Chi era amico del sindaco e offriva il consenso elettorale non aveva nulla da temere, per i nemici controlli a raffica tramite l'utilizzo spregiudicato della polizia locale.
Favignana – C’è anche il sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto tra gli undici arrestati dalla Guardia di Finanza al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dai Pubblici Ministeri Rossana Penna e Matteo Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Otto arresti e 3 misure interdittive sono il risultato dell’operazione “Aegades” che vede complessivamente 24 persone indagate per i reati, a vario titolo, di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.
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Tra gli arrestati anche l’ex vice sindaco Vincenzo Bevilacqua, il Comandante della Polizia Locale, Filippo Oliveri, nonché di una dipendente di una compagnia di navigazione con sede in Napoli. Divieto di dimora, invece per l’assessore Giovanni Sammartano. Le indagini sono state compiute dalla Tenenza di Favignana che, nel settembre 2017, era stata delegata dalla Procura della Repubblica di Trapani ad approfondire il contenuto di uno scritto anonimo in cui veniva segnalata una non trasparente gestione del Comune di Favignana nonché diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal Sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici di quell’ente. Le investigazioni, dopo aver dato preliminare conferma di alcune delle ipotesi di reato prospettate nella delazione anonima, sono state successivamente effettuate con l’ausilio di prolungate intercettazioni telefoniche ed ambientali, le quali hanno consentito di scoprire un più ampio scenario di generale e diffusa illegalità nel funzionamento dell’apparato amministrativo dell’ente comunale, facendo emergere la sistematica e piuttosto disinvolta commissione di molteplici illeciti con particolare riguardo alla gestione delle risorse e degli approvvigionamenti idrici, agli affidamenti di lavori e servizi pubblici afferenti all’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, alle attività ispettive di competenza della locale Polizia Municipale ed alle trattazioni di pertinenza del settore finanziario e dell’ufficio tecnico.
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C’era anche un accordo tra il sindaco, il suo vice e l’assessore con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia. Al riguardo è emerso dalle indagini un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al competente Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento Acqua e Rifiuti – un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato in 2 milioni di euro. In cambio gli amministratori venivano ringraziati con l’assunzione dei parenti.
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Le indagini hanno inoltre rivelato la commissione ad opera del primo cittadino, soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative svoltesi nel mese di giugno 2018, di svariati abusi ed illeciti, con la collaborazione del compiacente comandante della locale Polizia Municipale. Infatti, da un lato, è stato intenzionalmente omesso di espletare i dovuti controlli di competenza della P.M nei confronti di taluni cittadini e di titolari di attività commerciali che appoggiavano la candidatura del sindaco, mentre d’altro lato sono stati concertati ed effettuati mirati controlli nei confronti di quanti erano ritenuti avversari politici del Sindaco. In tale ambito le indagini hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra il Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, riscontrato in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio. Queste e tante altre ancora le attività illecite riscontrate dagli uomini delle Fiamme gialle che hanno così fatto scattare il blitz. Il sindaco di Favignana si trova adesso ai domiciliari. ( Per vedere il video dell’operazione clicca qui)
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