Il sacerdote induista aveva parlato di guerra in Europa a seguito di una visione della dea Kalì. Il religioso tiene a precisare che quanto accaduto è stato una vera e propria eccezione perché quasi mai Shankar Kulanath sente comunicazioni da parte delle divinità che riguardano il futuro. Comunque stiano le cose quanto previsto nel 2020, in pieno lock down, si è poi purtroppo avverato.
Catania – Il conflitto Russo-Ucraino, che ha radici profonde, continua senza sosta mentre il mondo intero guarda alla guerra con grande preoccupazione. L’Europa, che ha le proprie responsabilità in questa gigantesca crisi venutasi a creare a seguito di quella provocata dalla pandemia, risente già negativamente dei tragici accadimenti che hanno fatto schizzare verso l’alto i prezzi di carburanti, energia e generi di prima necessità.
Una crisi dunque annunciata da più parti e prevista anche dai veggenti storici e da chi, con qualche segno premonitore, ha sentito in anticipo il tetro rombo delle armi. Fra questi il sacerdote induista Shankar Kulanath, al secolo Marco Scarinci, 34 anni, catanese, sposato, che officia le funzioni religiose presso il tempio Sri Lakshmi-Narayana di Catania, una delle comunità hindu più numerose d’Europa.
Nel 2020 il sacerdote, maestro di Tantra, aveva previsto una guerra in Europa subito dopo la crisi pandemica. Un conflitto armato che non avrebbe riguardato direttamente l’Italia ma che al nostro Paese avrebbe provocato gravi ripercussioni economiche. Così è stato:
”…Questa predizione oltre ad averla scritta su Facebook l’ho detta a voce a diverse persone – racconta Scarinci – ovviamente non ho il potere di predire il futuro. La predizione mi venne fatta in visione dalla Dea Kali e ne ebbi diversi segni. Quanto accaduto per me è stata una eccezione, nel senso che quasi mai sento comunicazioni dalle Divinità che riguardino il futuro. La mia opinione è che il futuro in realtà non si possa prevedere veramente in modo certo. La ragione è che esso non è ancora avvenuto, quindi può sempre cambiare…”.
“…Esistono tanti futuri possibili – continua Scarinci – alcuni più probabili di altri. Dal mio punto di vista le Divinità conoscono tutti i futuri possibili e le loro probabilità di realizzazione, quindi si sbilanciano nel prevedere qualcosa solo se è molto probabile che quel particolare futuro si realizzi. Ma in ogni caso credo sia una cosa che venga fatta con molta cautela, perché ritengo che qualunque predizione sul futuro possa interferire nella realizzazione dello stesso e quindi contribuire a cambiarlo. Faccio però notare che non sono una persona che pretende di avere chissà quali poteri, come certi sciamani che fingono di conoscere il futuro ma di non poterlo dire agli altri direttamente. Credo che sia meglio essere umili e spontanei, senza fare i finti Superman…”.
E che Marco Scarinci o, meglio, Shankar Kulanath sia una persona seria non ci sono dubbi. A suo tempo se n’era accorto anche il collega Salvo Sottile che aveva invitato il sacerdote induista alla sua trasmissione “Prima dell’Alba“, andata in onda su Rai 3. Predizione o meno la guerra è scoppiata e ci aspetta un futuro incerto. Possiamo azzardare qualche altra ipotesi senza peccare di presunzione o di fare la parte dei profeti farlocchi?
”…Ci troviamo all’inizio di una nuova epoca – aggiunge Scarinci – siamo all’interno di ciò che l’Induismo definisce Kali Yuga, ma è iniziato un ciclo diverso all’interno della stessa Era. Questo implica ovviamente dei cambiamenti radicali e quindi numerosi sconvolgimenti. Non è detto però che la persona comune se ne renda conto. I cambiamenti di epoca sono sempre lenti e si possono riconoscere solo a posteriori. Ad esempio chi è vissuto durante la caduta dell’Impero Romano non si sarà reso conto di essere vissuto a cavallo tra due cicli storici. Ritengo che l’umanità si trovi in una situazione del genere in cui il mondo che vivranno i nostri nipoti sarà molto diverso dal nostro…”.
Se prevarranno i principi di buon senso e di pace fra i popoli gli sforzi diplomatici avranno la meglio. In caso contrario sarà la bramosia di potere a farla da padrona. E potrebbe essere l’inizio della fine:
”…Pace in sanscrito si dice Shanti – conclude il sacerdote – alla fine di ogni rito induista si recita il mantra “Om Shanti Shanti Shanti”, un’invocazione alla Pace intesa sia come pace tra noi e gli Dei, che come pace tra gli uomini. Preghiamo Shiva che è la divinità più legata a questo sentimento che dovrà prevalere…”.