Le aziende cercano professionalità e in Italia sembra difficile trovarne. Uno degli annosi problemi della struttura sociale italiana è rappresentato dalla carenza di personale con i requisiti necessari. Questo aspetto è cresciuto di pari passo con le digital skills ovvero le competenze digitali e abilità tecnologiche.
Roma _ A volte sembra di trasalire, di sobbalzare sulla sedia per lo stupore quando ci si imbatte in certe notizie. Pensate: uno studio basato sul Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) realizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne ha rilevato che le competenze digitali sono richieste nel 60,5% delle assunzioni.
E noi, poveri ingenui, pensavamo che le offerte di lavoro da parte delle aziende riguardassero personale provvisto di cazzuola e martello o di vanghe e falce! Ci sono volute le migliori intelligenze di tre enti pubblici per arrivare ad una conclusione che noi comuni mortali, mai avremmo osato neppure lontanamente immaginare!
Ed invece finanche la famosa “casalinga di Voghera” ha così ribadito: “Per forza, siamo nella società dell’informatica, della telematica e dell’Intelligenza Artificiale, è naturale che chi vuole lavorare oggi, deve essere preparato in queste materie“.
La casalinga di Voghera è un’espressione idiomatica, entrata nel lessico giornalistico dagli anni ’60 del secolo scorso grazie allo scrittore Alberto Arbasino. Con questa locuzione si intendeva indicare un’immaginaria casalinga della piccola provincia, rappresentante la fascia della popolazione piccolo-borghese, con un tasso di scolarità tendente al basso e con livelli occupazionali di livello umile. Questa figura, tuttavia, è assurta ad un’aurea di rispettabilità per il senso pratico ed il buon senso popolare.
Comunque lo studio ha evidenziato i notevoli investimenti delle imprese nelle tecnologie digitali, nuovi modelli organizzativi e di business, in misura maggiore rispetto a qualche anno fa. In questo processo di rinnovamento, è strategicamente importante avere alle dipendenze professionalità con competenze digitali.
L’anno scorso sono state molto richieste professionalità della comunicazione digitale visiva e multimediale. Scorrendo la ricerca emerge la richiesta di abilità relative all’utilizzo di linguaggi e metodi matematici e informatici e capacità di gestione di soluzioni innovative 4.0.
Uno degli annosi problemi della struttura sociale italiana è rappresentato dalla carenza di personale coi requisiti necessari. Quest’aspetto è aumentato man mano che crescono le digital skills. Con questa locuzione si intendono una serie di competenze digitali e abilità tecnologiche, che variano da un livello minimo (saper utilizzare un computer) ad uno più elevato (ad esempio, quello relativo allo sviluppo di software specifici).
Il dato preoccupante è che è stato rilevato più del 30% di difficoltà nel reperire personale anche con competenze minime in informatica. La percentuale cresce di pari passo con l’aumento delle competenze. Nell’ambito delle professioni specialistiche le difficoltà di reperimento riguardano figure che sappiano realizzare processi di digitalizzazione nell’organizzazione aziendale.
Ingegneri elettrotecnici, progettisti e amministratori di sistemi informatici, analisti e progettisti di software costituiscono un esempio. Sono emerse alte percentuali anche per quanto riguarda i medici ed i professori di scuola primaria. Per quest’ultimi, è molto probabile che un ruolo decisivo l’abbia giocato la pandemia.
In pratica lo studio si è rivelato un vero e proprio cahier de doléances. Anche per le professioni tecniche, infatti, sono difficili da reperire una serie di figure tra cui: tecnici programmatori, tecnici esperti in applicazioni, tecnici meccanici, disegnatori industriali.
E’ chiaro che un quadro del genere, qualche interrogativo lo pone. Innanzitutto è facile riempirsi la bocca con tutti i piani di ripresa possibili ed immaginabili, se poi non abbiamo il capitale umano adatto allo scopo. E’ come aver parlato nel deserto.
In secondo luogo, una classe politica degna di un Stato moderno, come crede di essere l’attuale, un’analisi dei fabbisogni presenti e futuri ed una politica che offra delle soluzioni, dovrebbe compierla o no? Poverina, adesso è in tutt’altre faccende affaccendata: crisi energetica e guerra. Vuoi mettere?