Purtroppo l'affaire delle regolarizzazione è servito per ingrassare gli interessi dei caporali e della criminalità delle campagne. Tutto ciò che era stato previsto dal Governo si è trasformato in fallimento.
Ragusa – Duecentomila richieste di regolarizzazioni a fronte delle 600 mila previste. Che la regolarizzazione, così come strutturata dal Governo, fosse un flop lo si era capito sin da subito ma adesso ad attestarlo sono i dati definitivi che non lasciano spazio ad alcuna interpretazione. La norma decantata dalla ministra Bellanova con tanto di lacrime ed inserita nel Decreto Rilancio, è stata fallimentare. Il 15 agosto sono scaduti i termini per la presentazione delle domande per la regolarizzazione dei cittadini stranieri irregolari in Italia e i numeri sono molto distanti dalle aspettative:
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“…Oggi – commentano dal sindacato Usb di Ragusa, interessato dalla misura del governo soprattutto per le regolarizzazioni dei cosiddetti invisibili che lavorano nei campi della fascia trasformata della provincia siciliana – possiamo dire che i dati diffusi dal ministero dell’Interno smentiscono clamorosamente le previsioni: al 15 agosto le domande di regolarizzazione presentate dai lavoratori agricoli sono poco più di 30 mila...” .
Insomma gli invisibili delle campagne tali erano e tali rimangono e per l’Unione Sindacale di Base le ragioni di questo fallimento sono chiare.
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“…Le ragioni di questo flop annunciato – spiega Michele Mililli, responsabile del Coordinamento lavoratori agricoli Usb Ragusa – le avevamo denunciate fin dall’inizio, da un lato le procedure farraginose e poco chiare che ogni lavoratore straniero doveva sostenere, dall’altro l’assurdità di legare il riconoscimento di diritti solo se esiste un contratto di lavoro. Il risultato di questa operazione è stato disastroso: migliaia di lavoratori stranieri non hanno potuto presentare la domanda, tutti quelli che sono riusciti a presentarla hanno dovuto pagare consulenti, datori di lavoro, avvocati e medici per avere i documenti in regola per poter accedere alla sanatoria, pagando cifre anche di 2-3 mila euro per tutta la procedura…”.
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Per accedere alla sanatoria il Governo ha inserito un articolo che prevedeva, per il datore intenzionato ad assumere un lavoratore straniero senza documenti, di dover pagare 500 euro allo Stato. Questo, secondo i vertici Usb, non ha fatto altro che far nascere un vero e proprio mercato dove i datori di lavoro senza scrupoli non solo hanno fatto pagare queste spese al lavoratore ma in più molti hanno chiesto anche più soldi del dovuto, semplicemente per motivi di lucro:
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“…Oltre ai datori di lavoro – commentano ancora dal sindacato – si sono inseriti in questo mercato anche faccendieri e caporali che hanno “mediato” tra i lavoratori e i datori di lavoro. Perfino medici dell’Asp, come risulta anche da inchieste giornalistiche, avrebbero intascato mazzette per rilasciare certificati ai lavoratori stranieri che dimostrassero la loro presenza sul territorio prima del fatidico 8 marzo 2020 (altro assurdo requisito richiesto per accedere alla sanatoria)…”.
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La provincia di Ragusa è stata la seconda in Italia per numero di domande presentate, poco più di 2 mila:
“…La fascia trasformata – afferma ancora Michele Mililli – continua, quindi, ad essere centrale sul territorio italiano quanto ad importanza per il lavoro agricolo. Nella nostra provincia le condizioni lavorative che riguardano più di 20 mila lavoratori agricoli sono pessime, con migliaia di lavoratori sfruttati, migliaia di donne e uomini, stranieri e italiani, che guadagnano in media 35 euro al giorno, con centinaia di lavoratori irregolari che arrivano a guadagnare anche 25 euro al giorno per 10 ore di lavoro, con decine e decine di ragazzi e ragazze che dai 12-13 anni iniziano a lavorare nelle serre vivendo in magazzini senza acqua e senza avere la possibilità di accedere neanche al servizio scolastico…”.
Insomma, tanto rumore per nulla, le previsioni iniziali si sono vaporizzate con un terzo delle domande presentate e su queste gravano molti sospetti ed ombre minacciose.
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