L’Italia al top? Sì, nel potere persuasivo del non ci fila nessuno

La classifica, stilata dal Brand Finance, è basata sui sondaggi che riguardano la percezione dei marchi nazionali in base alle opinioni di oltre 100 mila intervistati in tutto il mondo su 120 marchi nazionali. Abbiamo guadagnato il decimo posto non perché siamo andati indietro, piuttosto perché gli altri Paesi sono andati avanti.

Roma – Qualche settimana fa un titolo, tra tanti, nel frullatore globale delle notizie “un tanto al chilo”, ha destato l’interesse di molti: L’Italia al top! E di che con tutti i guai che abbiamo? Parecchie persone, malate di sport, hanno subito pensato ai recenti campionati indoor di atletica leggera, disputatisi tra il 18-20 marzo scorso, in cui gli atleti azzurri si sono ben comportati. Oppure allo sci femminile, dove le atlete italiane stanno facendo incetta di piazzamenti e vittorie. Nulla di tutto ciò. L’Italia è al top, invece, tra i Paesi che manifestano maggiore capacità di influenzare le scelte delle altre Nazioni, senza alcuna coercizione militare o economica.

Ma se nei summit, eventi o incontri internazionali non ci fila nessuno? Il nostro Paese è entrato tra i top 10 del “Global Soft Power Index 2022“, che è uno studio annuale di Brand Finance basato su sondaggi sulla percezione dei marchi nazionali, che raccoglie le opinioni di oltre 100 mila intervistati in tutto il mondo su 120 marchi nazionali.

In linea generale soft power (potere persuasivo) è una locuzione usata nella teoria delle relazioni internazionali per descrivere l’abilità di un potere politico di persuadere, attrarre e cooptare, grazie a risorse intangibili quali: cultura, valori e Istituzioni della Politica.

Dopo il crollo del 2020 in cui avevamo raggiunto il 19° posto, probabilmente per via della pandemia, ora abbiamo raggiunto il 10° posto. Secondo questa ricerca “l’Italia è riuscita a migliorare la propria percezione sulla gestione del Covid, dell’Educazione e Scienza, Affari e Commercio, Media e Comunicazione, Familiarità e Relazioni Internazionali“.

Poi è come leggere un elenco di stereotipi: la Nazione nella quale il cibo è il più amato al mondo e quella con la popolazione più socievole. Non resta che aggiungere: sole, pizza e mandolino ed il quadro è completo! Inoltre il Bel Paese è in zona podio pure per la percezione sulla qualità del divertimento, del patrimonio culturale e sulle qualità delle relazioni internazionali. E poi in ottima posizione per quanto riguarda arte e intrattenimento.

Le variazioni da un anno all’altro sembrerebbero indicare, di contro, che l’immagine italiana non è particolarmente solida perché vittima della congiuntura e non frutto di una crescita organica. Dallo studio condotto sono emerse anche altre curiosità. Ad esempio la moda, il lusso ed il cibo sono brand che rafforzano la percezione dell’Italia.

Il Made in Italy era considerato secondo solo ai giapponesi. Adesso, invece, siamo stati superati da americani, francesi e cinesi. Questa retrocessione in posizioni più defilate non sembrerebbe dovuta ad un arretramento degli italiani, quanto piuttosto ad un rafforzamento degli altri competitor.

A causa della guerra la Russia ha subito un crollo del 19% in termini di reputazione rispetto alla precedente rilevazione. Mentre è in forte miglioramento la percezione dell’Ucraina. Si è molto diffusa, infatti, la conoscenza, la reputazione e l’influenza di questo Stato da parte della popolazione mondiale.

Situazione che i cittadini ucraini avrebbero volentieri fatto a meno, se avessero potuto evitare una guerra. La reputazione internazionale poteva pure scendere ai minimi storici, se questo avesse evitato lutti, danni e profughi. A volte si ha la netta sensazione che ricerche di questo tipo lascino il tempo che trovano, però vengono effettuate e noi le raccontiamo.

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