Troppi misteri si celano dietro un caso di scomparsa che potrebbe avere un regista colluso con la malavita organizzata. Il molti credono che il giovane sia caduto vittima di un agguato mortale.
Meta di Sorrento – All’1.54 del 12 febbraio 2017, a Vico Equense in provincia di Napoli, una pattuglia radiomobile dell’Arma fermava un ragazzo che vagava per strada nei pressi dell’ospedale. Rispondendo ai carabinieri, il giovane raccontava di dirigersi verso il porticciolo perché doveva andare a pesca con amici. Mentiva. Il diciottenne Luigi Celentano, da quel momento, spariva nel nulla.
Aveva trascorso una giornata agitata Luigi, detto Giggino Wi-Fi per la sua smodata ricerca di connettersi ad una rete per navigare gratis. Pochi giorni prima di allontanarsi, diceva alla madre ”…Mamma vieni un attimo vicino a me perché tra poco non ci vedremo più. Me ne devo andare subito perché mi hanno minacciato di morte e questa persona farà perdere le tracce del mio corpo. I giornali parleranno di me…”. Invano Fulvia aveva cercato di ottenere risposte dal figlio che gli aveva detto di non poterle rivelare nulla per non metterla in pericolo.
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E così, verso mezzanotte, Luigi si era alzato dal letto, si era vestito ed era uscito di casa. Si era incamminato a piedi verso Vico Equense, percorrendo circa sei chilometri chiedere aiuto in casa dello zio Franco, il fratello del padre. Anche a parente aveva confessato che qualcuno voleva ammazzarlo e gli aveva offerto 20 euro per aiutarlo a fuggire. Lo zio e gli altri familiari avevano provato a calmarlo e a trattenerlo ma il ragazzo aveva addirittura rotto la maniglia della porta pur di fuggire a tutti i costi.
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Cosa era successo a Giggino Wi-Fi? Era finito in un guaio più grande di lui? Chi voleva la morte di quel giovane che viveva a Meta di Sorrento con la madre, il patrigno Gennaro e il fratellastro? Luigi è un ragazzo estremamente sensibile, che coltiva il gusto dell’estetica, che si tinge i capelli di biondo, che usa spesso le lenti a contatto azzurre, che vuole andare a Milano e lavorare nel mondo della moda. Un ragazzo particolare, diverso dai suoi coetanei e, proprio per questo, emarginato, deriso, insultato, spesso denudato e picchiato. Nel dicembre 2016 gli rompono anche un braccio. Giggino è vittima di bullismo, ma non ci sta e va a denunciare il branco. Ai primi di febbraio sporge un’altra denuncia, questa volta contro il patrigno, che accusa di insulti e minacce di morte nei suoi confronti. Il loro rapporto è talmente difficile che il diciottenne è costretto a girovagare tutto il giorno fuori casa mentre la madre è al lavoro per mantenere la famiglia.
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Insomma Giggino non si trova e Fulvia sporge denuncia di scomparsa presso i carabinieri di Piano di Sorrento che, a loro volta, si mettono in contatto con quelli di Sorrento e di Vico Equense. I militari di Vico Equense riconoscono nel ragazzo fermato in zona ospedale Luigi Celentano ai quali, però, non aveva chiesto aiuto. La matassa è troppo ingarbugliata tanto che Fulvia decide di rivolgersi, diverse volte, a ”Chi l’ha visto?”. E proprio il programma di Rai riusciva a rintracciare Giovanni Celentano, il padre di Giggino. L’uomo si definisce un artista a tutto tondo: pittore, scultore, cantante e cartomante. E sostiene che la carta che è uscita, il sette nero di picche, a propositoi della fuga del figlio, porta male. Senza peli sulla lingua il presunto veggente rincarava la dose davanti alla giornalista inviata della Sciarelli:”…O lo tengono incatenato da qualche parte o non c’è più…”. L’uomo ha raccontato anche che il figlio gli aveva chiesto di allenarlo, perché il lunedì successivo alla sua scomparsa, avrebbe dovuto sostenere un incontro di boxe con un coetaneo che gli avrebbe fruttato tra i 500 e i 1000 euro. Secondo il padre, Luigi sarebbe finito in un giro di incontri di boxe clandestini.
Numerose sono state le segnalazioni di persone che avrebbero visto il giovane metese a Roma, nella zona di Viale Marconi. Una donna è così convinta che sia lui il ragazzo con il casco nella mano sinistra in un garage, da andare a riferirlo ai carabinieri. Anche la commessa di un supermercato nelle vicinanze di Piazza Bologna è certa di averlo servito nel suo reparto.
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Eppure quella tecnologia che a Giggino piace tanto ci restituisce tracce di una qualche attività sulla sua scheda telefonica e sul suo profilo Facebook. Prima di andarsene il ragazzo aveva fatto a pezzi la sua Sim ma quel numero risulta ancora irraggiungibile. Fatto alquanto strano che implica che qualcuno abbia ricaricato quell’utenza che, altrimenti, dovrebbe risultare inattiva a distanza di tre anni. Pare anche che su Facebook ci siano stati una registrazione, nel giugno 2018, presso un ristorante di Sorrento e l’invio di alcune richieste di amicizia. E la stringa di 18 cifre numeriche postate da Luigi il 4 gennaio 2017 prima della fuga? Svariate sono state le interpretazioni: Sim, numeri Imei, carte di credito e postepay, il numero di telefono di una palestra di boxe tra i vicoli di Napoli, il titolo di una canzone di un dj di musica sperimentale. Ipotesi su ipotesi cadute nel vuoto.
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“… In tutta questa storia non c’è niente di scontato – ha dichiarato la madre di Luigi durante il recente intervento negli studi di Chi l’ha visto? – Cosa credere? A qualcuno che lo sta in qualche modo intimorendo oppure a una sua decisione di allontanamento? Io credo che la storia di mio figlio è così benvoluta dai telespettatori proprio perché riassume quelli che sono i malesseri di una società moderna, cioè il bullismo, la famiglia allargata, l’omofobia perché Luigi veniva scambiato per quello che non era. Dico così perché non mi risulta proprio, ma non ci sono problemi per questo e comunque me lo avrebbe confidato proprio per la mia apertura mentale, perciò mi sembra strana questa cosa (…) Naturalmente come mamma ho sempre la speranza, è quella che forse mi fa andare avanti. Sento nel mio cuore che lui è vivo. Essendo un ragazzo di buon animo, se sta bene, magari qualcuno l’ha aiutato …”.
Giggino Wi-Fi è entrato nel cuore di molti e questo lo dimostra anche una pagina a lui dedicata sempre su Facebook – “Luigi Celentano ricerca attiva”. Ma non solo: un gruppo di cittadini, sul noto portale change.org, ha lanciato una petizione affinché vengano effettuate indagini più approfondite e finalmente si arrivi alla verità sulla sua scomparsa. Dopo tre anni di silenzi, domande senza risposte e infinite supposizioni, sarebbe un atto dovuto nei confronti della famiglia del ragazzo che sui social postava un’emblematica frase che recitava in dialetto napoletano”Fatevi un esame di coscienza e poi bocciatevi”.
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