Per carabinieri e Procura di Termini Imerese il caso è stato chiuso come suicidio. Per i parenti della vittima ci sarebbero diversi particolari poco chiari che potrebbero far pensare ad altro. Alessio era un ragazzo solare che amava gli animali e la natura. Non avrebbe avuto alcun motivo per togliersi la vita.
Ventimiglia di Sicilia – Per gli inquirenti non ci sarebbe nulla dietro la morte di Massimo Melluso detto Alessio, 31 anni, allevatore di origini campane con la passione per le bambole Barbie, ritrovato cadavere in un capanno lo scorso 26 giugno. Per la famiglia invece c’è qualcosa che non va in quel suicidio non annunciato che ha provocato dolore e sconforto fra i parenti e gli amici del giovane che non sanno darsi pace.
Alessio, come lo chiamavano tutti, era originario di Villaricca, in provincia di Napoli. Si era trasferito da Roma in Sicilia con il suo compagno R.P. con il quale avevano messo su un allevamento di conigli “Gli amici di Matilde-coniglio Ariete nano”, iscritto all’Anci, alla periferia del paese in provincia di Palermo.
Il giovane, che collezionava numerosi esemplari anche rari di bambole Barbie, la famosa fashion doll americana dai capelli biondi commercializzata dalla Mattel sin dal 1959, non aveva mai dato segni di disagio né di particolari problemi esistenziali.
Anzi pare che insieme al suo compagno, di origini isolane, con il quale conviveva da circa sette anni avessero deciso di unirsi civilmente per coronare il loro sogno d’amore. Nulla dunque faceva presagire il presunto insano gesto con il quale i carabinieri e la Procura di Termini Imerese avrebbero archiviato il caso.
L’uomo sarebbe stato ritrovato impiccato nel suo casolare dove allevava i conigli dallo stesso compagno che entrando nella struttura agricola lo avrebbe visto appeso ad una trave del soffitto. Sembra anche che lo stesso fidanzato della vittima abbia reciso con un coltello la corda che stringeva il collo del povero Alessio per tirarlo giù da quella macabra posizione piuttosto alta rispetto al pavimento.
Melluso non avrebbe lasciato alcun biglietto a giustificazione del suo insano gesto. Pare invece che vicino al corpo senza vita dell’allevatore siano state ritrovate alcune siringhe contenenti medicine o siero destinati ai conigli che forse lo stesso giovane avrebbe dovuto somministrare agli animali a cui voleva un gran bene.
Successivamente i carabinieri di Ventimiglia di Sicilia avrebbero avvisato la famiglia della morte di Alessio Melluso a seguito della ricognizione cadaverica operata dal medico legale il quale avrebbe attribuito la morte del giovane ad asfissia meccanica da strangolamento senza rilevare segni di violenza sul corpo e, come pare, nemmeno contusioni da caduta eventualmente dovute al peso del corpo per l’impatto sul pavimento dopo il taglio della corda.
La salma veniva restituita alla famiglia che, prima di trasferirla a Napoli, celebrava il funerale del giovane il 30 giugno scorso presso la chiesa Madre di Ventimiglia:”… Mio figlio era sereno, conduceva una vita normale – dice Maria Vicenzino, mamma della vittima – parlavamo ogni giorno e nulla lasciava presagire un gesto del genere… Qualcuno ha usato il suo cellulare dopo la morte… Se qualcuno sa che parli, vogliamo giustizia…”.
Per altro la vittima era particolarmente affezionata al suo cane “Matilde”, un bulldog francese di colore nero, dal quale mai e poi mai si sarebbe separato o, per lo meno, senza lasciare disposizioni per chi avrebbe dovuto badargli.
E quelle siringhe lasciate sul tavolo e certamente destinate alla profilassi dei suoi amatissimi conigli? Sembra anche che Alessio avesse telefonato alla sorella la sera prima del decesso senza mostrare particolare emozione o sentore di tragedie imminenti, dunque perché avrebbe dovuto togliersi la vita?
Pare anche che la vittima non avesse avuto screzi con il compagno con il quale avrebbe dovuto unirsi in matrimonio civile a breve:”… L’ipotesi del suicidio non convince la signora Maria Vicenzino mia assistita – aggiunge l’avvocato Beniamino Esposito – infatti abbiamo sporto denuncia contro ignoti, già integrata con altri quesiti, presso la locale stazione dei carabinieri di Ventimiglia e inoltrato la richiesta di autopsia alla Procura di Termini Imerese con diversi successivi solleciti anche via Pec, la famiglia vuole la verità…”.
Anche il sindaco di Ventimiglia, Antonio Rini, ha manifestato il proprio cordoglio alla famiglia del giovane scomparso partecipando alle esequie a titolo personale e di tutta la comunità calamignara:“…La coppia è stata bene accolta in paese e non c’è stata alcuna discriminazione – ha evidenziato il primo cittadino – abbiamo assistito la famiglia mettendoci a disposizione per qualsiasi necessità dopo la tragedia. Al compagno e ai parenti della vittima rinnoviamo la nostra solidarietà...”.