Il partito di Giorgia Meloni inizia le danze con un'opposizione costruttiva nonostante il dissenso alla fiducia del nuovo Governo. L'ultima parola spetterebbe agli italiani ma le urne sembrano sempre più distanti.
Milano – Le manifestazioni di protesta contro il neonato Governo Draghi portano la firma del partito di Giorgia Meloni, l’unico leader che non ha giurato “fedeltà” al banchiere romano. E proprio dalla capitale dell’industria italiana, dell’impresa e del commercio, è partita l’iniziativa politica che ha visto in piazza i rappresentati di FdI ai vari livelli istituzionali della Lombardia:
“…Ho partecipato al gazebo di Fdi per spiegare ai cittadini perché non abbiamo voluto far parte del nuovo governo Draghi – ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato – fino a qualche giorno fa doveva essere il governo dei migliori e invece alla fine si è dimostrato una versione ritoccata di quello precedente. Oggi siamo in piazza con 15 gazebo e banchetti, per rivendicare la nostra solitaria posizione, animata dalla coerenza che ha contraddistinto sempre il nostro percorso politico. In questi anni, da opposizione, abbiamo lavorato per il bene del Paese, senza cercare posizioni di privilegio o poltrone. Continueremo a farlo anche oggi, ancora più convinti di fronte a questa sgangherata maggioranza...”.
Con De Corato è stato presente, fra gli altri, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza che ha ricordato l’eventualità, già evidenziata dalla Meloni, di votare in aula i provvedimenti del nuovo governo man mano che arrivano in Parlamento senza tuttavia proporsi per la fiducia di un esecutivo-fotocopia di altri governi rimasti tristemente famosi nella memoria degli italiani:
“…Rimangono nel Governo Draghi il ministro degli sbarchi Lamorgese – ha aggiunto De Corato – che nel 2020 è riuscita a far sbarcare 34.134 irregolari sulle nostre coste e da inizio 2021 si è addirittura migliorata con 2231 nuovi arrivi contro i 1777 dello stesso periodo. A questi dati va poi aggiunta la nuova legge che farà del nostro Paese il pronto soccorso del terzo mondo. Poi cosa dire del ministro 5 Stelle Di Maio, buono per ogni stagione, un vero e proprio esempio di trasformismo della Prima Repubblica. Con questo nuovo governo i pentastellati sono riusciti ad allearsi con tutti quelli con i quali avevano giurato di non allearsi mai…stai a vedere che la poltrona vale più della coerenza? Un governo a scadenza come il latte, perché le fratture prima o poi si faranno sentire. Rimaniamo sempre più convinti che solo una maggioranza coesa e con un mandato popolare può essere credibile…”
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