Che di pulito non ci fosse più nulla l’avevamo capito da tempo ma ormai la situazione è davvero fuori controllo. E’ la volta delle microplastiche che minano la nostra salute infiltrandosi in diversi organi, anche vitali, provocando gravi patologie. Il mare ne sarebbe pieno zeppo dunque occhio ai tutti e alle ingestioni accidentali di acqua salmastra.
Roma – Negli anni ’50 l’avvento delle materie plastiche creò un effetto dirompente sul mercato, poiché le resine sintetiche potevano essere utilizzate per ogni cosa e, infatti, il mondo ne fu invaso. Nessuno aveva immaginato gli effetti collaterali che stiamo subendo oggi. Negli ultimi anni sono cresciuti gli studi sugli effetti della plastica sulla salute umana e sull’ambiente in generale. Tant’è che secondo studi recenti sono state rintracciate microplastiche nel sangue di esseri umani, nelle feci, nei polmoni e nei tessuti di animali.
L’Università di Medicina di Vienna ha catalogato i risultati dei vari studi effettuati sulla presenza e gli effetti delle microplastiche sul corpo umano. Soprattutto, sono stati analizzati gli effetti dell’accumulo di quantità notevoli di plastica in diversi ambienti ed habitat marini del Pianeta. Tecnicamente si parla di microplastiche, intendendo particelle di grandezza tra 0,001 e 5 millimetri e di nanoplastiche. In quest’ultimo caso, si tratta dei particolati di misura inferiore a 0,001 millimetri.
Entrambe rappresentano tutto l’insieme delle micro e nanoplastiche, conosciute con l’acronimo MNP. Gli studi effettuati relativi alle conseguenze sull’ambiente in generale che può provocare l’inquinamento da microplastiche, ormai hanno delineato situazioni drammatiche. Ma quando si è iniziato a verificarne gli effetti sulla salute umana, dal dramma si è passati alla tragedia. Perché il nostro corpo ne contiene più di quanto si potesse immaginare.
La rivista scientifica multidisciplinare “Exposure and Health” (Esposizione e Salute), con sede in Svizzera, ha pubblicato uno studio sulle conseguenze che la salute umana subisce in seguito all’esposizione o contatti con microplastiche.
Ebbene è emerso che l’origine deriva dal mare. Nel senso che in mare vengono riversati milioni di microparticelle di plastiche, derivanti dalle fibre dei tessuti lavati in lavatrice, dal poliestere (fibra sintetica utilizzata soprattutto nel tessile) all’acrilico (fibra sintetica utilizzata come alternativa alla lana).
Tonnellate di plastica che giungono fino alla catena alimentare, passando dalle specie marine che se ne nutrono e dai sali marini. Ed è facile trovare tracce dei nostri indumenti sulla tavola a pranzo od a cena, così come tracce di microplastiche in alcune pietanze, come riso, verdura e frutta.
Nel 2021 ha fatto scalpore la pubblicazione di uno studio scientifico a cura dei ricercatori Kala Senathirajah e Thava Palanisami dell’Università di Newcastle, Inghilterra. Ebbene, è risultato che, si ingerisce in media 5 grammi di microplastica alla settimana, che equivale, più o meno, al peso di una carta di credito.
Inoltre se resta sullo stomaco vuol dire che la carta è “pesante”, se invece viene facilmente digerita, viene “espulsa” con facilità. Quest’ultima è la condizione in cui si trova la gran parte di poveri cristi sulla faccia della Terra. Quindi, da questo punto di vista, dovrebbero restarne immuni, chissà.
A parte la boutade l’ingestione di microplastiche è condizionata dalla zona in cui si risiede, dalla dieta alimentare e dallo stile di vita. Alcuni comportamenti quotidiani hanno degli effetti decisivi sul consumo di microplastiche. Ad esempio pare che chi beve il classico litro e mezzo d’acqua al giorno da bottiglie di plastica, in pratica ingerisce 90mila microparticelle di plastica annue.
Anche se il corpo umano tiene botta ad attacchi del genere, in quanto solo una piccola quantità di plastica viene assorbita dall’organismo, alla lunga il rischio è correlato a malattie quali il diabete, obesità e disfunzioni del fegato.
Adesso che abbiamo conosciuto gli effetti collaterali dell’ingestione di microplastiche, possiamo andare a letto più contenti… Come si faceva da piccoli negli anni ’60-’70 del secolo scorso, dopo aver visto Carosello, il famoso programma televisivo di prodotti pubblicitari andato in onda dal 1957 al 1977.
Purtroppo non si tratta di spot ma di situazioni in cui qualunque cosa si faccia, si subiscono attacchi da tutte le parti. Una sorta di sindrome da accerchiamento. Poveri noi!