I nonni fanno bene alla salute. Sono ormai svariate le ricerche scientifiche che lo confermano. Il rapporto tra nonni e nipoti giova al benessere di entrambi. Nonostante qualche inevitabile diverbio, purché costruttivo.
Meno male che il nonno c’è! E’ proprio il caso di dirlo, parafrasando il famoso motto della discesa nell’agone politico di Sua Emittenza Cavaliere Silvio Berlusconi nel lontano 1994. Meno male che Silvio c’è. Nell’immaginario collettivo i nonni hanno assunto un ruolo importante per i loro esempi di saggezza e di guida, nonché per la trasmissione di tutto il bagaglio di esperienze che detengono. Con la crisi economica, per molte famiglie, sono stati l’unico sostegno economico, sopperendo alla carenza del welfare state. Nonni e nipoti: tutti noi abbiamo dei ricordi fulgidi dei loro capelli bianchi perché le porte dei loro cuori erano sempre aperte per la comprensione e l’accoglienza.
Pur subendo, a volte, qualche scherzo innocente da parte di nipoti un po’ monelli, erano sempre pronti a perdonare. In genere i rapporti nonni-nipoti sono caratterizzati da sorrisi e complicità, giochi, tenerezze e paghette sostanziose. Anche la scienza ha sancito che i nonni diffondono benefici. Sono stati effettuati al riguardo numerosi studi.
Pur tenendo conto che ogni famiglia ha le sue dinamiche, è emersa la centralità della figura dei nonni. Uno studio del 2016, apparso sulla National Library of Medicine (la più grande biblioteca medica del mondo, con sede negli USA) e su PubMed (servizio di ricerca gratuito di letteratura biomedica), ha evidenziato come durante l’infanzia la presenza dei nonni sia positiva per la crescita fisica e psicologica dei bambini.
Oltre a svolgere il ruolo di caregiver secondari, rappresentano un punto di riferimento dei più piccoli. Infatti, manifestando più indulgenza rispetto ai genitori, assurgono al ruolo di veri e propri confessori dei problemi più spinosi dei bimbi. E’ chiaro che i genitori restano i depositari dell’educazione che trasmettono ai loro pargoli, ma i nonni rivestono un ruolo decisivo per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
Una ricerca dell’Università di Oxford, Inghilterra, ha confermato che i bambini e gli adolescenti che hanno avuto nonni molto presenti nella loro crescita, hanno manifestato meno criticità emotive e comportamentali, rispetto a quelli che hanno patito la loro assenza. Ne sono venuti fuori, finanche, ruoli diversi tra il nonno e la nonna. Il primo assume funzioni di tutor e di esperto in attività pratiche. La seconda, invece, manifesta più tenerezza, coccole e confidenze.
Come due giocatori di calcio che si completano a vicenda, la loro combinazione produce effetti positivi sullo sviluppo della personalità e del carattere dei più piccoli. Si può senz’altro affermare, senza tema di smentite, che l’affetto che i nonni nutrono per i loro nipoti è unico, inimitabile e accudente. In una parola senza confini.
Hanno, quasi sempre, una spiccata intelligenza emotiva per comprendere i piccoli tormenti dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ vero che il rapporto nonni-nipoti nella sua evoluzione produce una sorta di malinconia, quel quid in più che ci rendiamo conto, col tempo, dona molto più di quanto si potrebbe immaginare. Col trascorrere degli anni ci si rende conto di quanto siano stati preziosi coi loro amorevoli consigli, frutto della loro saggezza ed esperienza, ma anche della loro fragilità.
Ed anche quando dipartono, il vuoto che ci lasciano è sostituito da uno spazio da loro costruito, fatto di insegnamenti che si stagliano fissi, netti, come frammenti di vita che non ci abbandoneranno mai. La loro importanza è così rilevante nella società che è stata sancita anche dalle istituzioni governative. Nel 1978 il presidente statunitense Jimmy Carter istituì la festa dei nonni come ricorrenza civile.
In seguito si è diffusa in molte aree del mondo, anche se non viene festeggiata nello stesso giorno. In Italia la ricorrenza cade il 2 ottobre. La figura dei nonni si erge statuaria nella società anche per l’assenza di un welfare state attento alla tutela e all’educazione dell’infanzia e dell’adolescenza. Forse è meglio così, visto i danni che hanno combinato, finora, le istituzioni politiche!