La truffa dei falsi Cartier made in China

In Italia sono migliaia le persone che, in oltre quattro anni, hanno ricevuto l’anello farlocco. Occhio a carte di credito e conti correnti. La truffa cinese è in agguato.

Bareggio (Mi) – Dal 2020 ad oggi saranno migliaia le buste recapitate ad ignari cittadini contenenti un anello da donna apparentemente d’oro, con tanto di brillantini, e con all’interno il timbro del prestigioso stilista e la caratura del prezioso metallo nonché il numero del lotto. Ad una più attenta visione si tratta di una cineseria di plastica, con un cofanetto di cartone di un bel colore rosso “Pechino”, spedito tramite un corriere sconosciuto (che gira con un’auto nera non meglio identificata) da un’azienda che si chiama, in questo caso, YI Yanling di Hubei in Cina, telefono… eccetera, eccetera.

L’unica cosa che ci fa rimanere di stucco e che l’anello, recapitato ad un’insegnante di 40 anni che non l’ha mai ordinato, calza perfettamente nell’anulare della donna. La busta non contiene nient’altro mentre altri destinatari del “regalo” segnalano una ricevuta, un foglio esplicativo del prodotto, garanzia, e qualcuno anche una richiesta di pagamento.

In buona sostanza si tratterebbe di una truffa soltanto se l’ignaro destinatario del plico si vede alleggerito di qualche migliaia di euro prelevati da ignoti sul conto corrente o sulla carta di credito, com’è effettivamente accaduto. In questo caso la denuncia è scontata. E negli altri casi? Mentre ritengo che la segnalazione ai carabinieri e polizia sia comunque doverosa, non si capisce come i ladri in questione possano sgraffignare soldi a nostra insaputa, atteso che chiunque riceva il pacco, o per lo meno gran parte dei destinatari, non perda tempo nell’effettuare i dovuti riscontri bancari.

In qualche caso i soldi sarebbero stati rubati diversi giorni dopo la ricezione del plico, mentre in altri non c’è stato alcun prelievo illegale. Dunque che cosa ci dobbiamo aspettare? Come può essere che ignote aziende, ovviamente composte da delinquenti, siano in possesso di dati e “misure” personali? E’ presto detto: accertatevi di non inviare dati personali quando fate qualsiasi acquisto in rete se la ditta venditrice non è più che onesta. Oppure fate acquisti sicuri sul web utilizzando piattaforme come eBay o Amazon. Stessa accortezza quando digitate i dati delle vostre carte di credito (meglio se prepagate e contenenti in cassa le somme necessarie per gli acquisti) oppure quando fornite Iban e altri “dati sensibili” dei vostri istituti di credito.

E’ successo anche che numerosi quanto ignari acquirenti abbiano comprato, e pagato anticipatamente, un prodotto qualsiasi via internet presso aziende cinesi o di altri paesi orientali e non si siano visti recapitare nulla. Dopo settimane di solleciti tramite chat e mail la ditta in questione spariva come per incanto ma i soldi risultavano regolarmente incassati. Dopo un mese circa ecco arrivare in casa l’anello di plastica color oro che non vale un fico secco. Insomma milioni di euro sottratti a malaccorti utenti della rete in tutto il mondo.

Ricordiamo che il cybercrimine è sempre in agguato e le truffe sono all’ordine del giorno e non riguardano solo gli anziani ma anche giovani e adulti sprovveduti. C’è anche un’altra soluzione: chi ha ricevuto l’anello potrebbe tentare di restituirlo al mittente ma pare che l’operazione non sia possibile. La misteriosa ditta dagli occhi a mandorla o non esiste, oppure non ha nulla a che vedere con bigiotteria e gioielli falsi.

Ce n’é una al giorno, che due palle.

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