5g a Catania

CATANIA – IL 5 G LANGUE, POGLIESE SE NE FOTTE.

I nuovi sistemi di telefoni mobile spaventano le utenze e numerosi sindaci hanno preso le distanze dalle dichiarazioni dei gestori incaricando specialisti e consulenti di saperne di più sulla reale pericolosità di queste nuove tecnologie.

Catania –  I cittadini etnei si uniscono contro il 5G, raccogliendo 800 firme, per dire no all’installazione delle antenne. Nonostante l’azione effettuata dal comitato cittadino “Vulcania Ambiente”, il sindaco di Catania Salvo Pogliese fa orecchie da mercante. Una volta, negli anni ’80, i catanesi per il vecchio quartiere del “Pigno” lasciato in stato di abbandono e trascurato dall’amministrazione municipale, scrissero sui muri della città contro il sindaco dell’epoca, Salvatore Micale, in carica dal 27 ottobre 1969 al 21 gennaio 1972): “…Il Pigno muore e Micale se ne fotte…”. Questa volta il silenzio è, invece, assordante. Mentre il parallelismo calza a pennello.

Così, sulla questione 5G e inquinamento elettromagnetico a Catania, Pogliese e la sua Giunta sembrano nicchiare. Segno evidente di voler procedere verso un’accettazione tacita dei nuovi impianti, malgrado l’istanza approvata in Consiglio Comunale nel 2019 e la petizione con 800 firme appena raccolte.

Il sindaco di Catania Salvo Pogliese
Il sindaco di Catania Salvo Pogliese che pare non abbia orecchie per sentire i problemi del 5G.

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La presidente del comitato Vulcania, Angela Cerri, ha ricordato all’amministrazione comunale un paio di cosette di non poco conto:

“…Il 5 agosto dello scorso anno è stata votata ed approvata una mozione, proprio su richiesta e proposta dello stesso comitato cittadino Vulcania. Aveva per oggetto l’esame ed espressione di parere sull’applicazione del principio di precauzione, prevenzione e salute pubblica relativamente alle SRB (Stazione Radio Base), esposizione ai campi elettromagnetici e moratoria al 5G…”.

E’ passato quasi un anno e si continua ancora ad ignorare una questione reale che è sotto gli occhi di tutti e che induce a constatare il rifiuto del confronto da parte dell’ente locale:

…Con estrema costernazione vediamo che la Giunta del Comune di Catania sembra volersi avviare verso un totale sdoganamento del 5G sul territorio – conclude Cerri – incurante delle preoccupazioni espresse da molti cittadini, anche tramite una raccolta di 800 firme, numero questo raggiunto in venti giorni nonostante il particolare periodo di emergenza e difficoltà che stiamo attraversando…“. 

Angela Cerri, presidente del comitato cittadino Vulcania.

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I  medici e gli scienziati stanno portando avanti una richiesta di moratoria, data l’attuale carenza o mancanza di studi scientifici riguardo le nuove frequenze utilizzate. Infatti non si possono sottovalutare i metodi di trasmissione, potenzialmente più attivi, a livello biologico e la mancata valutazione della somma di emissioni cui le persone si troverebbero a essere obbligatoriamente sottoposte: “…Non si deve dubitare ma vigilare – continua Cerri – lo Stato ha dimostrato di muoversi in linea con i dettami tecnico scientifici. Allora perché prima dell’assegnazione delle frequenze 5G non è stato richiesto alcun parere sanitario all’Istituto Superiore di Sanità e all’Inail, come sarebbe stato d’obbligo? Ed ancora perché, a tutt’oggi, non è stata fatta alcuna valutazione preventiva dell’impatto della nuova tecnologia né dal punto di vista fisico, né da quello ambientale, né da quello sanitario?…”.

Lo Stato ha l’obbligo di rispondere ai timori dei cittadini specie se fondati come in questo caso. L’ignavia e l’arroganza hanno il “fiato corto”. Quali garanzie, continua a chiedere provocatoriamente Cerri, il sindaco Pogliese ha avuto dai ministeri competenti per affermare che non si deve dubitare sui possibili danni biologici. Bisogna partire da garanzie solide, scientifiche e concrete, per non ritrovarci poi a contare, purtroppo, i danni patiti.

I rischi alla salute potenzialmente prodotti dal 5g spaventano i cittadini catanesi
I rischi alla salute potenzialmente prodotti dal 5G spaventano i cittadini catanesi e quelli di tutta Italia.

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“…E’ ben nota la nostra contrarietà – afferma ancora la presidente del comitato Vulcania all’ipotesi del dispiegamento capillare sul territorio delle piccole antenne (small cells) necessarie per le frequenze più alte del 5G ma non basta: “…Che tutto ciò possa essere facilitato, in modo capillare, dalla possibilità di installarle su strutture pubbliche – spiega la presidente – di cui solo il Comune può disporre, ci sembra un eccesso di potere non da poco. Per questo motivo continuiamo a sostenere la mozione già presentata e approvata in Consiglio comunale affinché non vengano concesse le proprietà comunali per le installazioni…”.

Telefonini di nuova generazione per 5G.

Le generiche rassicurazioni di ICNIRP non possono occultare un dato di fatto messo in evidenza anche dall’ ANSES, agenzia governativa francese per la sicurezza sanitaria. Infatti per quanto riguarda le frequenze del 5G vi è una mancanza di studi per i 3.6 GHz e una carenza di studi per i 26 GHz, per quanto – come dice il dottor Agostino Di Ciaula, presidente del Comitato scientifico ISDEi risultati preliminari siano già preoccupanti. A questo proposito interviene ancora Angela Cerri ad invocare attenzione per il problema sollevato e per questi motivi afferma di reiterare al sindaco Pogliese, in quanto massima autorità sanitaria locale e responsabile della salute pubblica, di impegnarsi a ottenere ogni preventiva garanzia per accertare l’assenza di pericolo del sistema evitando in tale modo di mettere a rischio la popolazione e di sospendere ogni installazione di impianti 5G sino a che non ne venga dimostrata l’innocuità, così come è già stato fatto da quasi 650 Comuni italiani, tra cui 50 in Sicilia.

Il senatore Umberto Scapagnini, già sindaco di Catania, scomparso nel 2008.

Nel luglio del 2000 l’allora sindaco di Catania Umberto Scapagnini aveva avviato un sistema di controllo dell’elettromagnetismo generato dai telefonini denominato “Progetto Cassiopea” che prevedeva l’installazione in scuole, ospedali ed altri luoghi sensibili di rilevatori di Elettrosmog che per qualche tempo diede buoni risultati. Poi come tante altre cose il progetto, realizzato con Omnitel, finiva nella pattumiera e il vanto di un’idea azzeccata lo seguiva a ruota. Adesso Pogliese potrebbe avere un’occasione unica per dimostrare ai suoi concittadini quanto gli stiano a cuore i problemi della salute pubblica e non solo in campagna elettorale. 

Ci sono voluti decenni prima del riconoscimento della dannosità del tabacco, dell’insetticida DDT o dell’amianto, quanto bisognerà attendere prima che la popolazione subisca gli effetti negativi del 5G? Per capire la complessità del problema è sufficiente ricordare che la telefonia mobile, e le onde che generano telefonini e ripetitori, colpiscono le utenze ogni giorno. Se fanno male abbiamo il dovere di intervenire. 

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