Il governo spinge contro mafia ed altri reati

Metodo mafioso e finalità di terrorismo e/o eversione saranno perseguibili con procedibilità d’ufficio dunque chiunque si senta minacciato dalla criminalità organizzata deve rivolgersi alle forze dell’Ordine. Non solo di Mafia ma anche di Massoneria e non solo si occuperà la Bicamerale “ad hoc”. Vedremo il cavallo in corsa.

Roma – La risposta del governo Meloni all’arresto del pericoloso latitante Matteo Messina Denaro non si è fatta attendere. E non poteva tanto da chiedere probabilmente alle Camere di approvare, con procedura d’urgenza, il testo presentato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che prevede la procedibilità d’ufficio per tutti i reati per i quali sia contestata l’aggravante del “metodo mafioso o della finalità di terrorismo o di eversione”. Inoltre la procedibilità d’ufficio è prevista anche per il reato di lesione personale, quando è attuato da persona sottoposta ad una misura di prevenzione personale, fino ai tre anni successivi al termine della misura stessa.

La risposta di Giorgia Meloni alla cattura di Messina Denaro

Infine si stabilisce che l’arresto in flagranza previsto come obbligatorio debba essere eseguito anche in mancanza della querela, quando la persona offesa non è presente o prontamente rintracciabile. In tali casi, gli ufficiali o gli agenti di polizia giudiziaria dovranno effettuare tempestivamente ogni utile ricerca della persona offesa e, ove la querela non fosse presentata nel termine di quarantotto ore dall’arresto o la persona offesa decidesse di rinunciarvi, l’arrestato sarà rimesso immediatamente in libertà. Vedremo come andrà a finire tale proposta.

Nello stesso tempo si tratta per la Presidenza della Commissione Antimafia, cercando di accelerare sulla sua costituzione. Le prime divisioni si sono manifestate tra le opposizioni, le quali hanno presentato tre proposte divergenti. Infatti, il testo, con la prima firma di Cafiero De Raho, dei 5 Stelle, è passato per una manciata di voti in commissione Affari costituzionali con l’astensione della maggioranza ed anche del Terzo Polo, che non ha votato insieme a Pd e M5s.

Il provvedimento è atteso, comunque, in aula il 27 gennaio. Nessun accordo è stato possibile raggiungere per arrivare, almeno tra le opposizioni, a un testo unificato. Uno dei motivi di tensione è stato sui componenti della commissione. Il testo del M5s prevede infatti di mantenere lo stesso numero di membri della passata legislatura, ovvero 50 componenti.

Alla luce del taglio numerico dei parlamentari, il Terzo Polo chiedeva di abbassare i membri ad una trentina, ma il M5s ha preteso 50 membri come prima della riforma parlamentare da loro fortemente voluta. Il Pd che era sulla stessa lunghezza d’onda di Calenda e Renzi ha votato, invece, per mantenere inalterato il numero dei componenti. L’unica ragione forse è che, sia i dem che i contiani, hanno bisogno di posti per accontentare parlamentari “senza fissa dimora”. Il passo indietro del Pd ha creato molta tensione prima di giungere per un soffio all’accoglimento del testo. In ogni caso, recependo le proposte del M5s, si è consentito che si arrivasse oggi all’adozione del testo base e che si accelerassero i tempi per l’istituzione dell’Antimafia.

Tra le novità introdotte con il provvedimento adottato c’è la possibilità di occuparsi non solo di mafia, ma anche di massoneria. La Bicamerale si potrà peraltro anche occupare delle minacce che arrivano al mondo dell’informazione non solo da parte della mafia, ma anche da parte di associazioni collegate più o meno occulte. In più si allarga il campo d’azione della commissione, che avrà competenze oltre sulla criminalità organizzata anche sulle agromafie, il caporalato e la gestione dei Fondi Ue. L’ufficio di presidenza, poi, si intende rinnovato dopo il primo biennio e i componenti possono essere riconfermati.

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