Si proseguirà con il rito ordinario per altri imputati accusati di svariati reati. In buona sostanza i casi di sottrazione di minori per cui si procede sarebbero nove a fronte però di centinaia di segnalazioni. Se la matematica non è un’opinione ci sono altrettanti bambini, mamme e papà che attendono ancora giustizia.
Bibbiano – Bambini sottratti: si è chiuso il primo atto della sporca vicenda. Condannato a 4 anni di reclusione per abuso d’ufficio e lesioni gravissime lo psicoterapeuta Claudio Foti, titolare della casa di cura Hansel&Gretel.
Il professionista è stato assolto dall’imputazione di frode processuale. Assolta l’assistente sociale Beatrice Benati mentre 17 indagati sono stati rinviati a giudizio, tra cui il sindaco Andrea Carletti, che è stato assolto dall’accusa di falso ma non per quella di abuso d’ufficio.
Cinque persone sono uscite di scena perché prosciolte da ogni accusa. Questo il sunto delle prime sentenze con rito abbreviato che hanno coinvolto il personale dei servizi sociali della Val d’Enza e soggetti terzi legati a doppia mandata con la funzione pubblica che deve assistere famiglie e minori in difficoltà.
Lo scandalo degli affidi illegali era dilagato a macchia d’olio a seguito di centinaia di segnalazioni, in larga parte redatte da genitori che si erano visti sottrarre i figli senza motivo. I minori venivano poi affidati ad altre famiglie con mille giustificazioni false da parte degli operatori sociali che avevano messo su un bel giro di affari che per anni aveva lucrato sulla pelle di bambini e genitori.
In questa prima tranche di sentenze il tribunale di Reggio Emilia ha ritenuto sussistenti i danni ravvisati, fra il 2016 e il 2017, su una ragazzina sottoposta a psicoterapia dallo stesso Foti, con “modalità suggestive – si legge in atti – ingenerando in lei la convinzione di essere stata abusata sessualmente dal padre e dal socio”, fatti questi risultati gravemente invalidanti.
Secondo questa tesi, confermata dal tribunale lo scorso 10 novembre, l’intento dello psicoterapeuta sarebbe stato doloso perché avrebbe accettato il rischio di causare danni alla ragazzina con l’obiettivo di lucrare anche sui bambini allontanati dai servizi sociali. Foti è stato anche interdetto dai pubblici uffici per 5 anni e sospeso dall’esercizio della professione di psicologo e psicoterapeuta per 2 anni.
Il professionista dovrà inoltre risarcire i danni in favore delle parti civili Gens Nova Onlus, Unione Val d’Enza, Unione dei Comuni Modenesi Area Nord, Ausl di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Ministero della Giustizia, Comune di Montecchio Emilia:
”…Si tratta di una sentenza profondamente ingiusta e sbagliata – ha detto l’avvocato Giuseppe Rossodivita, uno dei difensori di Foti – e che non sta in piedi dal punto di vista giuridico e ha un carattere ideologico. La psicoterapia è stata definita eccellente, questo processo è stato paragonato in una perizia a quello di Galileo Galilei perché è stata messa sul banco degli imputati la psicoterapia del trauma contro cui ricorreremo in Appello…”.
Lo stesso Foti, dopo la sentenza, ha dichiarato di aver dedicato 40 anni della sua vita all’ascolto attento e rispettoso di bambini e ragazzi e di essersi comportato correttamente secondo scienza e coscienza. Il processo ordinario continuerà, come abbiamo detto, per 17 imputati che dovranno rispondere di ben 97 capi d’accusa.
Fra questi l’ex dirigente del Servizio sociale Federica Anghinolfi, con 64 capi di imputazione, tra cui falso e depistaggi. Con lei il suo factotum, l’assistente sociale Francesco Monopoli, che risponderà di 31 reati tra i quali, in concorso con la psicologa Imelda Bonaretti, quelli di lesioni psicologiche.
In dibattimento ci sarà anche la moglie di Foti, la psicologa Nadia Bolognini. Prosciolti Nadia Campani, funzionaria dell’Unione dei Comuni della val d’Enza, Attilio Mattioli, Barbara Canei, Sara Testa e la funzionaria del Comune di Reggio Emilia, Daniela Scrittore.
L’assistente sociale Cinzia Magnarelli ha ottenuto un patteggiamento a un 1 anno e 8 mesi dopo la collaborazione con i magistrati dunque fine della vicenda anche per lei. Alcune cose, però, rimangono poco chiare. L’inchiesta si sarebbe concentrata sulla sorte di 9 bambini e le altre numerosissime segnalazioni, corrispondenti ad altrettanti minori, che fine hanno fatto?
Perché il tribunale dei Minori di Bologna, competente sulla gestione dei servizi sociali di Bibbiano, non sarebbe stato informato dell’inchiesta per cui si procede? In totale quanti bambini sono stati oggetto di affidamenti illegali dunque di reati commessi dagli operatori a vario titolo? Decine e decine di genitori chiedono giustizia.