La mancanza di una posizione unitaria in Italia riguardo il conflitto russo-ucraino viene spiegata, in maniera semplicistica, con una tendenza filorussa. Ma non è proprio cosi e comunque che male ci sarebbe?
Roma – Ultimamente in Italia ci sono stati numerosi accesi dibattiti sul conflitto russo-ucraino. Alcune personalità della politica e della cultura hanno rivolto accuse più o meno esplicite all’Occidente in generale e agli USA in particolare. Ciò ha stimolato l’idea che in Italia ci siano tendenze filorusse e si è lungamente discusso sulle ragioni del fenomeno.
In primo luogo è stato detto che in Italia molti cittadini provano un’infatuazione per la Russia in quanto Putin verrebbe visto come uomo forte. Ciò può essere vero, ma non è sufficiente per bollarli come filorussi. Basti pensare che spesso gli ammiratori di Putin, pensiamo a Salvini per esempio, sono stati affascinati anche da Donald Trump quando è stato presidente degli USA. Forse che Trump era filorusso e antistatunitense? Al massimo si può dire che una fetta di italiani ama i leader forti e carismatici, vedendoli come una garanzia, al limite come una rassicurazione.
In secondo luogo c’è chi ha detto che ci sono molti filorussi per un qualche legame, personale o culturale, con il vecchio PCI e con l’ideologia comunista. Anche questo argomento è decisamente fallace. Basti pensare che per anni il più grande ammiratore di Putin in Italia è stato Silvio Berlusconi, ovvero un politico filostatunitense e atlantista come ben pochi.
Senza dimenticare che lo stesso Putin non è affatto un politico di sinistra. Si può al massimo dire che intellettuali o cittadini italiani tradizionalmente critici verso la NATO sostengono che l’attuale conflitto sia da attribuire alle responsabilità occidentali. Ma anche essere contrari alle politiche NATO o USA non significa essere ipso facto filorussi.
In terzo luogo, si sottolinea che l’Italia, pur facendo parte del blocco occidentale, non disdegna di fare affari con la Russia, vedendo questa particolarità un atteggiamento ipocrita poiché è per merito degli USA che siamo in democrazia. Qui ci limitiamo a ricordare che, a suo tempo, Giulio Andreotti (che non era propriamente anti statunitense) ebbe a dichiarare:“…Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due...”.
Il che sottolinea un aspetto fondamentale del nostro Paese, ovvero che la sua importanza internazionale è data dalla sua capacità di fare da interlocutore con schieramenti differenti di un mondo multipolare. Sarebbe diverso se ci fosse un’Europa unita e forte (di cui la nostra è una delle nazioni fondanti), poiché in quel caso sarebbe essa stessa a dover mediare in una situazione che sfiora i propri confini. Inutile ricordare che questa entità europea unitaria attualmente non esiste. Ed anche questo non può essere imputato a qualche tradizionale alleanza con la Russia, quanto alla funzione mediatrice che ha caratterizzato l’Italia da decenni.
Infine si potrebbe notare come gli interventi USA e NATO, negli ultimi tempi, abbiano destabilizzato l’area mediterranea creando problemi economici non indifferenti. Considerando che attualmente gli scontri in atto provocano grossi problemi con gli accordi energetici che avevamo pattuito, minacciando i nostri interessi economici. Tale situazione, ovviamente, non implica una simpatia nei confronti di una delle parti dello schieramento.
La riflessione giusta da fare non è quindi perché in Italia ci siano o meno filo russi, semmai perché si fatichi tanto ad essere filo USA e filo NATO, nonostante l’appartenenza ufficiale allo stesso blocco.
Quando una situazione sembra paradossale occorre chiedersi se non sono i presupposti ad essere errati.