolari possono servire esclusivamente per interpretare una normativa ma non possono sostituirsi a quest’ultima.
Rimane sempre vigente la norma prevista dall’articolo 650 del Codice Penale, ovvero l’inosservanza dei provvedimenti della pubblica autorità, la cui violazione contempla l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro.
Una misura francamente sproporzionata, a maggior ragione sotto Natale. Certamente nobile la “filosofia” del governo che invece di prevedere sanzioni si è limitato a raccomandare agli italiani di utilizzare quanto più buon senso possibile ma le conseguenze potrebbero portarci dritti dritti verso la cosiddetta terza ondata. Conseguenziale o già stabilita?
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