Il noto professionista forse avrebbe esagerato con la cosiddetta terapia sensoriale che le sue pazienti considerano violenza sessuale. Dello stesso avviso i giudici che hanno rinviato a giudizio Marcello Grasso, neuropsichiatra di Palermo, secondo l’accusa responsabile di aver costretto almeno due donne a soddisfare le sue presunte stravaganze erotiche.
Palermo – Attende ai domiciliari l’inizio del processo con il giudizio immediato fissato per il prossimo Novembre. Almeno due le presunte vittime che lo accusano di violenza sessuale durante l’esercizio della professione medica.
Il camice bianco imputato è assai noto a Palermo per aver aiutato donne in difficoltà e tossicodipendenti. Quando la notizia delle presunte violenze sessuali in danno di alcune sue pazienti è venuta fuori la Palermo che conta e rimasta basita.
Marcello Grasso, 70 anni, medico neuropsichiatra, fratello del più noto Pietro, già presidente del Senato e della Commissione nazionale Antimafia, coinvolto in una squallida vicenda a luci rosse? Lo scorso 30 marzo il noto professionista era stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile palermitana, sezione reati contro le fasce deboli, coordinati dal sostituto procuratore Giorgia Righi e dall’aggiunto Laura Vaccaro, a seguito della denuncia di una paziente.
A quest’ultima se ne sarebbero aggiunte almeno altre due che avrebbero confermato la loro versione dei fatti sia nei verbali precedentemente trascritti, sia durante l’incidente probatorio, ripercorrendo le diverse fasi dei paventati abusi sessuali.
Secondo l’accusa le tecniche utilizzate dal neuropsichiatra, consistite in massaggi, travestimenti in abiti succinti, manipolazioni e carezze intime, si sarebbero progressivamente trasformate in abusi sessuali. Grasso, difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re e dal collega Fabrizio Biondo che respingono tutte le accuse formulate contro il proprio assistito, potrebbe ancora optare per il rito abbreviato.
Se questo accadesse l’udienza di Novembre sarebbe posticipata. Il neuropsichiatra avrebbe adottato alcune terapie che utilizzano tecniche teatrali per ridurre il forte disagio psicologico di cui alcune sue pazienti erano affette.
Per le donne, invece, si sarebbe trattato di veri e propri abusi sessuali, parte dei quali consumati senza difendersi poiché, a dire delle denuncianti, il medico le avrebbe completamente plagiate:
”…Sono entrata da paziente ansiosa e nelle sue mani sono diventata una modella di nudo – ha messo a verbale una trentenne, impiegata – mi palpava il seno e le parti intime: stavo meglio, ma ero a disagio. Diceva di osare ed essere attiva per guarire, ma mi ripugnava…”.
Insomma il medico, spalmando nel tempo le sue richieste e dopo una lunga anamnesi, avrebbe fatto ballare nude le donne in questione o solo con gli slip. Le avrebbe anche fotografate in abiti succinti e in costumi burlesque oltre a massaggiarle con mani e bocca su seni e capezzoli per poi toccarle nelle parti intime chiedendo alle pazienti se provassero piacere o altre sensazioni.
In buona sostanza per le donne che hanno denunciato lo stimato professionista, per altro incensurato, e per molti anni medico in centri di riabilitazione per donne con gravi problemi psichiatrici e per soggetti tossicomani senza alcuna lamentela da parte dei suoi assistiti, Grasso avrebbe applicato una cosiddetta terapia sensoriale.
Profilassi questa a cui almeno due donne si sarebbero sottoposte riuscendo così ad “accettarsi”, a risolvere problemi di depressione, ansia e attacchi di panico, oltre che a “superare certi limiti” e rigettare il rifiuto della propria sessualità. Solo dopo la terapia, almeno così pare, le pazienti si sarebbero accorte di essere state completamente sottomesse dal dottore Grasso del quale si fidavano ciecamente dal punto di vista umano e professionale.
La prima a denunciare gli abusi lo scorso 13 febbraio presso il commissariato PS Libertà è stata una studentessa universitaria, sofferente di attacchi di panico e ansia, già paziente di Grasso dal 2018:
”… Era gentile e cortese, mi piacque subito il suo approccio terapeutico – sottoscrive la giovane – faceva dapprima lunghe conversazioni analitiche, prescrivendomi ansiolitici ma agli inizi del 2020 io ero molto migliorata nell’umore…Dopo altri sei mesi circa, per migliorare la mia percezione fisica, che io sottovalutavo per via del mio seno poco prosperoso, Grasso mi propose di indossare costumi succinti, collane, guanti, corpetti, cappelli, come se dovessi interpretare un personaggio burlesque. Cosa che facevo e che migliorava la mia autostima…”.
Poi il medico sarebbe passato a pratiche più intime, a toccamenti e carezze sui genitali. Mai rapporti sessuali:”…Sono tecniche che fanno del teatro una terapia – ha riferito Grasso tramite i suoi avvocati – ho risposto a tutte le domande dei giudici…”. A quanto pare, di contro, alcune terapie operate sulle pazienti in questione avrebbero funzionato davvero. Durante il processo verranno chiarite meglio le posizioni del professionista e delle presunte vittime.