Una mente disturbata da manie di persecuzione e alla mercé degli eventi sarà stata sopraffatta da stati di forte emozione conseguenziali agli accadimenti di quella giornata negativa. Un filo logico non c'è per farsi un'idea esatta della vicenda e del suo epilogo.
Caronia – Gli inquirenti stanno valutando un ventaglio di ipotesi sulla sorte del piccolo Gioele e sulla morte della madre Viviana Parisi. Quelle più accreditate in queste ultime ore riguardano l’omicidio del bambino per mano della madre a cui sarebbe seguito l’estremo gesto della donna oppure la morte del bambino a seguito dell’incidente con successivo suicidio della dj piemontese:”…Sono solo ipotesi – riferiscono gli investigatori – ma non escludiamo che il piccolo Gioele seduto sul seggiolino di protezione, magari allacciato male o non allacciato, possa avere battuto la testa in maniera letale. Ribadiamo, non c’è niente di certo, ma sono ipotesi di cui abbiamo parlato...”. Insomma sarebbe anche plausibile che la donna, avendo costatato la morte del figlioletto nell’incidente stradale, avrebbe perso la testa e con il bimbo in braccio sarebbe fuggita attraverso le campagne sino al traliccio dell’alta tensione da dove si sarebbe gettata una volta raggiunta la sommità. Anche in quest’ultima ipotesi i particolari che non quadrano sono diversi, ecco perché gli inquirenti non se la sentono di privilegiare una pista piuttosto che un’altra. Primo fra tutti: che ne avrebbe fatto del bambino?
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Ieri pomeriggio è stato ispezionato un pozzo e molti altri ne verranno controllati ma nulla di nulla è stato rilevato all’interno della cisterna e nei suoi paraggi. Viviana Parisi era comunque una persona con diversi problemi personali e anche i disturbi psicologici di cui soffriva sono indicativi di un soggetto duramente provato che potrebbe aver commesso qualsiasi azione che soltanto per lei poteva avere una logica. Pare ormai accantonata del tutto la prima ipotesi ovvero quella che la disk-jockey potesse aver lasciato il figlio a qualcuno per poi seguire il suo triste destino. Uscendo dall’autostrada in direzione di Sant’Agata di Militello Viviana potrebbe anche aver vagato per una ventina di minuti tentando di raccogliere le idee oppure in totale stato confusionale già preesistente rispetto alle condizioni psicologiche in cui si sarebbe trovata la donna dopo l’incidente stradale. Certo è che Viviana un programma di quella giornata, alla meno peggio, se l’era fatto sennò non avrebbe mentito al marito dicendogli di andare in un posto per poi sparire in un altro ben distante dal primo.
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Può darsi anche, però, che la donna sia stata sopraffatta dagli eventi ed abbia deciso tutto in corso d’opera, senza alcuna premeditazione che, stante i turbamenti della sua mente, sarebbe stata difficile da sostenere e porre in essere. E la dinamica dell’incidente? Ci dice qualcosa sulle condizioni psicologiche della donna prima dell’impatto? E’ stato un sinistro per mera disattenzione, frutto dunque di un attimo di buio cerebrale o di mente afflitta dalla disperazione per chissà quale altro motivo, oppure derivato da una manovra errata in stato di apparente lucidità? Anche lo studio dell’impatto potrebbe svelare altri particolari ma ormai è improbabile che tutta la vicenda si sia svolta seguendo il raziocinio. Forse sono stati gli eventi che avrebbero pilotato la mente di Viviana e non viceversa. E per forza di cose. L’epilogo seguirà alle stesse stranezze che si sono succedute dall’inizio di questa drammatica vicenda.
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