Barbara Pasetti, vittima o carnefice?

La donna aveva un’auto blindata e viveva all’interno di un vecchio convento ristrutturato munito di decine di telecamere a circuito chiuso, un sofisticato sistema di sicurezza, mura alte e siepi al riparo da occhi indiscreti. Di chi aveva paura la donna? E perché? La sedicente fisioterapista rimane in carcere e dovrà spiegare ancora parecchie cose.

PAVIA Il giallo sulla morte di Gigi Bici, al secolo Luigi Criscuolo, l’ex commerciante di 60 anni sparito da casa l’8 novembre scorso e ritrovato cadavere il 20 dicembre, è diventato un vero ginepraio per gli investigatori. Mentre si aggrava la posizione di Barbara Pasetti, 44 anni, arrestata il 21 gennaio scorso con l’accusa di tentata estorsione, omicidio in concorso e occultamento di cadavere in danno di Criscuolo e della sua famiglia, spuntano altri due testimoni sui quali la polizia stava indagando da tempo.

Gigi Bici, al secolo Luigi Criscuolo, l’ex commerciante di biciclette napoletano morto ammazzato

Il cadavere di Criscuolo era stato ritrovato sotto casa della Pasetti a Calignano, frazione di Cura Carpignano, sempre nel pavese. Pare che il figlio della donna, giocando al pallone, avrebbe notato il corpo senza vita dell’uomo sotto un cumulo di erbacce e urlando sarebbe fuggito via attirando l’attenzione della madre.

Sembra, di contro, che la stessa Pasetti (la cui iscrizione all’albo professionale pare non risulti) avrebbe fatto in modo che il figlio ritrovasse il cadavere di Gigi facendo giocare il ragazzino vicino il cancello della loro abitazione.

Poi ci sono le intercettazioni telefoniche che inguaierebbero ancora di più l’indagata:”…So di dover andare all’inferno perché ho fatto uccidere un uomo…“, avrebbe detto Pasetti parlando al telefono con l’ex marito Gian Andrea Toffano, impiegato, tre giorni prima del ritrovamento del corpo di Criscuolo.

In un’altra telefonata la donna, parlando ancora con l’ex marito che dunque sarebbe stato al corrente dell’intera vicenda, avrebbe fatto riferimento alle modalità del delitto quando ancora erano sconosciute le cause della morte di Criscuolo poiché il corpo non era stato ancora ritrovato.

La polizia davanti all’ex convento dove abitava Barbara Pasetti

In una delle tante conversazioni, sembra effettuata da una cabina telefonica, la Pasetti parlando con i figli della vittima avrebbe alterato la propria voce imitando un uomo con l’inflessione lessicale tipica dei Paesi dell’Est, reiterando il riscatto per il rilascio del padre.

Ma Gigi Bici era probabilmente già morto. Poi c’è una lettera, scritta al Pc e inviata dalla Pasetti a sé stessa, ovviamente spacciandola come una missiva proveniente da presunti malavitosi russi, in cui aveva descritto la morte di Criscuolo provocata da un proiettile. Come poi è stato verificato.

Gigi Bici e Barbara Pasetti si conoscevano grazie alle presentazioni di Lorenzo Destro, carrozziere di San Genesio amico della vittima , a cui la donna si era rivolta per chiedere aiuto nella sua situazione sentimentale.

La carrozzeria di Lorenzo destro a San Genesio ed Uniti, provincia di Pavia

Gigi, conosciuto anche come ex buttafuori, avrebbe dovuto dare una lezione a Gian Andrea Toffano, per presunti maltrattamenti all’ex moglie. Ma se la Pasetti era vittima di violenze perché non avrebbe denunciato i fatti alla polizia? Perché ricorrere a Gigi Bici spendendo diverse migliaia di euro? Perché poi la vittima avrebbe rifiutato di aiutare la donna consigliandole un suo amico straniero, tale Ramon Christian Pisciotta, come persona più idonea a risolvere i suoi problemi?

E che dire della foto raffigurante il volto tumefatto di Gigi già cadavere e scattata con il cellulare della Pasetti e poi, a detta della sedicente fisioterapista, ritrovata nella buca delle lettere assieme alla famosa missiva intimidatoria? La donna, reclusa nel carcere di Vigevano e difesa dall’avvocato Irene Anrò, avrebbe risposto a tutte le domande degli inquirenti senza negare il suo coinvolgimento nella tragica vicenda.

Ma anche l’amico di Gigi ha dato la sua versione dei fatti:”… Ci siamo visti nel parcheggio del cimitero di San Giovannino a Pavia – ha riferito Pisciotta che sta collaborando con la polizia – e Barbara Pasetti mi ha detto d’aver avuto il mio numero di telefono da Gigi perché finissi il lavoro che doveva fare lui…Barbara ha raccontato che il marito la picchiava e anche un’altra persona lo faceva. Per farsi proteggere lei aveva sborsato dei soldi. Io le avevo fatto presente che Gigi era scomparso e Barbara si è messa a piangere”.

Ramon Christian Pisciotta

Poi rimangono da chiarire i messaggi e le telefonate strane partite dal telefono di Gigi verso il numero di una cittadina russa il giorno della sua scomparsa, e una telefonata ricevuta dalla Pasetti, proveniente da un telefono intestato ad una donna ucraina, nello stesso 8 novembre 2021. E i 390mila euro? Frutto di una rapina o che altro?

Ma chi è davvero Barbara Pasetti, rampolla di una ricca famiglia di imprenditori? A che cosa le serviva il complesso e costoso impianto di videosorveglianza che aveva trasformato il vecchio convento ristrutturato dove abitava in un bunker impenetrabile? E l’auto blindata? Di che cosa aveva paura l’indagata dai mille misteri?

Il punto esatto dove è stato ritrovato il cadavere dell’ex commerciante di bici

Perché la donna credeva di essere pedinata e spiata? Chi avrebbe dovuto farlo e perché? Come avrebbe fatto la Pasetti ad accorgersi del Gps che gli agenti di polizia le avrebbero installato sotto l’auto? E’ stata lei a scoprirlo o qualcun altro? La ricca possidente avrà tutto il tempo per riflettere perché, nel frattempo, il Gip ha rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dall’avvocato difensore della donna che pertanto rimane in cella a Vigevano. Le prossime ore potrebbero essere quelle decisive.

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