Per Mario Draghi ci sono due momenti diversi: il primo è quello del dare, il secondo quello del ricevere. Lo Stato, in queste settimane, spende e spande soldi a fondo perduto e per il sostegno dei lavoratori e imprese in difficoltà economiche per la pandemia. Ma il Fisco è già pronto per rimpinzare le proprie casse esauste.
Roma – Quando le casse dello Stato sono in rosso ecco che partono alla carica le strategie per racimolare quanti più soldi è possibile. Questo è l’obiettivo principale del nuovo programma finanziato dall’Unione Europea grazie all’aiuto dell’Agenzia delle Entrate.
Sono 900 milioni di euro messi a disposizione per il nuovo sistema che consentirà di effettuare controlli serrati e precisi basandosi sulle informazioni già in possesso dell’amministrazione Finanziaria. Si parla di circa 300 controlli al giorno dell’Agenzia delle Entrate, per i liberi professionisti ed a seguire per le altre 110.000 partite Iva. Una vera e propria lotta senza quartiere all’evasione. Forse più alla piccola che alla grande evasione.
Al setaccio stretto passeranno anche movimenti e transazioni sospetti di tutti i contribuenti, sulla base delle informazioni già in possesso o fornite ex novo all’Anagrafe tributaria.
In buona sostanza il Fisco non molla. Di contro non c’è proprio pace per i contribuenti, assillati dai limiti imposti dalla pandemia, dalla spaventosa crisi economica e sanitaria e, come se non bastasse, adesso anche dall’incubo dell’Agenzia delle Entrate, le cui tenaglie tenteranno di “incastrare” professionisti, piccole e medie imprese alla ricerca del più piccolo errore. Che pagheremo caro, come sempre.
Quasi 100mila accertamenti sono in dirittura di arrivo per contrastare i furbi e tentare di recuperare 14 miliardi di euro entro quest’anno. Miliardi che il Fisco ritiene siano stati nascosti dagli italiani intolleranti a tasse e balzelli.
Insomma la situazione odierna presenta criticità che raggiungono le stelle ma lo Stato si comporta come se nulla fosse accaduto. Come hanno fatto tutti anche questo governo metterà le mani in tasca ai cittadini, anche a quelli che non hanno ricevuto un euro di ristori. Ma nulla, nessuna pietà.
Soltanto indicazioni agli ispettori di non usare la mano pesante, ovvero “prudenza e gentilezza“, bastone e carota, alternanza di buone maniere e pugni nello stomaco, verrebbe da dire. Il Fisco, in ogni caso, intende operare una selezione mirata dei suoi obiettivi, puntando a settori e situazioni in cui si avverte una più facile tendenza all’evasione.
Prima di accedere presso le sedi di un’azienda o di professionista verrà effettuato un vero e proprio screening patrimoniale, onde eseguire un accesso mirato. Insomma un lavoro certosino che consiste nel passare al setaccio le 161 banche dati a cui ha accesso l’Agenzia delle Entrate con l’aiuto degli algoritmi, divenuti ormai uno strumento indispensabile di valutazione.
Per esempio ciò che pare attiri l’attenzione del Fisco sono gli “aiuti di piccola entità” erogati alle imprese durante l’emergenza Covid. Gli ispettori verificheranno, in specie, il possesso dei requisiti per accedere all’erogazione delle concessioni economiche a fondo perduto, che sono quelle più appetibili.
Probabilmente dal prossimo mese di ottobre il Fisco invierà migliaia di comunicazioni ai contribuenti del “regime de minimis”, affinché verifichino la correttezza dei dati dichiarati nel modello Redditi che riguarda gli aiuti di Stato.
Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate rilevasse qualche anomalia rispetto a quanto risulta dal Registro nazionale in mano al Ministero dello Sviluppo economico, gli accertamenti proseguiranno sino al loro esito. Tanto per essere chiari il Fisco non diminuirà l’invio delle lettere di “compliance”.
In pratica l’Agenzia invierà ad alcuni contribuenti scelti a campione altrettante “comunicazioni bonarie” con le quali l’amministrazione Finanziaria comunicherà al cittadino le irregolarità precedentemente rilevate. Il contribuente “marpione” verrà, pertanto, invitato a regolarizzare la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso, altrimenti riceverà un avviso di accertamento vero e proprio.
Già nel 2020, quando il virus aveva paralizzato anche le notifiche di accertamento, erano partite oltre 950 mila lettere di contestazioni. Entro la fine di quest’anno le comunicazioni dovrebbero arrivare a 650 mila. Saranno attenzionati tutti i movimenti di capitale da e verso i Paesi Esteri, con le relative transazioni.
La riforma del sistema fiscale e della equa distribuzione delle tasse con nuove aliquote più sopportabili rimarrà nel cassetto ancora per molto tempo.