I referendum interessano a pochi, spesso soltanto ai promotori. Quest’anno il consenso popolare, nonostante gli ostacoli colposi o “dolosi”, è cresciuto in maniera esponenziale e con la proroga di un mese per la raccolta delle firme il totale dei numeri potrebbe risultare assai interessante. Anche Matteo Renzi ha promesso con i suoi di firmare il referendum promosso dai radicali, per non dire anche dalla Lega.
Roma – Nel silenzio di questo caldo scorcio d’estate una novità ci risveglia dal torpore agostano: la Camera ha deciso di prorogare il termine ultimo per depositare le firme di entrambi i referendum. Approvato dunque l’emendamento della Lega al Dl Semplificazioni-governance che prevede la chiusura della raccolta firme non più al 30 settembre ma al 30 ottobre 2021.
Utile dunque la proroga per gli italiani che si sono riscoperti appassionatamente “referendari” e difensori dei diritti dell’uomo considerando che sarebbero già 900 mila e più le firme raccolte sia per il referendum giustizia promosso dal Partito Radicale e dalla Lega, sia per quello sull’Eutanasia Legale, proposto dall’associazione Luca Coscioni.
Il sodalizio intitolato a Luca Coscioni, il politico italiano affetto da sclerosi laterale amiotrofica morto a soli 38 anni, ha diramato un comunicato stampa nel quale si afferma che oltre 500 mila persone hanno apposto le proprie firme affinché in Italia l’eutanasia attiva venga consentita nella maniera prevista dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti contenuti nella Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”.
“...Una straordinaria mobilitazione nazionale – scrive l’associazione – che in particolare tra il 9 e il 12 luglio scorso ha visto code per firmare negli oltre 1000 tavoli allestiti in più di 250 Comuni». Le prime 5 regioni per firme raccolte ogni 10.000 abitanti sono Valle d’Aosta (con 41,5 ogni 10.000 abitanti), Piemonte (26,0), Umbria (24,8), Emilia-Romagna (20,3), Trentino-Alto Adige (19,1)… Abbiamo creato le condizioni per raggiungere l’obiettivo delle 500.000 firme entro il 30 settembre, nonostante ostruzionismi e ostacoli di ogni tipo… E’ impressionante vedere come il dibattito politico ufficiale si sia totalmente disinteressato della questione eutanasia e della raccolta firme in corso...”.
E’ proprio cosi. I partiti più rappresentativi sono rimasti palesemente distaccati dai referendum e anche a livello locale, come è accaduto già altre volte, gli ostacoli posti da molti Comuni hanno finito con il disincentivare l’importante occasione di partecipazione popolare alla stesura di indifferibili provvedimenti legislativi.
Anche il Governo ha fatto la sua rinviando l’argomento della sottoscrizione telematica via Spid e firma digitale in uno con l’assenza di informazione agli avvocati, consiglieri e dipendenti comunali sulla loro possibilità di autenticare le firme. Se tutto questo marasma non ci fosse stato i numeri dei referendum sarebbero di gran lunga maggiori,
Circa 450mila sottoscrizioni sono il risultato per il referendum giustizia. Anche Matteo Renzi sembra interessato all’argomento ma prende tempo: “…Decideremo nei prossimi giorni se firmare o meno i referendum dei radicali – ha detto il leader di Italia Viva durante la presentazione del suo libro Controcorrente svoltasi nella sua Firenze – perché quando si dice radicali e giustizia viene subito alla mente un nome, che è quello di Enzo Tortora, vittima della malagiustizia e nel suo nome l’impegno radicale sulla giustizia è un impegno molto serio...”.
Per il resto silenzio e non certo perché l’affare Afghanistan tiene banco in questi giorni. I referendum non portano consensi diretti dunque la politica ne rimane distante. Un contentino per il popolo che in molte occasioni non è servito a nulla. Stavolta speriamo di no.