Una compagnia italiana con sede in Bulgaria che prima inaugura con pifferi e tamburi una tratta aerea e poi la cancella in sordina quanto meno ha illuso centinaia di passeggeri che potevano usufruire del servizio.
Comiso – Una tratta che appare e scompare in meno di un mese come se nulla fosse. Sono i misteri della compagnia aerea TayaranJet, di proprietà italiana, ma con residenza fiscale in Bulgaria, che da ieri non vola più da e per Comiso nonostante solo il 23 giugno scorso sia avvenuto il lancio, tra l’altro in pompa magna all’interno degli uffici della Sac a Catania, delle rotte che collegano gli aeroporti di Comiso, Catania e Palermo allo scalo di Bologna.
La cancellazione della tratta ragusana è stata maturata praticamente in una decina di giorni. È antieconomico – hanno spiegato dalla compagnia – tra l’imbarazzo dei vertici Soaco e la rabbia del sindaco di Comiso:
“…Dopo appena un mese dall’attivazione della tratta Comiso-Bologna – ha commentato il sindaco Maria Rita Schembari – la compagnia aerea TayaranJet, senza alcuna comunicazione ufficiale ha di fatto sospeso, a partire dal 1 settembre, i voli dall’aeroporto di Comiso. Sembrerebbe che, a dire dei vertici della compagnia, il mantenimento di detta rotta risulterebbe non produttivo e quindi antieconomico. Dette valutazioni, appaiono alquanto intempestive atteso che risultano effettuate in un lasso di tempo che, oltre ad essere estremamente esiguo, è caratterizzato dalle problematiche di carattere internazionale legate all’emergenza epidemiologica da Covid-19, nonché dalla naturale diminuzione dei flussi dei viaggiatori in questo periodo dell’anno in considerazione del fatto che il bacino di utenza della tratta in questione è costituito principalmente dagli studenti universitari che da tutto il sud-est siciliano frequentano le università dell’Emilia-Romagna e delle Regioni limitrofe…”.
Possibile che dagli uffici della compagnia non abbiano fatto le dovute valutazioni prima di scegliere l’aeroporto ragusano? C’è forse dell’altro alla base di questa decisione? Da un po’ di mesi TayaranJet è nell’occhio del ciclone a causa di una serie di vertenze avanzate dai dipendenti che non vengono pagati. “…Ho iniziato la mia esperienza in TayaranJet nell’agosto 2019 – ha raccontato il pilota Manuel Brioni – a ottobre/novembre non ho ricevuto le prime diarie e si sono registrati enormi ritardi negli stipendi, così ho deciso di licenziarmi…”.
Manuel, come tanti altri suoi colleghi, ha avviato un’azione legale contro la compagnia ma, per un motivo o per un altro, le udienze presso il Tribunale bulgaro verrebbero sempre rinviate. Evidentemente anche lì la giustizia viaggerebbe a scartamento ridotto e non certo in aeroplano. C’è stato anche un tentativo di accordo ma, sempre secondo quanto raccontato dal pilota, non è mai stato rispettato.
Al pilota Brioni, così come a diversi altri colleghi, non sarebbero stati pagati nemmeno i contributi previdenziali ed è anche per questo motivo che gli ex dipendenti hanno chiesto all’Enac se la compagnia TayaranJet abbia o meno i requisiti per partecipare al bando di gara per la continuità territoriale che dovrebbe partire dal 1 novembre 2020.
Tale bando prevede la partecipazione di vettori chiamati a garantire i collegamenti tra Comiso e gli scali di Roma (Fiumicino) e Milano (Malpensa, Linate o Bergamo Orio al Serio) per tre anni a tariffe calmierate per i residenti in Sicilia (al massimo 38 euro per tratta con Fiumicino e 50 euro su uno dei tre scali milanesi, escluso Iva e tasse aeroportuali). TayanJet ha partecipato al bando, che è in via di definizione, insieme ad Alitalia.
La presenza a Comiso serviva forse per fare curriculum? Questo è solo uno dei tanti interrogativi sulla vicenda della compagnia “bulgara” della quale continueremo certamente a parlare. Altro non fosse per pubblicizzare una nostra compagnia di bandiera.
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