La giornata mondiale per la Prevenzione del Suicidio è promossa dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e ricorre il 10 Settembre di ogni anno. Il suo scopo è sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema poco conosciuto ma di estrema importanza. I suicidi, per altro, sono in costante aumento.
Roma – Ogni anno ci sono milioni di persone che si tolgono la vita, quattromila solo in Italia. Ma il gravissimo problema continua ad essere ignorato nonostante i numeri tendano al rialzo in maniera preoccupante. L’Oms intende invitare gli stati membri ad elaborare strategie per arginare i suicidi che possono avere cause diverse e variegate.
Sempre un rapporto dell’Oms ci informa che il 79% dei suicidi si verifica nei Paesi a basso e medio reddito, con un tasso però superiore in quelli più ricchi. E per quanto riguarda i metodi più diffusi per togliersi la vita al primo posto troviamo l‘impiccagione, a seguire le armi da fuoco e l’avvelenamento con pesticidi.
L’Agenzia delle Nazioni Unite rileva che i Paesi dell’Asia con il più alto numero di suicidi sono il Giappone, la Cina e l’India e suggerisce di limitare l’accesso ai pesticidi che vengono utilizzati in grande quantità proprio da chi ha l’intenzione di togliersi la vita. In Europa si registra un alto numero di suicidi nei Paesi scandinavi come la Danimarca, dove nei mesi invernali le ore di luce si riducono al minimo e quindi il fattore ambientale può, almeno in alcuni casi, risultare determinante specie se associato ad altri problemi.
La depressione, il male di vivere che in una società evoluta e globalizzata come la nostra colpisce sempre più persone, è senza dubbio tra le cause più frequenti e può essere dovuta a svariati motivi, non ultimo il fattore ereditario. L’ereditarietà delle patologie psichiatriche non deve essere sottovalutata e chi ne è affetto necessita del maggior aiuto possibile, soprattutto umano ma anche farmacologico perché la semplice forza di volontà e l’impegno del paziente non sono sufficienti per guarire. Anche la psicoterapia, in questi casi, è assai vantaggiosa come la psicoanalisi.
Se è vero che ogni singolo Stato deve approntare un piano strategico per ridurre e contenere i suicidi, l’azione della Pubblica Amministrazione da sola non può bastare ed è necessario sensibilizzare anche le singole persone che devono aiutare amici e conoscenti in difficoltà e che potrebbero sviluppare propositi autolesionistici.
Accanto a coloro che decidono di togliersi la vita perché affetti da patologie dobbiamo purtroppo annoverare anche quelle persone che scelgono deliberatamente di sacrificare la loro esistenza per motivi politici ed ideologici e come non pensare dunque al kamikaze che si è fatto esplodere all’aeroporto di Kabul per sabotare il rimpatrio di stranieri e afghani che hanno collaborato con gli americani?
L’11 Settembre ricorre il ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, dove un commando di 16 terroristi di origine per lo più saudita aveva dirottato quattro aerei di linea decidendo deliberatamente di togliersi la vita per attaccare quello che l’Ayatollah Khomeini aveva definito “il Grande Satana”.
In questi casi i farmaci servono a ben poco, perchè l’integralismo islamico può essere sconfitto esclusivamente con un’azione di intelligence per prevenire e neutralizzare gli attentati in tempi brevi e con un programma di recupero delle periferie dei grandi centri urbani, quelle che in Francia e Belgio vengono chiamate banlieues (pensiamo al quartiere di Molenbeek a Bruxelles), dove vivono in condizioni disagiate giovani immigrati che non riescono ad integrarsi e vedono nella radicalizzazione religiosa l’unica via possibile per uscire dal loro isolamento.
Come vediamo le cause che portano al suicidio sono molte e tutti noi dobbiamo “alzare la guardia” per combattere e arginare un problema che sta diventando purtroppo sempre più grande.