Non c’era paesino che non avesse uno sportello bancario. Oggi cercare un bancomat è quasi un’impresa e di filiali di prossimità non se ne parla più. Il ruolo sociale dell’istituto di credito, specie per gli anziani, è tragicamente sfumato nel nulla. A vantaggio dei servizi on line che spesso non funzionano.
La grande fuga delle banche. In genere non si ha un gran rapporto con le banche, almeno per i cittadini comuni. Eppure, adesso che stanno scomparendo, si avverte la loro mancanza. La Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), il sindacato dei bancari, a questo proposito ha tracciato uno scenario inquietante. Molti piccoli centri, si parla di 3062 comuni, con oltre 4 milioni di cittadini, ovvero il 7% di tutta la popolazione sono senza sportelli bancari.
L’ultimo decennio è stato un’ecatombe: nel 2012 si contavano 32881 sportelli, mentre alla fine del 2021 solo 21650. Praticamente un terzo di filiali, pari al 34%, sparite, dissolte come neve al sole! Lo storitellyng tanto in voga ci suggerisce che questo scenario è il frutto della crescita dei servizi online da un lato e dalla volontà del management bancario di tagliare i costi. E’ così i piccoli centri hanno subito un’enorme beffa. Soprattutto perché sono costituiti in maggioranza da popolazione anziana poco incline all’utilizzo di tutta una serie di device che vanno dalle app alle tante modalità di banking online.
Se a questa situazione si aggiunge che sono a rischio bancomat e carte di credito per la carenza, causa la crisi economica e finanziaria scaturita dalla guerra in Ucraina, di materiale per la produzione dei microchip, alla popolazione dei poveri paesi colpiti dal taglio delle filiali, non resta che ritornare al baratto! Ma non è solo un fatto demografico. A rendere ancora più complicata la situazione c’è l’aspetto geografico. Ad esempio la Calabria presenta la peculiarità di essere una delle regioni più popolose, ma anche quella col più elevato tasso di residenti senza un’agenzia a cui rivolgersi. Si parla del 28,8% della popolazione locale. E’ un problema che si presenta in tutto il Sud e nelle isole. Il 10,7%, infatti, non ha l’opportunità di poter godere della presenza di una filiale nell’ambito di un’accettabile prossimità.
D’altronde già il “New cohesion report”, il rapporto sulla coesione territoriale della Commissione Europea, diffuso a febbraio scorso, lnella parte dedicata alle regioni italiane lasciava intravedere uno sviluppo del genere. Infatti, è emerso il forte divario sull’alfabetizzazione digitale nei confronti degli altri Paesi europei. Se un terzo della popolazione ivi residente non sa nemmeno come sia fatto un computer, non ci si meraviglia poi tanto del mancato utilizzo dei canali digitali, compresi quelli bancari. Se Atene piange, Sparta non ride come si diceva nell’antica Grecia. Nel senso che se il Mezzogiorno è messo male, al Nord poi non è tutto un sollucchero. In Piemonte e Lombardia ci sono circa 1100 comuni sprovvisti di filiali bancarie.
Solo l’Emilia-Romagna e la Toscana registrano una carenza che oscilla tra l’1,2 e l’1,5%. Il taglio dei costi da parte degli istituti di credito non poteva che colpire il personale, tanto che molte banche storiche hanno ridotto notevolmente il numero dei lavoratori. Secondo la FABI questo andamento potrebbe produrre effetti negativi oltre alle famiglie anche alle piccole e medie imprese (pmi). In questo modo verrebbe annullato in toto il “ruolo sociale delle banche”, qualora ne avessero mai avuto uno, oltre al loro scopo principale: accumulare soldi! Con tutti gli scandali che si sono succeduti nel passato, che hanno coinvolto grandi banche italiane, forse si dovrebbe pensare ad un nuovo modo di concepirne la ragione sociale. Un sogno, ovviamente.