ROMA – NONOSTANTE RENZI IL PREMIER CONTE SA GIA’ CHE COSA FARA’ DOMANI

Giornata cruciale quella odierna ma, salvo sorprese, il premier Conte continuerà il suo cammino con un governo si spera più solido. In caso contrario le elezioni anticipate diventerebbero imprescindibili.

Roma – Dopo lo strappo di Italia Viva che conferma l’astensione dal voto di fiducia al premier, proseguono i contatti e gli incontri per garantire una maggioranza forte al governo Conte. Le trattative sono ancora in corso e continua la battuta di caccia per individuare dei “responsabili”.

Non vi sono soste, nemmeno durante il dibattito alla Camera dei Deputati, così i telefonini non smettono di squillare ed imperversano frenetiche le “condivisioni” sulla tenuta di un nuovo governo, specialmente nelle ore che precedono la prova dell’aula al Senato.

Liliana Segre

Anche Liliana Segre, senatrice a vita di 90 anni, ha dichiarato che oggi voterà la fiducia a Conte: “…Il sentimento prevalente che mi muove – ha spiegato Segre – è proprio quello dell’indignazione…”. La testimone della Shoah afferma di non accettare che in tempi così difficili in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici per tirare avanti guardando con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a disfunzioni e malgoverno.

Intanto Renzi ribadisce di non avere nulla di personale contro Conte ma ci sono poche possibilità di ricucire un rapporto con una persona che non ha risposto, per sei mesi, al grido di allarme di Italia Viva: “Guardate, qua rischiamo l’osso del collo”.

Ma anche dentro il partito di Renzi c’è chi va controcorrente. La vice presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Michela Rostan, annuncia che voterà la fiducia al governo Conte. Fuori uno, e speriamo che la cosa si fermi qui. Sennò sarebbero dolori. Per Renzi, ovviamente.

Michela Rostan

Intanto il M5S chiude all’ipotesi di un’intesa con Italia Viva e annuncia il sostegno al premier anche con una maggioranza “arlecchino”. Ormai il vestito della festa è stato acquistato, con i saldi, e può essere indossato con qualsiasi tempo e in ogni occasione

Il tradimento, ieri di Salvini ed oggi di Renzi, i grillini non riescono proprio a digerirlo, nemmeno con un abbondante dose di Maalox Plus. Come se fosse un crimine dissentire da ben determinate scelte politiche. Comunque stiano le cose, e sono messe male, l’intesa con Renzi rimane l’unica pista da battere per potere avere una maggioranza che abbia un futuro davanti. Un futuro reale e non la sola sopravvivenza alla già asfittica legislatura. Basta volerlo.

Anche Zingaretti, comunque, chiude la porta a Renzi. A dire del segretario del Pd l’ex presidente del Consiglio avrebbe commesso un atto di arroganza perché una cosa è rilanciare e mettersi in discussione, altra cosa è distruggere, cioè aprire una crisi al buio che rappresenta l’opposto della volontà di migliorare l’azione di governo.

Se non si rispettano le opinioni degli altri, ha evidenziato Zingaretti, allora viene meno la fiducia e la possibilità di lavorare insieme. Dimentica, però, l’esponente del Pd che si devono rispettare le idee di tutti, anche se diverse dalle proprie e che solo grazie all’ex presidente del Consiglio questo governo, il Conte bis, si è potuto comunque realizzare.

Se fosse dipeso esclusivamente da Zingaretti si sarebbe andati ad elezioni anticipate, consentendo, in quel momento storico, alla Lega ed alle destre di ipotecare la poltrona di presidente del Consiglio. Tanto per non dimenticare ed nel rispetto della verità.

Nicola Zingaretti

D’altronde è risaputo che la politica divora tutto ma non si può consentire l’oblio della memoria ed un travisamento della storia recente. La politica con la P maiuscola è un’altra cosa. E non esiste più. Non ci sono, purtroppo, statisti di spessore all’orizzonte. Né personaggi, fra gli scranni, con una visione chiara.

Tant’è che adesso non si sa bene come l’Italia dovrà affrontare il piano di vaccinazione generale, le riforme sociali e del lavoro, nonché il grande nodo del Recovery, i cui fondi dovranno essere impiegati per risollevare le sorti di un Paese ormai sull’orlo del default, parliamoci chiaro. 

Nel frattempo continua la “querelle-spettacolo” tra Mastella e Calenda, con denunce reciproche, per una “proposta indecente” che il sindaco di Benevento avrebbe fatto a Calenda al riguardo di un presunto scambio di favori, pro Conte, a vantaggio del quale era stato chiesto un aiuto in Parlamento in cambio dell’appoggio del Pd alla candidatura a sindaco di Roma.

Calenda e Mastella, il circo continua

Roba da far accapponare la pelle mentre il Covid imperversa senza tregua. In ogni caso Conte sarebbe costretto ad accontentarsi di 155 voti in Senato, ovvero di una maggioranza relativa, sufficiente per restare in sella con l’astensione di Italia Viva, ma al di sotto della maggioranza assoluta per la quale occorrono 161 voti favorevoli.

Anche il Quirinale auspica che Conte possa contare su un esecutivo solido e non traballante. Diversi gli scenari ancora aperti nonostante i tempi ristretti. Mentre dai renziani giungono segnali di apertura dell’ultim’ora come quello del coordinatore nazionale di IV, Ettore Rosato, Pd e M5s chiudono, ancora una volta, all’ipotesi di recuperare il dialogo con Italia Viva.

Ettore Rosato

Allo stato attuale non c’è alcuno spiraglio di collaborazione. Se si fosse stati così intransigenti, dopo la caduta del governo giallo-verde, a causa di un mojito di troppo, sia il Pd che il M5S sarebbero scesi al minimo storico. Intanto si continua a colpi di hashtag #AvantiConConte. Ma sino a quando? Oggi si concludono i giochi: c’è da scommettere che Conte sa già che cosa farà domani.

 

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