Anche la Lega ha abbandonato gestori e proprietari di sale da ballo e balere che più di tutti hanno pagato lo scotto della pandemia dal suo inizio. Adesso spetterebbero loro ristori e risarcimenti ma nessuno ne parla. Insomma una doccia fredda quando la politica aveva assicurato gli ingressi con il Super Green pass. Vettori aerei: risarcimenti integrali in caso di anticipazioni dei voli.
Roma – Non è tempo di mollare. Piuttosto di mantenere alta la guardia. Siamo ancora in emergenza pandemica, tant’è che le discoteche e le sale da ballo richiudono fino al 31 gennaio, nonostante le promesse politiche, specie quelle della Lega, sul fatto che coi vaccini e il Green pass si sarebbe arrivati a fine stagione. Promesse da marinaio. Purtroppo questa è l’ennesima mazzata al comparto che ha sofferto di più la crisi economica, rimanendo inattivo dall’inizio della pandemia (con una breve tregua nell’estate 2020) fino all’11 ottobre scorso, quando ai locali notturni è stato concesso di riaprire con capienza ridotta alla metà. Uno spiraglio durato a conti fatti neanche tre mesi. La serrata è stata decisa all’unanimità nell’ultimo Consiglio dei Ministri.
E come se non bastasse a portare in politica la voce dei gestori di balere e piste da ballo – che parlano di “accanimento” contro la categoria – non è rimasto più nessuno. Anche la loro storica sponda, quella leghista, sembra averli abbandonati. Solo il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha parlato di “…Provvedimento difficile e sofferto… c’è la consapevolezza che si tratta di un settore che ha patito tantissimo la crisi e che va sostenuto economicamente…”. Ma di risarcimenti non se ne parla, men che meno di ristori postumi alla chiusura.
Comunque, in generale, non c’è settore economico che non pianga la sciagura sanitaria che si sta vivendo. Non vi sono alternative ed ogni strumentalizzazione politica sarebbe fuori luogo.
Fra il marasma di notizie tristi e restrizioni un po’ di sollievo. Per esempio sono state introdotte maggiori tutele per chi vola: attenzione, dunque, un volo cancellato non è più solo quando un aeromobile non decolla più. Per volo cancellato, da ora in poi, si intende anche ogni decollo anticipato di oltre un’ora. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’UE secondo cui “L’anticipazione della partenza deve essere considerata significativa in quanto può provocare gravi disagi per i passeggeri, al pari di un ritardo”.
Secondo i giudici di Lussemburgo un decollo anticipato fa perdere ai passeggeri la possibilità di disporre liberamente del loro tempo nonché di organizzare il loro viaggio o il loro soggiorno in funzione delle loro aspettative. Inoltre, nel caso di un’anticipazione significativa del volo che dia diritto a una compensazione pecuniaria (il che presuppone, in particolare, una comunicazione tardiva dell’anticipazione), il vettore aereo operativo deve sempre versare l’importo integrale.
Esso non dispone della possibilità di ridurre del 50% l’eventuale compensazione pecuniaria da versare, per il fatto che ha offerto al passeggero un riavviamento che consente a quest’ultimo di giungere senza ritardo alla sua destinazione finale.
Inoltre i Green pass europei, usati per i viaggi dentro l’UE, sulla base della proposta avanzata a metà novembre sulle regole di viaggio e di cui i governi hanno discusso all’ultimo Consiglio Europeo, hanno dal 21 Dicembre un periodo standard di validità di nove mesi dopo il completamento del primo ciclo vaccinale, che significa la seconda dose per i vaccini BioNTech-Pfizer, Moderna e AstraZeneca e dalla prima nel caso del vaccino monodose Johnson&Johnson.
Da questo atto, per ora, si esclude il riconoscimento delle dosi booster (di richiamo), la cui decisione Bruxelles rimanda a quando avrà dati scientifici certi sulla durata dell’efficacia di questi richiami. Le regole saranno in vigore dal primo febbraio e sono state concordate con gli Stati membri. L’atto delegato adottato dalla Commissione è un regolamento, il che lo rende obbligatorio per tutti gli Stati membri senza se e senza ma.
L’unica “scappatoia” è che il Consiglio UE potrebbe bocciare ancora l’atto delegato con una maggioranza rafforzata prima che entri in vigore, anche se l’atto è frutto dello scambio di idee che i leader hanno avuto lo scorso giovedì 16 dicembre al Summit UE, in cui la maggior parte dei Governi si è espressa a favore dell’armonizzazione.