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NICOSIA – FUNZIONARI PUBBLICI COLLUSI CON LA MAFIA. I NEBRODI IN MANO A COSA NOSTRA.

Il Parco dei Nebrodi è diventato negli anni un grande polo di interessi mafiosi nell'ambito agro-silvo-pastorale. Un fiume di denaro che entra nelle tasche della criminalità organizzata.

Nicosia – È “New Park” il nome dell’operazione antimafia condotta da uomini e donne della Guardia di Finanza del comando provinciale di Enna, con il supporto delle Fiamme Gialle di Nicosia e della compagnia Impiego di Catania, su coordinamento della Dda di Caltanissetta, che ha messo nel mirino 10 imprenditori e due funzionari pubblici collegati alla cosiddetta mafia dei Nebrodi. Nell’ambito della stessa operazione la Gdf ha notificato un avviso di garanzia a cisacuno dei 14 indagati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. È contestata anche la circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso. Al centro dell’operazione, l’assegnazione condizionata dall’influenza mafiosa di 1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete tenute, tra il 2014 e il 2017, da parte dell’Azienda speciale silvo-pastorale di Troina.

Il Parco dei Nebrodi centro di affari mafiosi.

Tra le persone indagate due ex direttori pro-tempore dell’Azienda speciale-silvo pastorale di Troina, si tratta di Giuseppe Alessandro Militello e Salvatore Pantò. Gli imprenditori agricoli coinvolti sono: Giuseppe Conti Taguali, Carmela Pruiti, Gaetano Conti Taguali, Calogero Conti Taguali, Sebastiano Conti Taguali, Maria Conti Taguali, Melissa Miracolo, Sebastiano Musarra Pizzo, Salvatore Armeli Iapichino, e Sabastiano Foti Belligambi. Secondo le ricostruzioni della Dda di Caltanissetta, i dieci con la connivenza del direttore pro-tempore dell’Azienda silvo-pastorale, che procedeva anche all’arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all’epoca prevista per le verifiche antimafia, avvalendosi del metodo mafioso e della forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali. Le aggiudicazioni illecite, come ha ricostruito la Guardia di Finanza, avrebbero permesso ai 10 imprenditori la percezione indebita, dal 2014 al 2017, di contributi comunitari per 2,5 milioni di euro.

L’operazione, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, è stata condotta dalla Gdf

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Gli inquirenti inoltre hanno scoperto che in merito ad una gara bandita nel 2017, sarebbe stata perpetrata un’estorsione ad opera di altri 2 indagati a un imprenditore del Messinese legittimamente assegnatario di alcuni lotti di pascolo che erano prima gestiti da alcuni degli indagati. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite dalle Fiamme gialle del comando provinciale di Enna sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare 12 fucili, tre pistole, 10 coltelli e munizioni di vario calibro.

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