Che ruolo ha avuto la Chiesa nell’omicidio di Nada Cella?

Le testimoni oculari che assieme all’anonima interlocutrice telefonica avrebbero saputo molti particolari non riferiti della tragedia erano suore o donne delle pulizie? Perché un sacerdote avrebbe fatto pressioni affinché si scegliesse il silenzio sulla terribile vicenda? Forse per proteggere Anna Lucia Cecere e una struttura assistenziale molto vicina alla Chiesa? Le indagini proseguono a ritmo serrato.

Chiavari – Il caso giudiziario destinato alla polvere degli archivi ma tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache e che riguarda la morte di Nada Cella potrebbe essere vicino alla svolta finale. Due le piste investigative che daranno risultati concreti: l’identificazione della superteste che avrebbe svelato una presunta responsabilità di Anna Lucia Cecere, indagata attualmente per omicidio volontario, e la conoscenza dei dettagli del delitto da parte di un prete che li avrebbe ricevuti nel segreto della confessione o forse durante il corso di una chiacchierata confidenziale.

Via Marsala .14 dove si trovava lo studio di commercialista di Marco Soracco

La squadra Mobile di Genova, coordinata dal sostituto procuratore Gabriella Dotto, titolare del nuovo fascicolo in cui si procede per omicidio volontario contro l’ex insegnante, sta vagliando la posizione di una decina di sacerdoti che avrebbero potuto ricevere notizia dell’avvenuta morte violenta della giovane segretaria dello studio di commercialista il cui titolare era Marco Soracco.

Uno di questi sacerdoti avrebbe iniziato a rivelare alcuni particolari dell’omicidio considerati dagli inquirenti molto importanti. E’ ovvio che chiunque sapesse del delitto ed è rimasto con la bocca cucita ha comunque commesso un reato e, in buona sostanza, avrebbe retto il gioco alla Cecere che troppo presto sarebbe uscita di scena.

Ma i sospetti degli investigatori potrebbero riguardare anche una presunta talpa che potrebbe aver rivelato informazioni proprio all’odierna indagata che voleva a tutti i costi una relazione sentimentale con Marco Soracco il quale pare si fosse invaghito proprio della sua segretaria. Il movente dell’omicidio, infatti, sarebbe proprio la gelosia.

Nada Cella

Anna Lucia avrebbe pensato bene di mettere su famiglia con il commercialista facendo affidamento sulla sua bellezza e seduzione che le avrebbero permesso di fare breccia nei sentimenti del professionista, oggi indagato a sua volta per false attestazioni al Pm assieme alla madre Marisa Bacchioni di 89 anni. La Cecere dunque avrebbe voluto prendere il posto di Nada Cella in tutti i sensi, in ufficio e nel cuore di Soracco che, però, non aveva occhi che per la sua segretaria dalla quale non sarebbe stato corrisposto.

Un prete sta collaborando con gli inquirenti

Madre e figlio, subito dopo la tragedia, avrebbero sviato qualsiasi pista che potesse portare alla Cecere, forse a conoscenza di una sua eventuale responsabilità nel delitto. Dunque a Chiavari e dintorni in molti avrebbero saputo dell’omicidio di Nada Cella, perché a suo tempo non ne rivelarono i particolari alla polizia? Se oggi gli uomini della Mobile stanno riascoltando vecchie intercettazioni e rispolverando faldoni e reperti è davvero plausibile l’ipotesi di una spia. Se così fosse chi potrebbe essere? Un amico dell’ex insegnante che la informava sulle indagini in corso?

Il giorno prima della perquisizione in casa Cecere, l’ex maestrina aveva incominciato a cercarsi un avvocato chiedendo ad amici e colleghi se conoscessero bravi penalisti. Alcune settimane prima Anna Lucia Cecere si era presentata in caserma dai carabinieri con in braccio suo figlio:

”…Se non smentite il mio coinvolgimento – disse urlando la donna ai militari che tentavano di rabbonirla –  prendo il mio bambino e mi ammazzo…” Successivamente la donna aveva telefonato più volte a Soracco gridandogli tutta  la sua rabbia:”…Guarda che tu non mi piaci – aggiungeva a gran voce la donna – mi fai schifo…”.

Marco Soracco all’epoca dei fatti

C’é da dire però che l’indagata, all’epoca dei fatti, aveva riferito ai militari che il giorno dell’omicidio non si trovava a Chiavari ma a Sestri Levante dove avrebbe fatto le pulizie all’interno degli uffici di una ditta. Se cosi fosse, e la Squadra Mobile pare stia verificando tutti i particolari, la nuova inchiesta potrebbe prendere altre direzioni.

Suore o donne delle pulizie le altre quattro persone che avrebbero saputo della tragedia e avrebbero scelto il silenzio?

Ma dando per scontato che la donna fosse in qualche modo coinvolta nella tragedia, perché si sarebbe comportata in quella strana maniera con i carabinieri? Si stava forse confezionando un alibi? Sapeva che la telefonata con Soracco sarebbe stata intercettata dai militari? In attesa degli esami del Dna sulle tracce biologiche rilevate nel sottosella dello scooter appartenente alla Cecere, i poliziotti continuano ad indagare sulla presunta supertestimone misteriosa che nel 1996 aveva telefonato prima a Marco Soracco e poi all’avvocato Gianluigi Cella (nessuna relazione con la vittima) insinuando pesanti sospetti su Anna Lucia Cecere quale responsabile della morte della segretaria.

Daniela Cella a Chi l’ha Visto

La donna, e le sue amiche che non avrebbero testimoniato all’epoca dei fatti, potevano essere suore, dipendenti di un consorzio di solidarietà sociale molto vicino alla chiesa oppure “signorine” come venivano chiamate le donne delle pulizie. Se l’indizio venisse accertato l’ipotesi che un prete avesse fatto pressioni per non fare uscire allo scoperto il nome della Cecere prenderebbe una congrua consistenza:

“…Sono venticinque anni che aspettiamo – dice Daniela Cella, sorella della vittima – sono certa che qualcuno sappia molto di più di ciò che ha detto sino ad ora, che si faccia avanti...”.

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