Aria anno zero: al momento vince la puzza

Le polveri sottili la fanno da padrone e ogni anno, nonostante mille appelli, le condizioni dell’aria rimangono proibitive un po’ dappertutto. E non è certo solo Milano che preoccupa ma anche altre città italiane impestate da veleni e schifezze disperse nell’aria che respirano i cittadini. Il nuovo governo pare abbia particolarmente a cuore il problema. Si vedrà a breve.

Roma – L’aria malefica delle città italiane. Che l’inquinamento urbano delle città italiane abbia raggiunto livelli insostenibili e che sia una delle principali cause di morte lo si sa da decenni. Eppure non viene fatto nulla, o molto poco, visti i risultati. Sembrano tutti sordi alle grida di allarme che puntualmente si levano ogni anno. Il rapporto “Mal’aria di città 2022” del febbraio scorso, presentato da Legambiente (storica associazione ambientalista) rivela che su 102 città valutate, solo 5 hanno rispettato i parametri fissati per legge. I dati, riferiti all’anno scorso, hanno rivelato che a preoccupare è stato il livello delle polveri sottili.

Lo smog di Milano

Se si pensa che l’obiettivo di diminuire le concentrazioni a livello nazionale era del 61%, è stato un fallimento completo, poiché nessuna città analizzata ha raggiunto i valori consigliati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Nell’anno in corso non c’è da segnalare alcuna inversione di tendenza e con l’avvicinarsi dell’inverno, il timore si fa ancora più consistente. Il grido d’allarme è stato lanciato dal report “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero”, sempre a cura di Legambiente. Si tratta di un adeguamento del precedente rapporto, nel quadro della campagna “Clean Cities”, una coalizione europea di organizzazioni non governative (ONG), associazioni ambientalisti e movimenti di base della società civile, il cui unico scopo è una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030 e l’eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città.

E’ emerso, di nuovo, che nessuna delle città sotto osservazione sta rispettando i parametri decisi dall’OMS. Tra le città più inquinate d’Italia, troviamo Torino, Milano e Padova e tante altre città con valori di polveri sottili in doppia cifra. Se pensiamo che la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria si baserà sugli standard dell’OMS, siamo messi proprio male. Non rispettando gli standard, l’Italia sarà sottoposta a nuove procedure di infrazione, da aggiungersi alle precedenti anche in altri settori. Tanto siamo abituati ad essere ripresi e a pagare dazio, tanto a farne le spese è sempre il popolo bue! Ma mettere in atto strumenti efficaci contro l’inquinamento, oltre alle tasche che già piangono miseria, gli effetti riguardano anche la salute.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ci ha informati che nel 2019 quasi 50mila decessi prematuri sono stati dovuti alle polveri sottili, circa 11mila al biossido d’azoto e oltre 3mila all’ozono. Dati che dimostrano l’inefficacia delle contromisure adottate nella diminuzione dell’impatto sanitario. Oltre alla maggiore incidenza che ha avuto il covid nelle città inquinate dallo smog!

Sono tante e varie le malattie dovute ad esposizione a lungo termine allo smog. Tra cui: ictus; broncopneumopatia cronica ostruttiva; asma e infezioni delle basse vie respiratorie; tumori polmonari ai bronchi e alla trachea. Oltre a peggiorare altre patologia croniche. E’, quindi importante mettersi all’opera per attuare una politica ambientale che miri a ridurre le emissioni nelle città. Smog e cambiamento climatico sono due facce della stessa medaglia e le priorità per qualsiasi governo nazionale e locale. Da attuare subito, senza se e senza ma. E, soprattutto senza tentennamenti e ripensamenti. Abbiamo poco tempo a disposizione!

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