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ROMA – TRUMP NEL CASSETTO DEI BRUTTI RICORDI: NELLE MANI DI BIDEN IL FUTURO DELL’AMERICA

Un compito arduo quello del neo-presidente che ha davanti a se un Paese martoriato dalla pandemia e solo per un soffio sfuggito alla guerra civile.

Roma – Peggio di così il mandato presidenziale di Trump non poteva concludersi. Prima la telefonata al Segretario di Stato della Georgia con la quale chiedeva che fossero trovati i dodicimila voti necessari per ribaltare il voto del 3 Novembre e poi l’attacco al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori, invitati dallo stesso presidente a protestare contro elezioni truccate che avrebbero regalato a Biden una vittoria illegittima.

Il giorno dell’Epifania riservato per tradizione alla festa della Befana, ha consegnato al mondo, invece, l’immagine dello sciamano Jake Angeli che invadeva l’aula del Senato USA dopo avere vinto la blanda resistenza all’ingresso delle forze dell’ordine.

Jack Angeli lo sciamano assale il Congresso

Abbiamo assistito a qualcosa di incredibile, con i senatori e i deputati del Congresso evacuati in tutta fretta con indosso le maschere antigas per il timore di un attentato. La mattanza trumpiana è costata la vita a quattro persone e con il senno di oggi il bilancio delle vittime poteva anche essere peggiore.

Le polemiche dopo sei giorni non si sono ancora placate e il presidente in carica viene accusato di essere il vero responsabile dei fatti, al punto che il Partito democratico si accinge a presentare la richiesta di un secondo impeachment mentre altri invocano l’applicazione del venticinquesimo emendamento della Costituzione, che consentirebbe al vice-presidente di subentrare al presidente nell’ipotesi in cui quest’ultimo sia divenuto incapace.

Il prof. Andrea Molle

Per saperne di più abbiamo intervistato il professor Andrea Molle, politologo italiano e docente di Relazioni Internazionali presso la Chapman University di Orange in California che ci ha esposto la sua opinione:

“…I fatti dello scorso 6 Gennaio sono senza dubbio gravissimi e rappresentano la fine ideale della presidenza Trump che ha precise responsabilità nell’ avere evocato e incoraggiato la protesta. La galassia dei manifestanti era variegata, si andava da semplici simpatizzanti di Trump che avrebbero addirittura cercato di impedire l’ invasione del Parlamento, ai seguaci della setta complottista QAnon sino ai Proud Boys, una organizzazione neofascista di estrema destra vicina ai suprematisti bianchi

Il gruppo complottista dei QAnon

…Il Presidente in carica ha accusato il colpo garantendo che la transizione avverrà pacificamente e per questo motivo parecchi facinorosi lo hanno accusato di tradimento minacciandolo addirittura di morte. Il Trumpismo non è sicuramente finito, The Donald non ha creato nulla di nuovo ma si è limitato ad intercettare il voto di organizzazioni e movimenti che già esistevano indipendentemente dalla sua persona e che hanno trovato in lui una guida…

…Fra quattro anni cercherà sicuramente di ricandidarsi con il partito repubblicano o da indipendente e il tentativo dei Democratici di destituirlo con l’ impeachment avrebbe proprio lo scopo di impedirgli una futura ricandidatura. Non dobbiamo però dimenticare che nel Partito repubblicano sono molti i politici pronti a raccogliere la sua eredità e ad intercettare, magari con un piccolo maquillage, il medesimo elettorato…

I gruppi di estrema destra denominati Proud Boys

…Fra questi spicca il senatore Ted Cruz che dopo avere affrontato Trump nelle primarie del 2016 è divenuto uno dei suoi più fedeli alleati e si prepara alla successione. Il futuro del Partito repubblicano è oggi molto incerto e non sappiamo se fra quattro anni si presenterà ancora unito oppure se andrà incontro a divisioni e secessioni, solo il tempo ce lo potrà dire. L’unica considerazione che si può fare è che oggi l’America si presenta divisa e lacerata come non mai e il compito del nuovo presidente Biden è veramente arduo e difficile…”.

Il Presidente Joe Biden

Concludiamo con un messaggio di speranza, che sempre lo scorso 6 Gennaio giungeva dalla Georgia, dove entrambi i candidati democratici vincevano il ballottaggio per un seggio al Senato e tra questi risultava eletto il reverendo Raphael Warnock, il primo senatore nero dello stato da quando si è conclusa la guerra civile. E questo ci dimostra che non tutto è ancora perduto.

 

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