La tragica vicenda presenta ancora diversi lati oscuri. Anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio. L’ingegnere Moroni era considerato un mago delle App e dei programmi per Pc ed aveva deciso di stabilirsi ad Amsterdam. Il presunto assassino è stato catturato.
Allumiere – Il 4 febbraio scorso la salma di Paolo Moroni, ingegnere informatico di 42 anni ucciso ad Amsterdam tra il 25 ed il 27 gennaio, è rientrata in Italia. L’autorizzazione è stata concessa dalle autorità olandesi ai familiari del defunto mentre il nostro ministero degli Esteri ha messo a disposizione un aereo militare per il trasporto del feretro poi trasferito presso l’obitorio dell’ospedale Gemelli a disposizione della magistratura capitolina.
Una prima autopsia era stata eseguita il 31 gennaio scorso in Olanda ma alla famiglia non era stata data la possibilità di nominare un proprio perito dunque senza un contraddittorio. Gli inquirenti romani, che hanno già avviato una seconda inchiesta per omicidio, hanno dato disposizioni per una seconda autopsia eseguita il 7 febbraio scorso.
Subito dopo le spoglie del professionista sono state restituite ai congiunti per il funerale che si è svolto il 9 febbraio nella chiesa di Santa Maria Assunta ad Allumiere, in provincia di Roma, il cui sindaco Antonio Pasquini ha dichiarato il lutto cittadino per l’intero giorno della cerimonia funebre. Moroni viveva in Olanda da diversi anni e lavorava come sviluppatore di programmi e applicazioni per computer.
Da qualche mese aveva messo su casa in un complesso residenziale di Voc, un quartiere di Amsterdam che si affaccia sul porto. Durante la pandemia il bravo professionista era tornato dai suoi congiunti e dalla loro abitazione di Allumiere l’informatico lavorava in smart-working. L’8 gennaio scorso l’ingegnere era rientrato ad Amsterdam.
Il suo cadavere era stato ritrovato il 27 gennaio dalla polizia locale dietro segnalazione di un amico della vittima che, non ricevendo risposta da Moroni a numerose telefonate, aveva allertato le forze dell’ordine. I poliziotti ed il medico legale avrebbero notato il corpo senza vita del professionista riverso sul pavimento del salotto di casa in un lago di sangue.
La salma presentava numerose ferite da arma da taglio sul torace, addome e collo inferte con violenza probabilmente con un coltello acuminato. La tesi delle coltellate sarebbe stata confermata dalla successiva autopsia. Gli investigatori olandesi hanno parlato subito di omicidio e la stessa famiglia della vittima ne era convinta.
La ricostruzione dei fatti, ancora nebulosa per via di una certa reticenza delle autorità olandesi nel riferire le notizie alla Farnesina e alla stampa, è ancora al vaglio degli inquirenti d’oltralpe che, nel frattempo, avrebbero arrestato il presunto assassino. Si tratterebbe di un uomo maghrebino di 38 anni che forse conosceva Moroni e che il professionista avrebbe fatto entrare in casa non temendo certo di fare una brutta fine.
L’ingegnere si sarebbe allontanato dal salotto per andare in cucina. Al suo ritorno l’informatico avrebbe sorpreso il conoscente mentre arraffava denaro da dentro un cassetto di un mobile. A questo punto i due avrebbero iniziato a litigare ed è probabile che l’esperto informatico avesse invitato il presunto ladro a lasciare la sua abitazione.
L’alterco si sarebbe trasformato quasi in un corpo a corpo e a questo punto il marocchino avrebbe tirato fuori un coltello con il quale colpiva a morte il professionista prima di darsi alla fuga. La tesi della rapina finita male, però, non sarebbe stata confermata e sembra che la serratura dell’abitazione della vittima fosse difettosa, forse addirittura forzata.
Dalle telecamere di sorveglianza e da altri indizi la polizia olandese sarebbe risalita all’identità del presunto killer che si troverebbe ancora recluso nel locale penitenziario in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario:
”…Le forze dell’ordine mantengono un’assoluta chiusura sui progressi delle indagini anche con la Farnesina – dice il legale della famiglia Moroni, avvocato Bruno Forestieri – il mio timore è che le indagini si rivelino fatte male come è avvenuto tante volte per cittadini all’estero…La serratura di casa è stata poi sostituita dalle autorità locali. Da chiarire ci sono ancora alcuni punti, a cominciare da quello che è stato rubato a casa dell’ingegnere, aspettiamo che i magistrati olandesi trasmettano gli atti alla Procura di Roma…”.