ROMA – GOVERNO DRAGHI: I PARTITI PREMONO PER GLI INCARICHI. PER IL RESTO POCA ROBA

Sino a quando non verrà fuori il "listone" il governo farà il minimo indispensabile. Poi forse si potrà vedere un po' di luce ma sino ad oggi tutto sembra come prima. In un momento che definire drammatico è un eufemismo.

Roma – Mentre la pandemia continua ad espandersi in maniera altalenante ma con la preoccupazione delle varianti, la propensione della mafia a trasformarsi in impresa si allarga sempre di più. Approfittando dell’attuale stallo economico la criminalità organizzata contamina in maniera crescente il tessuto produttivo legale, soprattutto nelle transazioni economiche connesse con l’emergenza sanitaria.

Intanto la politica si ferma per il solito “balletto” delle “investiture“. Infatti per la nomina dei sottosegretari i partiti fanno fretta ma Draghi frena. Infatti il presidente del Consiglio era atteso con la lista in mano già ieri sera quando sul suo tavolo sarebbe dovuta arrivare l’elenco dei sottosegretari.

Mara Carfagna

Invece la situazione è ancora in alto mare, tant’è che dopo il passaggio di Mara Carfagna (Fi) al ministero per il Sud, è slittata anche l’elezione del nuovo vicepresidente della Camera, in attesa di conoscere ed individuare i nuovi equilibri che si andranno componendo man mano che passano le ore.

I partiti, insomma, stanno cercando di mettersi d’accordo nel loro interno, per scontentare il meno possibile i candidati ai ruoli di sottogoverno. Intanto è stata costituita alla Camera e al Senato la nuova componente “Alternativa c’è”, composta dai cosiddetti dissidenti del M5s.

A formare il nuovo gruppo, a Montecitorio, sono sino ad ora 12 deputati ma se ne dovrebbero aggiungere altri a breve. La maggioranza Draghi, in ogni caso, regge alla Camera dei Deputati con 322 voti favorevoli, 2 contrari e 31 astenuti, alla prova del voto sul decreto Milleproroghe. In attesa di passare al vaglio del Senato, per l’approvazione definitiva.

Sostanzialmente nessuna retromarcia c’è stata sul blocco degli sfratti, che rimane così com’era fino alla fine di giugno, e niente di fatto pure su Alitalia. Tornando agli sfratti l’idea era quella di consentire dal primo aprile il rilascio degli immobili, se le morosità degli affittuari erano state certificate prima della pandemia (cioè prima di marzo 2020).

Come i governi precedenti nessuno parla dei proprietari di immobili i cui diritti, col passare del tempo, si assottigliano sempre di più. 

Per negozi e attività commerciali a fare da spartiacque ci sarebbero state invece le chiusure anti-Covid. Ma poi si è scelto di avere più tempo per preparare un ordine del giorno che possa guidare il governo verso una soluzione condivisa da inserire nel primo provvedimento utile.

Lo stesso vale per Alitalia. Infatti l’emendamento che rivedeva le norme per la cessione della ex compagnia di bandiera e per la restituzione del prestito pubblico rimane accantonato. Astenuti al gran completo da parte di Fratelli d’Italiaper stima” nei confronti del premier Draghi, come annunciato in fase di dichiarazione del voto.

Nella faticosa maratona per approvare più modifiche possibili, sono andati in scena i complessi “bilancini” tra i partiti che sostengono il governo Draghi. Dopo la bocciatura in Senato dell’emendamento di Fratelli d’Italia per sospendere la riforma Bonafede sulla prescrizione, si attende adesso l’intervento del ministro Marta Cartabia che ha influito sul ritiro di tutti gli emendamenti di maggioranza in attesa di una riforma complessiva.

Tirano un sospiro di sollievo i grillini, promotori e sostenitori della prescrizione, che in tal modo rimane in vigore. Come si può facilmente intendere l’attesa regna sovrana. Rimanere fermi, prima di affrontare problematiche sociali importanti, significa non compromettere i delicati equilibri che nascono dall’eterogeneità delle coalizioni su cui si regge l’ampia maggioranza.

Nella fretta di chiudere c’è stato spazio comunque per diverse novità, dal bonus vacanze che si potrà utilizzare per tutto il 2021 (tra le polemiche di Fdi), all’anno accademico 2019-2020, prorogato fino al 15 giugno per dare tempo agli universitari di laurearsi in corso nonostante gli stop imposti dall’emergenza.

Tra gli emendamenti approvati alcuni dei temi cari al Movimento 5 stelle come la moratoria delle trivelle, che andrà avanti ancora fino a settembre per “dare tempo al governo Draghi di intervenire definitivamente”, mentre il mercato libero dell’energia slitta, ancora, di un altro anno, cioè fino a gennaio 2023.

In tal modo i clienti del mercato tutelato potranno rimanere con i loro attuali contratti ancora per tutto il 2022. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, si è ulteriormente ampliata la platea dei precari che potranno beneficiare della stabilizzazione, così i requisiti possono maturare fino a tutto il 2021, anche per partecipare ai concorsi con posti riservati a loro pari al 50%.

In sostanza i tre anni di contratto, anche non continuativi negli ultimi otto, saranno maturati non più entro il 31 dicembre 2020 ma entro il 31 dicembre 2021. Rinviato, incomprensibilmente, l’adeguamento antincendio delle scuole. Rafforzata, invece, la struttura del Mef chiamata ad attuare il Recovery Plan, con 30 assunzioni e la possibilità di utilizzare 10 dipendenti di altre amministrazioni.

Nessuna intesa è stata raggiunta sulla sospensione del cash-back, tanto criticato dal governo Conte 2. Tra le novità introdotte dalla Camera c’è quella che introduce per le società la possibilità di applicare fino al 31 luglio le misure anti-Covid per le assemblee a distanza e la possibilità di approvare il bilancio entro 180 giorni dal termine dell’esercizio finanziario.

Prorogati anche i termini di notifica di oltre 50 milioni di atti fiscali e cartelle esattoriali fino al 28 febbraio. Ancora bonaccia, nulla di buono. Solo pifferi e tamburi. Mentre la barca fa acqua da tutte le parti

 

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