Il commerciante napoletano è scomparso da più di due settimane e nonostante le ricerche a vasto raggio nessuna traccia dell’uomo. Le figlie lanciano un appello rivolto ad amici e conoscenti del padre: “…Se c’è qualcuno che sa che cosa può essere accaduto non esiti a contattarci…”.
Pavia – Si fa sempre più fitto il mistero sulla scomparsa di Luigi Criscuolo, 60 anni, detto Gigi Bici o Gigi il Napoletano, commerciante di biciclette in pensione, sparito come un fantasma lo scorso 8 novembre dalla sua abitazione di Pavia.
Dietro la sua irreperibilità potrebbe esserci la disperazione per non aver pagato un debito fiscale di circa un milione e mezzo di euro all’Agenzia delle Entrate ma al momento questa rimane soltanto una supposizione. Intorno alle 9 del mattino dello scorso 8 novembre l’uomo, di origini partenopee e molto conosciuto in città per via dei suoi due negozi di biciclette, uno in corso Garibaldi e l’altro in viale Ferrini, aperti sino a qualche mese addietro, sarebbe salito a bordo della sua auto, una Wolkswagen Polo di colore bianco, senza più dare notizie di sé.
I suoi familiari non vedendolo rientrare per il pranzo e con il cellulare costantemente spento, si preoccupavano non poco e davano l’allarme ai carabinieri. L’autovettura di Gigi veniva ritrovata in serata in un boschetto vicino al fiume Olona, a qualche centinaio di metri dalla periferia di Calignano, frazione del Comune di Cura Carpignano, ad una decina di chilometri da Pavia.
L’uomo, alto 1.80, di corporatura robusta, occhi castani e capelli brizzolati, indossava un piumino verde con cappuccio, maglia blu con scritta Gas a mezze maniche, jeans blu, scarpe da ginnastica colorate, e camminava con l’ausilio di due stampelle, per via di un intervento chirurgico al ginocchio destro, una delle quali sarebbe stata ritrovata all’interno dell’auto mentre l’altra veniva rinvenuta nel bagagliaio.
Il mezzo, che si presentava con le portiere aperte, aveva il cristallo laterale e lo specchietto retrovisore esterno, lato passeggero, entrambi distrutti ma le chiavi erano inserite nel bussolotto d’accensione. All’interno dell’auto i militari ritrovavano tracce di sangue sui sedili dunque l’ipotesi di un’aggressione finita male sarebbe quella più verosimile.
La famiglia pare sapesse delle difficoltà economiche del commerciante ma Gigi non si sarebbe rivolto a nessuno per chiedere denaro in prestito, men che meno ad un usuraio, come riferiscono i congiunti:”…Appena mi rimetto, torno in pista – pare ripetesse Gigi Bici – fra poco tornerò al lavoro…”. L’intervento all’arto inferiore, infatti, non gli consentiva di deambulare senza sostegni e la cosa sembra lo rendesse nervoso:
”…Lui sapeva a che cosa stava andando incontro – ha detto Stefania Criscuolo, una delle due figlie – e purtroppo non ci ha detto nulla. Adesso non credo più possa tornare, qualcuno deve averlo fatto sparire…”.
Una frase inquietante che forse nasconde la paura di fare la stessa fine? Due telecamere stradali avrebbero ripreso la Wolkswagen Polo che procedeva ad andatura regolare da Pavia verso Cura Carpignano in momenti diversi (alle 9,37 e alle 9,39 poi un buco di un’ora e 5 minuti prima di ricomparire alle 10,44) ma alla guida della Polo non ci sarebbe stato Gigi:
”…Mio padre – ha aggiunto Stefania – indossava una maglietta blu, quella che indossa l’autista è rossa ma il viso non si vede…”. Dall’ultimo passaggio sotto le telecamere a quando viene inquadrata di nuovo la Polo bianca (che pare proseguisse in senso di marcia opposto già con un vetro rotto) di Gigi Bici passa più di un’ora e in quel lasso di tempo potrebbe essere avvenuta la presunta aggressione da parte di persone che potevano avercela con il commerciante.
Oppure che cosa avrebbe fatto Gigi, e ammesso che fosse lui a guidare la sua auto, durante quell’intervallo di tempo? Pare che i cani molecolari abbiano fiutato una traccia nei pressi di un’abitazione abbandonata al centro della frazione di Calignano. Una vicina avrebbe riferito che la porta d’ingresso era stata sempre chiusa ma gli inquirenti l’avrebbero ritrovata aperta. Altre tracce avrebbero portato i cani in un vicino parcheggio:
”… Non posso andare avanti così – ha detto la figlia Katia Criscuolo – non ce la faccio. Voglio sapere che cosa è capitato a mio padre. L’ho sentito il sabato prima della scomparsa perché non stavo bene e mi ha raccomandato di curarmi. Poi basta…Se qualcuno sa qualcosa ci chiami, siamo sempre vicini al telefono. Abbiamo il diritto di conoscere il destino di nostro padre e chiediamo l’aiuto di tutti...”.