Non esistono perché non registrati alla nascita. La negazione dell’identità che li marchia per sempre. Gli invisibili non possono usufruire di alcun servizio perché non hanno nome e cognome. I loro genitori non possono esercitate la podestà genitoriale perché i fantasmi non sono soggetti a leggi. Insomma una brutalità terribile su cui lucrano le organizzazioni criminali.
Roma _ Ci si stenta a credere eppure è la cruda realtà: su 125 milioni di bambini che nascono annualmente, 51 milioni non risultano registrati alla nascita. Non esistono, in pratica sono bambini “invisibili“.
Per cercare di dare una risposta a quella che è una vera e propria negazione dell’identità, di un diritto umano fondamentale ai sensi dell’art.7 della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia, la Comunità di Sant’Egidio ha dato vita nel 2008, in Burkina Faso, al programma “BRAVO” – Birth Registration for All Versus Oblivon (trad. registrazione della nascita per tutti contro l’oblio).
Sant’Egidio è una famiglia di comunità radicate in differenti Chiese locali che si definisce associazione pubblica di laici della Chiesa Cattolica Cristiana.
Lo scorso 14 febbraio c’è stata la presentazione di un libro – nato dal successo del programma BRAVO – intitolato “Nascere non basta – Bambini invisibili, tratta dei minori e stato civile in Africa” a cura di Adriana Gulotta, un’accurata analisi della situazione dei minori sconosciuti allo Stato Civile in Africa.
Dal dibattito – il cui moderatore è stato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati – è emerso che la mancata registrazione all’anagrafe è un invito al traffico degli esseri umani. Questi bimbi invisibili, oltre alla sottrazione dell’infanzia, sono esposti ad ogni forma di abuso, sfruttamento, riduzione in schiavitù, in quanto vittime dei trafficanti di esseri umani.
Non bisogna dimenticare che il primo diritto riconosciuto dei bambini, ma anche il più ignorato, è quello al nome, inteso come identità legalmente riconosciuta. Circa il 70% della popolazione mondiale vive in Paesi che hanno sistemi di Stato Civile approssimativi o incompleti. La gran parte dei minori non registrati vivono in Africa Sub-Sahariana, mentre altri nell’Asia meridionale e orientale.
Senza un nome registrato non si hanno diritti di cittadinanza, non si è parte integrante della propria Nazione. Non si può frequentare la scuola, perché sono bimbi inesistenti, né usufruire dei servizi sanitari, quando ci sono.
In caso di scomparsa di questi fantasmi, i genitori non possono manifestare la potestà genitoriale, perché non hanno modi di comprovarla. I trafficanti di carne umana che si macchiano di uno dei più efferati delitti contro l’umanità, ovvero la tratta dei minori, hanno terreno fertile per i loro loschi traffici. Bambini senza documenti, senza nome, a cui è semplice cambiare identità.
Non è un fenomeno, purtroppo, circoscritto ad un numero ristretto di minori ma una vera ipoteca sul futuro di intere generazioni di giovani e, qualche volta, di interi popoli. Secondo stime attendibili un miliardo di persone sulla faccia della terra non sono in possesso di un documento di identità.
La possibilità di spostamento presente nel mondo di oggi in cui il movimento di persone, spesso per costrizione, ha reso la situazione ancora più incandescente. Più cogente si è rivelata, infatti, la necessità di avere un’identità certa, per essere riconosciuti come cittadini di una Nazione.
I numeri ci informano che nei Paesi poveri, il 40% dei suoi cittadini è sprovvisto di documenti d’identità, mentre sono solo il 5% quelli che vivono nei Paesi più sviluppati. Con le migrazioni di massa di tanti disperati verso l’agognato Occidente, il problema si è acuito, in quanto molti Paesi di provenienza forniscono documenti falsificati o contraffatti, che non sono in grado di offrire garanzie sufficienti sull’identità di una persona.
Per questi motivi, nei loro confronti, si stanno utilizzando altri metodi di identificazione. Fra questi ricordiamo: le impronte digitali, il riconoscimento dell’iride, l’assunzione di parametri biometrici. Tutti strumenti ritenuti necessari e utili alla verifica dei dati personali.
I senza diritti e protezione sono facili prede delle organizzazioni criminali mondiali e i minori sono particolarmente vulnerabili. E’ un problema di dimensioni gigantesche che sembra non interessare nessuno, in particolare l’opulento Occidente che gira il capo dall’altra parte facendo finta di nulla.
Di seguito il video del dibattito: