La diffusione capillare delle moderne tecnologie ha reso la cybersicurezza un punto fondamentale nell’agenda politica di ogni governo. Se n’è avuta prova con le recenti minacce di cyberwar, seguite allo scoppio della guerra in Ucraina.
Roma – L’importanza della sicurezza informatica è comprovata. Eppure mancano figure professionali idonee a fronteggiare simili eventi. Anche in vista di queste carenze il Comitato interministeriale per la Cybersicurezza, presieduto dal premier Mario Draghi, ha approvato per il 2022-2026 la Strategia nazionale per la sicurezza informatica. Il percorso di attuazione prevede la crescita della resilienza cibernetica delle infrastrutture fondamentali del Paese e di quei soggetti pubblici e privati che svolgono funzioni essenziali per lo Stato.
È stato anche approvato il “Perimetro Cyber” che serve a regolare la rete di controlli di sicurezza informatica. La gestione è affidata all’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. L’obiettivo del governo è di affrontare una serie di criticità, dal supporto della transizione digitale sino al raggiungimento dell’autonomia strategica in questo settore. Altri punti fondamentali sono la prevenzione delle minacce cyber, la gestione delle crisi cibernetiche e il contrasto della disinformazione online. L’Acn dovrà adoperarsi per l’attuazione della strategia. Anche perché siamo rimasti indietro rispetto ai risultati raggiunti dagli altri Paesi come Francia e Germania.
I piani per il futuro non finiscono qui. Si punta a rafforzare la posizione del nostro Paese con due progetti basati su analisi, prevenzione e risposta ai cyber attacchi. Uno, col contributo dell’Unione Europea, prevede l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per anticipare eventuali attacchi informatici. L’altro è orientato a sviluppare e qualificare l’Incident Response, un processo utile a identificare e gestire gli incidenti di sicurezza informatica. Queste misure completano le mosse concordate con l’UE per avere un elevato livello di sicurezza comune a tutti gli Stati.
La nuova direttiva europea Nis2, Network and Information Systems 2, mira a definire un protocollo condiviso di gestione del rischio. Di particolare rilevanza gli obblighi di segnalazione in settori quali l’energia, i trasporti, la salute e le infrastrutture digitali. È stata inoltre istituita la Rete europea dell’Organizzazione di Collegamento per le Crisi informatiche, volta alla gestione coordinata degli incidenti di sicurezza informatica su larga scala. La direttiva dovrà essere recepita nella legislazione nazionale degli Stati membri entro 21 mesi dalla sua entrata in vigore.
In tutto questo il cittadino comune, con le tante incombenze che affliggono la vita quotidiana, non ne può più di essere considerato alla stregua di un granello di pulviscolo atmosferico in balia delle onde che scuotono il pianeta, siano esse cibernetiche o meno. Il solo pensiero che si possa rimanere coinvolti in una cyberwar senza precedenti fa andare fuori di testa, come anche il fatto di essere spiato h24, sette giorni su sette!
Restano meritori i tentativi di migliorare la sicurezza informatica da parte dei governi nazionali, se questo comporterà un miglioramento della vita delle persone. Sarà così? Restiamo in fiduciosa attesa! E ricordiamo che, tecnologia o meno, sono sempre più le famiglie che faticano a portare il cibo in tavola.