Il Governo centrale è distante dalla realtà siciliana. O finge di esserlo. Il ministro Lamorgese dovrebbe far seguire alle parole i fatti. Forze dell'ordine stremate chiedono rinforzi da mesi.
Ragusa – Noi sul campo ad affrontare una situazione ormai fuori controllo e il ministro invece dov’è? I sindaci ragusani, ma più in generale quelli dei comuni che si trovano a dover fare i conti con l’emergenza sbarchi, sono sul piede di guerra e chiedono un intervento immediato del Governo. L’hotspost di Pozzallo può contenere 220 migranti, al momento ne ospita 239 di cui 16 positivi al Covid 19. È per questo motivo che anche il sindaco della città marinara, Roberto Ammatuna, famoso per la sua linea pro-accoglienza, ha chiuso le porte dell’hotspot. “…Pozzallo – ha commentato Ammatuna – può rappresentare solo un luogo di transito. Qui non possiamo ospitare più nessuno…”. Il primo cittadino ha messo le mani avanti perché, nel tentativo di alleggerire Lampedusa, in due giorni, a bordo di un Pattugliatore della Guardia di Finanza, sono stati trasferiti a Pozzallo 236 migranti.
I primi 120 sono stati portati nel Centro d’accoglienza di contrada Cifali, a Ragusa, un’ex masseria oggetto di grandi critiche perché non idonea a contenere un numero alto di migranti: le fughe sono all’ordine del giorno e le forze dell’ordine denunciano di essere ormai allo stremo. I 116 extracomunitari portati giovedì pomeriggio a Pozzallo, invece, sono stati trasferiti nei centri di Messina ed Enna, ma per lungo tempo i pullman sono stati fermi al porto, pare per via delle resistenze delle prefetture delle due province che avrebbero manifestato criticità al Governo sulla possibilità di collocazione dei migranti.
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“…C’è preoccupazione sia per una questione sanitaria sia per la questione legata alla sicurezza – afferma il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, che deve fare i conti con la vicinanza territoriale del Centro di contrada Cifali – in questo ultimo caso mi riferisco al fatto che tutte le forze dell’ordine chiamate a vigilare sul centro d’accoglienza, sono unità in meno che vengono utilizzate per il controllo del nostro territorio. Qualche giorno fa hanno lanciato l’allarme i sindacati delle forze dell’ordine, adesso lo fanno i sindaci, e ritengo di poter parlare a nome degli amministratori della provincia, siamo fortemente preoccupati e chiediamo al Governo centrale di inviare l’esercito per vigilare nei centri d’accoglienza. Noi abbiamo bisogno delle forze dell’ordine a presidio delle città…”.
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Ad alimentare l’allarme è l’emergenza sanitaria con la curva dei contagiati che torna a salire e che, per la prima volta da quando è iniziata la pandemia, fa balzare la Sicilia al terzo posto nella classifica delle regioni per numero di contagi. Sono 39 i casi di Coranavirus in Sicilia, 28 riguardano migranti. È anche per questo che i sindaci decidono di dare battaglia. Giustamente.
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