L’istruttore cinofilo che ha preso a calci il suo cane si difende: il video era vecchio di 4 anni…

Il noto animal trainer è stato denunciato per maltrattamento dagli enti animalisti e protezionisti e pare anche per esercizio abusivo della professione poiché non in possesso del tesserino Enci. Claudio Mangini ha lavorato per Rai e diverse produzioni cinematografiche per le quali ha istruito cani di scena.

Massa Marittima (Grosseto)Nel vedere quelle immagini del cane che si contorce dal dolore per un calcio sferrato tra il basso ventre ed il fianco dal suo addestratore non può che farci rabbrividire.

Poi sarà la magistratura a stabilire se quanto accaduto durante una lezione di addestramento è passibile di incriminazione per il reato di maltrattamento o meno.

Intanto il video nel quale si vede il noto istruttore cinofilo Claudio Mangini, 57 anni, originario di Kiel in Germania, animal-trainer per cinema e tv, prendere a calci il suo lupo cecoslovacco, è diventato virale e attualmente sta girando per le vie infinite del web. Il videoclip, realizzato con uno smartphone e pubblicato su Facebbok, è caduto nelle mani degli animalisti e sono fioccate le denunce:

L’istruttore sferra un calcio nel basso ventre del cane che arretra e si piega in due dal dolore

”…Un evidente caso di maltrattamento, di sofferenza non solo fisica ma anche psichica volutamente inflitta – affermano le associazioni Enpa, Leidaa, Lav, Lndc e Oipa – se poi si trattava di un cane cosiddetto “morsicatore”, con precedenti per aggressioni, l’interessato dovrebbe spiegare perché un cane con problemi del genere è stato lasciato libero in un recinto, come risulta dal video, alla presenza di altri cani con i loro proprietari o conduttori…”.

Dunque in prima fila protezionisti e animalisti che hanno presentato una denuncia all’autorità giudiziaria affinché gli inquirenti valutino se il metodo di istruzione cinofila utilizzato da Mangini sia lecito oppure no, considerando che chiunque incrudelisce sugli animali, in particolare quelli d’affezione, deve rispondere del reato di maltrattamento previsto dal codice penale all’art. 544. I sodalizi di protezione zoofila vanno ben oltre le apparenze:

Mangini durante un addestramento. Da Fb

”…La crudezza delle immagini e la violenza impiegata contro l’animale sono tali da rendere necessario un controllo di legalità. La denuncia sarà corredata dalla perizia di un istruttore cinofilo specializzato in razze ibridate dal lupo e con master in recupero comportamentale…”.

In Italia il business sugli animali considerati da compagnia come cani e gatti raggiunge cifre vertiginose: dalle aziende che producono mangimi ai canili commerciali che sfornano cani di razza, dai canili privati dove si possono adottare cani randagi sino alle grandi cliniche veterinarie che curano le più disparate patologie a prezzi spesso esorbitanti, ai negozi di toilette per cani e gatti sino ai supermercati dove si può trovare qualsiasi cosa per Fido e Pippi.

Poi c’è il grosso giro dei contributi pubblici per il randagismo, il racket delle scommesse clandestine e dei furti di cani di razza a scopo d’estorsione, dei trasporti non autorizzati con staffette e delle false adozioni. Un macrocosmo che impiega migliaia di addetti, operai, falsi animalisti, delinquenti e chiunque abbia voglia di lucrare sulle povere bestiole realizzando alti redditi a fronte di spese spesso irrisorie.

Mangini si difende sul suo profilo Facebook

Di contro Claudio Mangini, sul suo profilo Facebook, ha tentato di difendersi, in verità con argomenti poco convincenti: ”…Il filmato è di quattro anni fa, i proprietari sono miei amici e il cane sta bene – dice Mangini nella sua diretta del 24 aprile scorso – quel lupo cecoslovacco ha morso cinque persone e ha mandato dal veterinario molti altri cani. Personalmente gli ho salvato la vita per ben due volte: la prima perché quel cane era pronto per l’eutanasia, la seconda volta proprio in quel momento ripreso nel video perché stava per scatenare una rissa contro altri quattro cani e a quest’ora sarebbe seppellito…”.

Lorenzo Croce

Qualora quel lupo cecoslovacco fosse stato riconosciuto come cane morsicatore dall’Asl competente, l’animale non doveva rimanere libero e men che meno in compagnia di altri cani. Ma non è tutto:

”… Il signor Mangini non sarebbe in possesso del tesserino Enci – dichiara Lorenzo Croce, presidente nazionale della Aidaa, associazione italiana Difesa Animali e Ambiente – infatti abbiamo deciso di inviare una seconda denuncia alla procura di Fermo e a quella di Varese per violazione dell’articolo 348 del codice penale, esercizio abusivo di una professione…”.

Michela Vittoria Brambilla nella sua trasmissione. Ospite Claudio Mangini

Sulla brutta vicenda è intervenuto anche il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni che condanna il comportamento aggressivo e violento del sedicente istruttore richiamando le produzioni televisive ad una maggiore attenzione nella scelta dei collaboratori.  

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