Ancora meno di un mese e arriveremo alla resa dei conti. L’Erario affila le armi e batte di cassa. Rimane irrisolto il grave problema dei crediti inesigibili che riguardano un gran numero di nuovi poveracci ma anche di furbetti che bisognerebbe scovare per fargli passare il vizio. Per chi non può pagare davvero e per comprovate cause sopravvenute le cartelle esattoriali andrebbero estinte d’ufficio. L’immediata riforma del sistema fiscale, purché fatta bene, sarebbe l’unica soluzione praticabile per un Erario a misura di contribuente.
Roma – La macchina del Fisco è pronta a rimettersi in moto subito dopo l’estate per riscuotere i suoi crediti. Miliardi di euro di cartelle esattoriali da incassare per l’esausto forziere dell’Erario che piange miseria. Naturalmente lo stesso ministero dell’Economia è consapevole del fatto che gran parte degli incassi non verrà più recuperata ma tentare non nuoce. Anzi.
Allo studio del dicastero economico e finanziario una riforma della riscossione in grado di alleggerire la montagna di atti rimasti congelati sino ad oggi o, meglio, che cosi rimarranno sino al 31 agosto. Per prima cosa i tecnici esperti in tasse e balzelli stanno pensando a rendere più efficaci gli strumenti attualmente a disposizione del Fisco, come la possibilità di utilizzare le banche dati sui conti correnti dei debitori in modo da effettuare pignoramenti mirati.
E’ un vecchio metodo abbastanza rodato che consente al fisco di verificare la reale situazione finanziaria del contribuente. Da considerare che attualmente buona parte dei pignoramenti non raggiunge alcun risultato, proprio per mancanza di fondi ed immobili a cui aggrapparsi.
Nella maggior parte dei casi le somme presenti sui conti correnti dei debitori sottoposti al pignoramento non sono sufficienti o, addirittura, segnano rosso. Da qui è emersa la necessità di accedere all’Anagrafe dei rapporti finanziari in modo da verificare, in anticipo, quali dei soggetti iscritti a ruolo siano intestatari di conti correnti in attivo per procedere ai conseguenti prelievi coatti effettuati dal Fisco come ente creditore.
Purtroppo però il problema viene analizzato esclusivamente solo dal punto di vista dell’amministrazione finanziaria e non da quello del cittadino-contribuente, che non potendo pagare il debito ormai da diversi anni, è condannato alla morte civile.
Tranne che si voglia riparare a questa grave ingiustizia estinguendo d’ufficio i vecchi debiti non riscossi e ormai inesigibili. Il ministro Daniele Franco pare abbia trovato una soluzione. Una sorta di genialata, o un trucco che dir si voglia, che obbligherebbe gli istituti di credito ad inviare all’Agenzia delle Entrate i codici Iban dei clienti per erogare rimborsi e contributi.
Si tenga presente che, ad oggi, la comunicazione dei saldi dei conti correnti all’Anagrafe dei rapporti finanziari avviene solo una volta all’anno, con il rischio che l’Agenzia dell’Entrate si trovi a dover trattare con informazioni già datate.
Per rimediare a questa carenza lo Stato vorrebbe tentare di arraffare subito tutto il “cucuzzaro” disponibile puntando su scambi di informazioni decisamente più frequenti e veloci. Ma non basta. L’Erario, incaricato dell’attività di riscossione, potrà avvalersi anche delle informazioni ricavate dalla banca dati della fatturazione elettronica, in modo da consentire l’avvio mirato di procedure di pignoramento dei rapporti commerciali intrattenuti dal debitore con soggetti terzi.
La mannaia fiscale, però, si abbatterebbe sul povero cristo (o il solito furbetto) solo in caso di debiti che superano una certa cifra, che potrebbe essere quella dei 50 mila euro. Oltre alle misure indicate il Mef propone anche un’operazione di discarico automatico dei crediti non riscossi, da applicare una volta trascorso un certo periodo di tempo. Ad esempio 5 anni dall’affidamento alla riscossione coattiva.
Superato questo limite temporale l’Agenzia delle Entrate non tenterà più di recuperare il credito. Peraltro nella proposta presentata in Parlamento si parla anche del vantaggio che deriverebbe dalla fusione dell’Agenzia delle Entrate con la Riscossione, che consentirebbe di avere una unica “governance” e non più duplicazione di organi collegiali.
Buona estate per tutti. Si fa per dire.