Dall’altra parte dell’Europa le mafie di mezzo mondo si sono date appuntamento ed il Paese dei tulipani arranca contro la criminalità organizzata da cui non si sa difendere. Occorrono leggi adeguate e armi più incisive contro il dilagare di riciclaggio, armi e droga. Si spara anche ai giornalisti che denunciano il fenomeno deviante in ascesa.
Olanda, altro che terra di tulipani e biciclette. Piuttosto terra di “maffia”, di narcotrafficanti e criminali. Le operazioni internazionali di polizia si contano a decine e chi si oppone ai boss rischia di essere ucciso. Anche l’informazione è nel mirino delle bande armate e non si esita a sparare sui giornalisti.
Ne sa qualcosa il giornalista investigativo Peter R. De Vries che lo scorso 6 luglio ha rischiato di morire ammazzato per i suoi servizi sulla “MocroMaffia“, una combinazione tra “Mocro”, in slang dispregiativo olandese indica la minoranza marocchina nei Paesi Bassi e “Maffia”, con due “f” ovvero criminalità organizzata nordafricana di nuova generazione che opera tra i Paesi Bassi, Marocco, Suriname e le Antille.
Nel mirino dei criminali Nabil B., testimone chiave in un processo contro due boss della MocroMaffia, il cui avvocato Derk Wiersum era stato precedentemente ucciso nel settembre 2019.
In Olanda dunque si muore per mafia, come nell’Italia degli anni 80. Dopo gli omicidi è seguito il solito disappunto politico, articoli sui giornali, grandi servizi in tv poi il silenzio, inquietante, è sceso sulla tragica vicenda come su altre. In Olanda non c’è pace nemmeno per gli italiani. Nell’ottobre del 2017 Saverio Tucci 44 anni, scampato alla morte nell’agosto di cinque anni prima a Manfredonia veniva ucciso a colpi di pistola ad Amsterdam dove pensava di essere al sicuro.
In Olanda oltre alla MocroMaffia sono presenti clan mafiosi siciliani, calabresi, campani e pugliesi ma non mancano organizzazioni criminali albanesi, nigeriani e cinesi. Amsterdam e Rotterdam rappresentano due centri nevralgici per numerosi traffici illeciti ma il Governo dell’Aia non ha i mezzi, né le leggi, per contrastare efficacemente l’avanzata delle mafie che ormai agiscono praticamente indisturbate. Con grave danno per la società e l’economia nazionale.
La classe dirigente olandese, dopo l’ennesimo crimine eclatante, deve prendere posizione e decidere se modificare le normative antimafia o continuare a ignorare un fenomeno che ormai è sotto gli occhi di tutti, specie per quanto attiene il riciclaggio e la droga.
Le autorità istituzionali olandesi potrebbero adottare modelli normativi simili alle leggi antimafia italiane che, a livello internazionale, sono certamente le migliori o, per lo meno, quelle che permettono di contrastare in maniera più adeguata il dilagare delle criminalità organizzata che rischia di “monopolizzare” i settori economici più produttivi del Paese europeo.
AGGIORNAMENTO del 15 Luglio 2021 – H. 14:
Il giornalista investigativo olandese Peter R. de Vries è morto nella mattinata di oggi per le gravissime ferite riportate in seguito all’agguato subito in strada lo scorso 6 luglio nelle vie di Amsterdam. Ne hanno dato notizia i familiari con un comunicato stampa.