Roma – Per causa del mancato accordo elettorale vi sono nubi sparse con possibili precipitazioni su tutto il territorio nazionale, con probabili eventi tellurici determinati da “Italia Viva” che, infatti, non ha partecipato alla riunione di maggioranza, mentre “Leu”, in disaccordo con la proposta presentata, già annuncia l’astensione sull’adozione del testo “Brescia” per la riunione in commissione , fissata per lunedì 20 luglio. La proposta di Pd e M5S è semplice: ripartire da un proporzionale con lo sbarramento al 5%. Ma il cammino parlamentare non si preannuncia semplice. L’opposizione, dall’altro lato, ha presentato un’altra proposta, con un testo basato sul principio maggioritario. “…Vogliono fare una legge proporzionale, mantenendo liste bloccate per il 100% degli eletti…”, afferma l’On. Meloni, ringalluzzita dai sondaggi. Con il proporzionale certo non sei vincolato alle alleanze e nemmeno ai programmi. Ma considerato come hanno governato fino ad oggi e, soprattutto, con la formazione di alleanze imprevedibili (come lega/Pd e M5s), perché si continua ad invocare e mortificare la “prima repubblica” come se fosse stata il male assoluto? Si vogliono, per caso, confrontare le culture degli esponenti parlamentari di allora con adesso…? Peraltro lo scempio morale, di allora, non è paragonabile all’attuale corruzione, basata su altri presupposti. Ben più gravi.
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Si presenta così, estremamente caldo, il fronte delle legge elettorale che, da calendario, dovrebbe approdare in aula alla Camera il prossimo 27 luglio. Il Pd continua a premere per l’accelerazione. Ma il patto di maggioranza sottoscritto mesi fa sul testo “Brescia” di fatto non c’è più.
“…Noi non abbiamo partecipato alla riunione di maggioranza perché non condividiamo questa accelerazione, non essendo la legge elettorale una priorità…”, spiega Marco Di Maio di Italia Viva. Decisamente nella norma Il clima nell’opposizione, infatti nessuno vuole cedere, attualmente, sulle proprie proposte di riforma, avanzate a garanzia della personale sopravvivenza.
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Sicuramente chi si asterrà è Leu che, a suo tempo, non sottoscrisse il testo Brescia con Pd, M5S e Iv. “Noi siamo per il proporzionale e contrari alla soglia del 5%, ecco perché se non interverranno modifiche, ci asterremo”, afferma Federico Fornaro (capogruppo di Leu).
Il problema alla base delle divergenze è la revisione in senso proporzionale della proposta di legge (proporzionale con sbarramento al 5%) che non convince LeU e Italia viva. Matteo Renzi si è espresso tramite la sua e-news e ha detto di voler portare a livello nazionale il modello dei sindaci. Ma ha anche fatto capire di non apprezzare “l’accelerazione” che stanno imprimendo, alla vicenda. Infatti “…Pd e 5 stelle vogliono chiudere la vicenda in tre giorni…”, ha scritto Renzi, il quale rafforza il proprio “niet” alla proposta dei due alleati: “Noi non facciamo le barricate, perché le priorità del Paese oggi sono i posti di lavoro, non i posti in Parlamento. Tuttavia, continua il leader di Italia Viva, rimaniamo fermi sulla nostra idea di sempre: “ci vuole la legge elettorale dei sindaci. Bisogna sapere la sera chi ha vinto, non consentire trattative lunghe cinque anni e governi che cambiano colore ogni anno. Noi vogliamo il sindaco d’Italia. Se altri preferiscono la palude di adesso, lo faranno senza il nostro voto”. Come non dargli torto. Si fa strada, così, una maggioranza trasversale per rimanere in partita. Diversi i tentativi di conciliazione, anche se le visioni politiche sono troppo differenti, tra maggioritario e proporzionale puro.
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Il nervosismo nei partiti è palpabile. Difficile fare previsioni. Intanto Forza Italia si è spostata su posizioni maggioritarie, infatti l’On. Gelmini assicura che “Il ritorno al proporzionale non troverà mai la nostra convergenza”. Il “Germanicum“, cioè il proporzionale proposto dalla maggioranza, “è una legge salva inciucio”, afferma qualche noto esponente di destra. Nei fatti, non si esclude un rinvio a settembre. Il clima resta teso e le opzioni ancora diverse.
Si è certi che la legge elettorale non si farà in questo momento, poiché il rischio di elezioni anticipate sarebbe veramente molto alto. Attendere conviene alla maggioranza per riportare Italia Viva e Leu ad un ripensamento, concedendo una percentuale di sbarramento elettorale più bassa, per assicurare un ritorno in Parlamento. Le opposizioni certamente spingono in senso contrario per fare emergere tutte le difficoltà e contraddizioni di una agguerrita maggioranza, ma non disdegnano un rinvio a dopo l’estate per cercare un clima favorevole per tentare di “capovolgere il tavolo”. In ogni caso non c’è tutta questa urgenza visto che non si è lontani dal fine legislatura, a meno che qualcuno non pensi davvero ad una fine anticipata dell’attuale esecutivo. Intanto Forza Italia ha depositato un suo testo e ha chiesto che sia incardinato in commissione, puntando in tal modo a modificare le percentuali tra maggioritario e proporzionale: ossia due terzi ai collegi, un terzo alle liste. Evvai.
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