Il comparto della recettività è stato quello più colpito, anche per la mancata ricezione di ristori adeguati. Sono rimaste in piedi le aziende che hanno sfruttato i lavoratori pagandoli in nero e senza contributi previdenziali e infortunistici. Sono gli stessi esercenti che si lamentano delle troppe tasse e tutte troppo care. Se pagassimo tutti i balzelli ci costerebbero di meno ma i furbi non molleranno mai.
Roma _ Sono due anni, ormai, che abbiamo a che fare con quel nemico infido del Coronavirus, che tanti danni ha originato sulla vita individuale e collettiva. Il settore che più ha risentito dei suoi nefasti effetti è quello del turismo. Sono molte, infatti, le imprese del comparto che hanno chiuso i battenti. Nel solo 2021 sono sparite 4.116 imprese della ricettività e dei servizi turistici, il dato peggiore degli ultimi cinque anni.
Tuttavia la moria di imprese non è stata compensata da nuove aperture: le neonate sono solo 1.916, per un saldo negativo di 2.200 unità. Il quadro a tinte fosche è emerso da un’analisi di Assoturismo Confesercenti, la federazione sindacale che aggrega alcune imprese operanti nell’indotto turistico.
Sono stati confrontati i dati di cessazione attività e quelli di apertura di nuove imprese nel settore ricettivo, quali alberghi, ostelli, rifugi alpini, affittacamere, case vacanza e campeggi. Lo stesso è stato fatto per i servizi turistici, tra cui agenzie viaggi, tour operator, servizi di biglietteria, guide e accompagnatori turistici. Ebbene, in termini assoluti, la perdita più corposa si è registrata nella ricettività.
Nel 2021 il saldo tra aperture e chiusure è stato di 1,356 imprese in meno. Di poco inferiore, ma comunque negativo, il bilancio dei servizi turistici. E’ molto probabile che il forte calo sia dovuto all’assenza totale di sostegni per questi comparti nell’anno appena conclusosi, contrariamente al 2020.
L’unica Regione che ha registrato un aumento è stata la Valle d’Aosta. Il presidente nazionale di Assoturismo Vittorio Messina, ha parlato chiaro: “…Sono dati che confermano l’accelerazione della crisi – ha detto Messina – come dimostrano le chiusure del 2021, che hanno battuto il già pessimo risultato del 2020. L’anno appena iniziato non ha dato, finora, segnali di invertire la rotta…
…La quarta ondata, ha cancellato, difatti, gennaio e febbraio e per marzo non ci sono buoni auspici. L’80% delle camere disponibili per il mese di marzo è ancora senza prenotazione. Pesano, senza dubbio, il blocco degli eventi e dei viaggi di lavoro. Inoltre, l’effetto Zoom sulla convegnistica si sta facendo sentire nelle grandi città, così come il calo della domanda estera…
…C’è bisogno di sostegni economici più incisivi o le chiusure aumenteranno di continuo. Ma anche di regole chiare sia sulle modalità della ripartenza che sulla mobilità turistica. E’ urgente un investimento straordinario nel marketing, che va promosso in maniera più appetibile all’estero…”.
A pagare le peggiori conseguenze sono state le Regioni del Centro-Italia. Ad esempio Roma e la Regione Lazio, tra il crollo del turismo estero e la scomparsa pressoché totale di quello legato agli eventi, hanno perso oltre mille imprese. Non certo migliori sono stati i risultati nel Nord del Paese, mentre più resistenti si sono mostrati il Sud e le isole, ma comunque in saldo negativo anche se inferiore rispetto al resto della penisola.
Non si vuole mettere in discussione i dati e nemmeno le sacrosante richieste espresse dal presidente di Assoturismo. In una situazione di crisi qualsiasi realtà va sostenuta. Il problema di fondo è che stiamo parlando di un settore, senza per questo voler fare di tutta un’erba un fascio, che spesso e volentieri si è distinto per una forte evasione fiscale e contributiva. Per non parlare della manodopera sottoposta a turni massacranti con paghe infime ed in nero. Oltre che priva di assicurazioni per gli infortuni.
Un contesto da liberismo selvaggio a vantaggio di operatori economici borderline, che adesso chiedono sostegno allo Stato, quello stesso Stato che hanno deriso, sbeffeggiato e raggirato.
Il solito refrain di chi elude, se non evade, le tasse è sempre lo stesso: i balzelli sono troppi e troppo esosi. Tanto cari che nessuna impresa economica sarebbe in condizioni di sopportare. Ma ci si è mai chiesto perché tasse e accise sono tante e troppo onerose? Forse perché gli evasori sono ancora numerosissimi?