I due contendenti sono ai ferri corti ma nel frattempo il Paese arranca, per non dire indietro tutta. Adesso ai buoni propositi debbono seguire i fatti. Non facciamo le solite manfrine, stavolta ci rimettiamo le penne.
Roma – Anno nuovo problemi vecchi. Un inizio del 2021 piuttosto nervoso per Matteo Renzi che non perde occasione per rilevare, a suo dire, molteplici incongruenze politiche. Si rispecchia in tal modo il solito cliché della politica bifronte, così Italia Viva lancia la sfida al presidente del Consiglio dandogli appuntamento in Camera e Senato affermando seccamente: “Se Conte vuole la conta, lo aspettiamo in Parlamento”.
Sono appena passati solo un paio di giorni dal discorso di Mattarella che ha parlato di ricostruzione, senso di responsabilità e dello Stato, che già partono le prime polemiche, anche se il destinatario è solo Conte. Inutile gettare la polvere sotto il tappeto perché l’insofferenza per il governo attuale è sotto gli occhi di tutti.
Ma anche a parlare è solo Renzi, il quale sostiene che sono stati fatti ben due documenti che contengono le proposte di Italia Viva per sostenere il Paese. In effetti la rabbia è tanta e i dubbi sempre gli stessi: Mes, infrastrutture, giustizia, Pubblica amministrazione e il 5G. Per non parlare dell’emergenza virus che continua con andamento poco rassicurante.
Così l’ex segretario del Pd afferma che se le idee del suo partito non piacciono se ne andrà dritto dritto all’opposizione. Le poltrone di tre ministeri, afferma Renzi, sono da questo momento a disposizione di Conte il quale “ha sbagliato a chiudere la verifica di governo in maniera così frettolosa. Ma se ha scelto i numeri in aula accettiamo la sfida. Peraltro lo ha fatto dal pulpito di una conferenza stampa, mentre il Senato votava per la prima volta una legge di bilancio, il 30 dicembre scorso, senza possibilità di cambiarla. Uno scandalo istituzionale. Peccato che Conte abbia preferito evitare l’Aula per inseguire l’ennesima diretta tv”.
Il leader di IV nega tuttavia che stia inviando un avviso di sfratto a palazzo Chigi. In ogni caso sta ponendo questioni a cui ancora non si risponde, solo tattica per un rimpasto? Forse ma non sembra solo il gioco delle tre carte. Sono molte le perplessità nella maggioranza silenziosa ma proprio questa è l’insidia.
Il silenzio dei partner di governo è inquietante. Disagio e tanta paura di confrontarsi regnano sovrani tanto da cercare strade alternative che, comunque, si scontrano con la legge dei numeri parlamentari. Tentare di approvare un documento programmatico per il futuro del Paese senza condividerlo con nessuno è un passo davvero azzardato.
Purtroppo, aggiunge Renzi, il problema non è solo di Italia Viva ma si ha la netta sensazione che per il richiamato documento non vi sia stata alcuna circolarità né conoscenza degli atti. E’ paradossale e non ci si può credere. Ecco perché aumenta la disaffezione alla politica da parte dei cittadini. A chi credere?
Comunque il presidente del Consiglio dice no agli ultimatum di Renzi e non arretra di un passo dalle sue posizioni perché, a dire di Conte, ci sono le condizioni per una sintesi politica sul Recovery Plan ma non sono ammissibili gli ultimatum. Da quale pulpito viene la predica. Per il leader di Italia Viva, invece, vi sono solo due strade percorribili: gestire la crisi o fare finta di niente.
Parole che sono pietre, da ambedue le parti. Comunque stiano le cose ormai fra i due è ancora braccio di ferro. Così il premier invita Italia Viva a chiarire se intende sostenere il governo, mentre Renzi risponde che “la palla è nel campo del presidente del Consiglio” e lo avverte, però, che questa volta farà sul serio. Non solo scaramucce.
In politichese significa che ancora ci sono i margini per una trattativa che porti ad un eventuale “Conte ter” ma il presidente del Consiglio non si fida. E chi potrebbe? Anche il ministro Gualtieri ribadisce la necessità di correre ed impegnarsi sul Recovery Plan. Sulla stessa lunghezza d’onda il premier che nella conferenza stampa di fine anno ha annunciato, a sorpresa, un decreto legge “sulla struttura della governance” e ribadito l’esigenza di procedure accelerate.
Però al di là delle chiacchiere se ancora non vi è il documento o la struttura di governance, è chiaro che non va tutto bene e si stanno trattando e valutando varie opzioni. A parte l’ottimismo di Conte, se non c’è alcuna visione d’insieme non serve a nulla accelerare sul Recovery.
Tuttavia da più parti si invoca chiarezza poiché fin quando non ci saranno passaggi trasparenti, nessuno potrà assumersi le proprie responsabilità. Renzi in ogni caso sta affrontando con molta energia e determinazione la vicenda politica. Zingaretti tace e d’altronde che motivo avrebbe per esporsi quando vi sono altri che sollevano questioni politiche al suo posto? In ogni caso la frattura nella maggioranza non sarebbe più ricomponibile. Stavolta Renzi e Conte appaiono sempre più lontani.
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