Fra qualche giorno il nuovo soggetto politico verrà alla luce e l’ex premier giura che sarà davvero un lieto evento e non un finto parto. La ferita con Davide Casaleggio è profonda e non più sanabile nonostante fra grillini e Rousseau sia stato raggiunto un accordo per il rotto della cuffia. Nel reparto maternità è nata anche una femmina: la federazione di centro-destra.
Roma – Gran brutta gatta da pelare per Giuseppe Conte quella fra grillini e Rousseau a poche ore dalla scadenza del termine di cinque giorni imposto dal Garante per la Privacy. La questione legale rischia di vanificare gli sforzi dell’ex premier che, con tanta buona volontà, si è messo d’impegno per ridare la propria originale identità ad un movimento che l’ha perduta da tempo.
O, meglio, un movimento che si è uniformato agli altri partiti una volta annusato il potere della politica. E delle numerose poltrone che gli italiani, inizialmente, gli hanno fatto conquistare certi di poter cambiare le cose.
Comunque stiano le cose l’allarme sembra rientrato e fra Rousseau e M5S hanno vinto i denari. L’accordo economico, finalmente, è stato raggiunto. Insomma soldi ed iscritti “cash” hanno spinto verso il lieto fine.
Tant’è che Giuseppe Conte si è subito premurato di evidenziare alcuni distinguo fra vecchio e nuovo movimento:“…Quello nuovo avrà un respiro più ampio e internazionale – ha detto l’ex premier – sarà in costante dialogo con la società civile e con tutte le componenti sane del Paese. Si guarderà a tutti i ceti produttivi, anche a quelli a cui in passato non abbiamo guardato con la dovuta attenzione, come per esempio a tutta la filiera dei servizi, al commercio, alle piccole e medie imprese, ai lavoratori autonomi, ai professionisti…”.
Insomma l’avvocato degli Italiani di ieri vuole voltare pagina e creare interesse intorno al nuovo progetto a cinque stelle. L’ex presidente del Consiglio appare motivato, determinato e certo del risultato nonostante i dubbi espressi da più parti. Qualora fosse eletto Conte dovrà realizzare una svolta palese in modo da decidere la rotta e tenere il timone ben fermo con macchine avanti tutta.
Il comando della nave, beninteso, non sarà esclusivo appannaggio di Conte. Ci sarà infatti un “ponte di comando” dove saranno presenti più persone con ruoli diversi che si occuperanno dei rapporti con il territorio, rapporti internazionali, iniziative legislative, scuola di formazione e quant’altro.
Non cambierà, invece, il garante del nuovo movimento, che continuerà ad essere Beppe Grillo, nonostante il suo fallimento su tutta la linea, pubblica e privata. Giuseppe Conte ha stabilito cosi. E nel ridipingere per intero il muro scrostato rimane in forse anche la denominazione del nuovo soggetto politico. Forse non si chiamerà più Movimento 5 Stelle. Ma su logo e nuovo appellativo vige il più assoluto segreto. Com’è per le auto non ancora immesse sul mercato.
Ma la politica non è Quattro Ruote e non campa di sorprese. Semmai di progetti innovativi o spacciati per tali come qualcuno immagina accadrà per il nascente partito di Conte la cui compagine è rimasta, praticamente, quella di un tempo meno le decine di transfughi migrati nel Gruppo Misto o in altri partiti.
Adesso, comunque, ci sarà un breve periodo di assestamento. E di relativa calma durante il quale i tecnici verificheranno i dati degli iscritti prima di organizzare la grande manifestazione pubblica a cui i militanti stanno già lavorando.
Riassumendo il programma del nuovo soggetto pentastellato è il seguente: primo obiettivo elezione del leader e poi approvazione del nuovo statuto, che sarà votato prima dalle cariche elettive, successivamente da tutti gli iscritti che verranno consultati attraverso una nuova piattaforma telematica.
Tale piazza virtuale, come nel passato, rimarrà lo strumento principale per orientarsi, assumere iniziative e votare. Tanto perché si parlava di nuovo. Silenzio imbarazzante invece sul limite massimo del secondo mandato, uno dei punti più identitari dei grillini.
La questione “bollente” non è nel nuovo statuto e verrà risolta, secondo Conte, solo in seguito con il nuovo codice etico e con un confronto trasparente fra gli iscritti. L’appoggio al governo Draghi, nemmeno tanto scontato, almeno cosi pare, sarà oggetto di lunghe discussioni. Ricordiamo che proprio l’adesione all’esecutivo messo su dall’ex numero uno della Bce è stata motivo di fughe da parte di numerosi grillini dissidenti.
Anche nell’attuale M5S insiste una minoranza che non condivide appieno le scelte del Premier dunque occorre la massima attenzione quando si cammina sulle sabbie mobili. Resta poi la grave ferita aperta del divorzio con Davide Casaleggio.
Così al brodi di giuggiole di Conte faranno da contraltare le parole di Casaleggio, il quale non nasconde l’amarezza per com’è finita tra M5S e Rousseau. E non le manda certo a dire:
“…Oggi sono molto sollevato, non devo più assumermi o sentirmi le responsabilità per decisioni altrui – spiega Casaleggio – siamo arrivati ad un accordo perché era necessario separare le strade. Negli ultimi 16 mesi il Movimento ha deciso di violare così tante regole e principi di democrazia interna e di rispetto delle decisioni degli iscritti, da rendere impossibile per noi continuare un percorso condiviso, siamo persino arrivati a non vedere motivi per stare ancora insieme…”.
Nel frattempo, “quieti, quieti e cacchi, cacchi” Berlusconi e Salvini riscaldano i motori definendo i contorni di una nuova federazione di centro-destra in seno al governo Draghi. Se i numeri rimanessero quelli che sono le politiche avrebbero già un vincitore.