Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: chiesto processo per l’equipaggio della Mare Jonio

Tra gli indagati c’è Luca Casarini. L’udienza rinviata in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea sulla scriminante della solidarietà.

Ragusa – Il pubblico ministero della Procura di Ragusa ha formalmente richiesto il rinvio a giudizio per tutti i sette imputati coinvolti nel caso legato alla nave Mare Jonio, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante di averne tratto un profitto. Alla richiesta si è associata l’Avvocatura dello Stato, che si è costituita parte civile nel procedimento.

Attesa per la decisione della Corte di Giustizia Europea

La Procura ha contestualmente chiesto un rinvio pregiudiziale, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea, che dovrà esprimersi entro l’estate su un punto cruciale del diritto comunitario: l’applicabilità della scriminante di solidarietà nei casi in cui un’attività di soccorso in mare possa configurarsi come favoreggiamento dell’ingresso irregolare di migranti nel territorio nazionale.

Chi sono gli imputati nel procedimento


Tra gli imputati figurano Pietro Marrone, comandante della nave Mare Jonio, Alessandra Metz, legale rappresentante della società armatrice Idra Social Shipping, Giuseppe Caccia, vicepresidente del CdA della Idra e capo spedizione, Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans, Agnese Colpani, medico di bordo, Fabrizio Gatti, soccorritore, Geogios Apostolopoulos, tecnico dell’equipaggio. Tutti sono accusati di aver organizzato e attuato operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo centrale che, secondo la Procura, avrebbero violato le norme sull’immigrazione.

La difesa prende la parola

Durante l’udienza, dopo la richiesta del pubblico ministero, sono intervenuti i legali difensori degli imputati. La linea difensiva, già anticipata in precedenti occasioni, si fonda sulla legittimità delle attività di soccorso e sulla natura umanitaria delle missioni della Mare Jonio. La decisione definitiva sull’eventuale rinvio a giudizio sarà presa dopo il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che potrebbe chiarire i confini legali tra solidarietà umanitaria e reato di favoreggiamento.

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