Lo Stato avrebbe tutte le potenzialità per farlo con i propri mezzi, invece affida il patrimonio immobiliare ai privati che dovrebbero ristrutturare per poi aprire alla fruizione delle utenze. Ma siccome nessuna di queste aziende si chiama Croce Rossa, siamo certi che davanti alla cultura porranno i propri interessi, ovvero i soldi, senza i quali non si canta messa. Anche la Costituzione recita che deve essere lo Stato ad occuparsi di immobili storici e artistici, invece saranno i soliti furbi a fregarsi le mani per l’ennesimo affare milionario.
Roma _ Finora non sembra che abbiamo avuto una florida tradizione di concessioni demaniali ai privati. Almeno per quanto riguarda le casse dello Stato e le tasche dei contribuenti. E chi ha avuto in concessione strutture pubbliche ha senz’altro pensato in primis ai propri interessi. Il caso più eclatante è stato quello di Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton, con concessione pluridecennale e ricavi esorbitanti, mentre le perdite sono state tutte a carico dello Stato. Questo è il modello di concessione che va per la maggiore in Italia.
Il Codice Civile ci informa che il Demanio è l’insieme di tutti i beni inalienabili e imprescrittibili che appartengono ad uno Stato. Beni, quindi, che non possono essere ceduti, trasferiti o venduti e che non si estinguono nel tempo.
Con il conflitto bellico tra Ucraina e Russia che ha sovrastato tutto ciò che succede, è passata in second’ordine una notizia relativa all’Agenzia del Demanio. Si tratta di un ente pubblico economico della Repubblica Italiana, responsabile della gestione, razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato e amministra un portafoglio di circa 42 mila beni per un valore di 61 miliardi di euro. Ora che cosa ha combinato l’Agenzia di tanto eclatante?
L’ente è pronto ad affidare in concessione/locazione di valorizzazione 22 immobili del patrimonio non strumentale in possesso dello Stato italiano. La legge definisce la concessione come un contratto stipulato per iscritto tra la Pubblica Amministrazione e un’impresa che abbia i seguenti requisiti: può avere come oggetto la progettazione o l’esecuzione di lavori pubblici o entrambe; oppure l’erogazione di un servizio pubblico.
Gli immobili sono stati scelti con lo scopo di riavviarli a una valorizzazione economica, sociale, culturale e turistica, sottraendoli al degrado per poi aprirli al pubblico. Non si comprende perché questi compiti non possano essere espletati da competenze interne alle varie amministrazioni pubbliche. In secondo luogo l’impresa privata senza dubbio si adopererà di certo per la valorizzazione, ma soprattutto per quella economica a proprio vantaggio. Per quella sociale, culturale e turistica staremo a vedere. La storia e la recente cronaca ci lasciano sperare poco, se capiterà sarà un caso e non una scelta!
Per questa lungimirante idea saranno indetti bandi pubblici di gara, attraverso cui l’Agenzia del Demanio affiderà i beni, per un massimo di 50 anni, ai privati che presenteranno la loro richiesta. Inoltre si dovrà dimostrare di essere in grado di farsi carico del loro recupero, riutilizzo e buona gestione.
I 22 immobili sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e strettamente legati ai contesti paesaggistici e urbani, al tessuto socioculturale e alle loro comunità locali di riferimento. Inoltre rappresentano una variegata tipologia del patrimonio immobiliare pubblico italiano.
L’offerta sarà valida fino alle ore 12 del 19 maggio 2022. Ecco l’elenco completo del patrimonio dato in offerta.
- Friuli Venezia Giulia: ex Deposito Munizioni Monte di Mezzo a Sagrado (GO), ex Casermetta difensiva di Monte Croce Carnico a Paluzza (UD);
- Veneto: ex Casello Ronchi a Pieve di Cadore (BL), Stazione Sotto Castello a Pieve di Cadore (BL), Casello Bacucco sul Po ad Ariano nel Polesine (RO);
- Lombardia: ex Chiesa di San Cristoforo, alloggio indipendente e giardino a Mantova, Unità immobiliare di via Stenico a Cremona;
- Liguria: Villa Lieta già Boyd con parco e pertinenze a Sanremo (IM);
- Toscana: Teatro Rossi a Pisa, Villa Carducci Pandolfini a Firenze;
- Marche: Faro del Cardeto ad Ancona, Casa con Giardino adibita a Dogana a Grottammare (AP);
- Lazio: ex Dogana Torre di Badino a Terracina (LT);
- Campania: Bastione Sperone a Capua (CE), Gran Maestrato di San Lazzaro a Capua (CE);
- Basilicata: Casa Cantoniera della ferrovia Appulo-Lucana;
- Calabria: Palazzo dei Principi Lanza di Trabia a San Nicola Arcella (CS);
- Sicilia: ex Caserma Caldieri di Ortigia a Siracusa (SR), Real Casa dei Matti a Palermo; Carcere di San Vito ad Agrigento, Casello Ferroviario di Villa Margi a Reitano (ME).
Ma l’articolo 9 della nostra Carta Costituzionale non recita che “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“? Ed è questo il modo di tutelarlo, dandolo in pasto ai privati? La speranza è che tra coloro che parteciperanno al bando ci sia qualche mecenate che abbia a cuore il paesaggio artistico, le belle arti e il patrimonio culturale.
La realtà ci suggerisce che persone di questo tipo ce ne sono sempre di meno. Abbondano purtroppo laidi personaggi truffaldini, che se non riscontreranno un ritorno economico, abbandoneranno baracca e burattini. E buonanotte al secchio!