Uno dei tanti errori giudiziari che si spera diventeranno sempre di meno con la riforma della Giustizia. Chi sbaglia deve pagare cosi com’è per qualsiasi cittadino che infrange la legge. Le scuse, quando qualcuno si degna di farle, non servono più. Soltanto cosi la società potrà riacquistare fiducia nelle istituzioni dello Stato.
Roma – La riforma della Giustizia è ormai indifferibile. Mettere toppe a norme importanti che hanno a che fare con la libertà del cittadino serve a poco e danneggia la collettività. Anche in questo estremamente importante comparto della società chi sbaglia deve pagare. E in prima persona, come per le altre categorie di professionisti.
E non fare spallucce o dire, come in questo e in altri casi, scusate abbiamo sbagliato, mentre la vita della persona sbattuta in galera da innocente è ormai irrimediabilmente compromessa. Ne sa qualcosa Greta Gila, 24 anni, modella e pittrice ungherese candidata a Miss Ungheria, che ha trascorso ben 74 giorni in carcere senza aver commesso alcun reato.
La giovane artista chiede adesso allo Stato italiano un risarcimento di 100mila per l’ingiusta detenzione. La vicenda risale al 22 marzo del 2019 quando la giovane magiara si sarebbe trovata in Italia, proveniente da Londra, con destinazione Tokio.
A Fiumicino, dove alloggiava in un hotel vicino all’aeroporto, la ragazza veniva arrestata per traffico internazionale di droga e tradotta presso il carcere di Civitavecchia. Greta si sarebbe fermata in Italia giusto il tempo d’incontrare un agente di un noto atelier che l’aveva scritturata per un servizio fotografico.
I due stavano aspettando la costumista quando l’agente si sarebbe allontanato, non si sa per quale motivo, mentre alle spalle della giovane ungherese si sarebbero materializzati due finanzieri che l’avrebbero fermata. Pare che proprio la costumista, oltre al campionario, avrebbe dovuto portare in Brasile una cospicua quantità di cocaina.
Le Fiamme gialle e gli agenti della Dogana, dopo aver sorpreso la costumista con la droga in valigia, l’avrebbero arrestata proponendole di collaborare facendo una “consegna guidata” nel tentativo di individuare e identificare il consegnatario dello stupefacente:
”…E’ accaduto però che il reale destinatario del carico di droga si era allontanato dal momento che la costumista ritardava – racconta il difensore di fiducia della modella, avvocato Massimiliano Scaringella – la persona che la trafficante ha poi incontrato è stata la mia cliente e gli agenti hanno arrestato entrambe…”.
Fermo rimanendo il permanere di qualche dubbio sulla vicenda pare invece che la sedicente costumista avesse indicato agli agenti che la droga era destinata proprio alla modella e non certo al reale committente. Da qui l’arresto e la detenzione.
Dopo la galera la donna è stata liberata rimanendo indagata per spaccio internazionale di stupefacenti, fino al 16 dicembre scorso quando il giudice per le indagini preliminari avrebbe deciso di archiviare l’inchiesta, su richiesta della stessa Procura capitolina, evidenziando l’infondatezza della notizia di reato:
”…Mi ha tenuto a galla il non essermi persa d’animo – ha detto Greta ai giornalisti – aver mantenuto il sangue freddo e aver sempre creduto di venirne fuori. Ho smesso di fare la modella per il trauma. Associo l’aereo alla paura di essere arrestata e fatico a fidarmi. Sono tornata in Ungheria e seguo la mia passione per la pittura. Magari è questa la mia strada…”.
Il fatto di rilevanza penale sembra chiarito, nonostante i dubbi di cui parlavamo prima, ma non gli aspetti economici per il risarcimento del danno:
”…Adesso la questione è solo risarcitoria – aggiunge l’avvocato Massimiliano Scaringella – il problema, quando capitano queste vicende, è il trauma che ne deriva. La carriera non è più decollata perché Gila ora ha paura di viaggiare. Timore causato dalla situazione che ha vissuto. Aveva sempre viaggiato senza problemi per fare la modella ma ora è una ragazza che vive nel terrore che si possa creare nuovamente un equivoco di questo genere. Non potrà più fare questo lavoro e per lei è un trauma notevole. Gila ha rinunciato ad una carriera brillante e ora fa la pittrice. E’ stata una sua scelta. Non se la sente più di entrare in contatto con persone che non conosce bene…”.
Nel mondo della moda come quello del jet-set è facile incontrare persone che spacciano droga fra gli ignari ospiti di feste e riunioni. Il 22 febbraio prossimo i giudici della Quarta sezione della Corte d’Appello di Roma decideranno se accogliere o meno la richiesta di indennizzo. Ma ormai il danno è fatto.