Indennizzo per la sindrome da Talidomide, vittoria legale dopo otto anni di battaglia

Ministero della Salute condannato a risarcire un 58enne con una malformazione al braccio dalla nascita. La madre aveva assunto il farmaco in gravidanza.

Torino – Un 58enne piemontese affetto dalla sindrome da Talidomide, con una malformazione al braccio sinistro dalla nascita, ha ottenuto il riconoscimento del diritto a un indennizzo dal Ministero della Salute dopo una battaglia legale durata otto anni.

Sia il Tribunale del Lavoro di Alessandria (2023) sia la Corte d’Appello di Torino, con sentenza depositata nell’aprile 2025, hanno accolto il ricorso, nonostante l’opposizione del Ministero. L’uomo, assistito dagli avvocati Erika Finale e Renato Ambrosio e dal medico Raffaele Barisani, riceverà circa un milione di euro di arretrati dal 2008 e un indennizzo bimestrale futuro. La madre aveva assunto il farmaco Contergan (Talidomide) in gravidanza, ma il Ministero ha contestato il nesso causale e la data di nascita (1967), fuori dalla finestra temporale 1958-1966. La sentenza, che critica i toni aspri della controparte, rappresenta una vittoria significativa per le vittime della Talidomide in Italia.

La Talidomide, commercializzata in Italia dalla fine degli anni ’50 come sedativo e antinausea per donne in gravidanza, è stata ritirata nel 1961 dopo aver causato migliaia di malformazioni congenite in tutto il mondo, incluse focomelie (arti accorciati) e altre anomalie. In Italia, il farmaco Contergan, prodotto dalla tedesca Grünenthal, è stato prescritto fino al 1962, ma è rimasto disponibile come prodotto da banco o galenico anche successivamente. L’uomo, nato nel 1967, presenta una malformazione al braccio sinistro, compatibile con gli effetti della Talidomide. La madre ha confermato, di aver assunto Contergan su prescrizione medica nelle prime fasi della gravidanza.

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