“Sono diecimila i bambini ucraini ospitati nelle scuole italiane e di questi oltre mille nelle scuole cattoliche”. Lo ha dichiarato il ministro Patrizio Bianchi intervenendo al webinar del 4 aprile promosso dall’UCIIM nazionale sul tema “Educare alla Pace per ripudiare la guerra”.
Roma – Il diritto all’istruzione è una delle risposte alla criminale invasione del territorio ucraino da parte dei militari russi. L’educazione alla pace si rende concreta e operativa nell’aiutare i ragazzi a formare una “cultura di pace” che non deve essere soltanto lo stop ai bombardamenti ma armonia, progresso, dialogo, collaborazione e solidarietà a tutto tondo.
Compito della scuola, oltre all’istruzione, è quello della formazione morale e spirituale della persona umana, ha detto il Ministro facendo riferimento allo Statuto dell’UCIIM, che è stata istituita appunto alla fine della Seconda guerra mondiale. Nell’ambito dell’educazione civica, la riflessione sull’art.2 della Costituzione impegna a dare voce e concretezza alla solidarietà umana, all’uguaglianza, ai principi di pari dignità dell’essere umano.
Dopo i saluti della presidente nazionale UCIIM, Rosalba Candela, sono intervenuti tre rappresentanti di comunità religiose: Silvia Guetta, dell’Unione Comunità Ebraiche di Firenze, Ernesto Diaco dell’Ufficio nazionale per l’Educazione della Conferenza Episcopale Italiana e l’Imam Yahya Pallavicini della Comunità religiosa musulmana. Con parole diverse considerano la pace un dono da custodire, difendere e coltivare.
Dagli interventi dei parlamentari: Valentina Aprea, FI; Lucia Azzolina. M5S; Paola Frassinetti, FDI; Paolo Pittoni, Lega; Roberto Rampi, PD, è emersa una convergenza condivisa per la ricerca e l’affermazione della pace e le variegate scelte politiche in risposta alla questione degli armamenti evidenzia le scelte ideologiche dei partiti.
La fedeltà all’art.11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra” impegna tutti a costruire una reale rete di solidarietà in difesa della Patria, come sacro dovere del cittadino, e come ha detto Lucrezia Stellacci, consulente giuridico UCIIM, è necessario conoscere e comprendere il diritto naturale e il diritto positivo che poggia sulle solide basi dei diversi trattati europei.
Anche l’educazione civica, introdotta da Aldo Moro come disciplina scolastica il 13 giugno 1958, si pone in continuità con i trattati che istituirono la Comunità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica firmati in Campidoglio il 25 marzo 1957. Gli atti del 36° convegno UCIIM a ridosso di quei giorni hanno dato poi origine all’educazione civica, ritornata a scuola come disciplina trasversale e spazio privilegiato di educazione alla pace.
Il giornalista Andrea Sarubbi, ha evidenziato come alcune leggi parlamentari siano dettate da particolari contingenze emotive che segnano il cammino della Storia, facendo perdere a volte il vero senso delle cose. La scuola, che ha il compito non di trasmettere il già pensato ma di insegnare a pensare, fonda l’educazione alla pace sulla conoscenza, che diventa comprensione e quindi azione concreta di rispetto, cultura di rete.
Le strategie educative e la variegata progettualità dell’educazione alla pace, adottando metodologie e tecniche specifiche, evidenziate da Caterina Spezzano, hanno avuto visibilità e concretezza nella presentazione di alcune esperienze didattiche progettuali realizzate dagli alunni dell’Istituto comprensivo 17 Montorio di Verona, dell’Istituto comprensivo “Città dei bambini” di Mentana, del Polo tecnico scientifico Brutium di Cosenza e del Liceo Galileo Galilei di Palermo.
Con la recitazione di brani e di poesie, l’esecuzione di canti, musiche e danze, gli studenti hanno celebrato la pace, interiorizzandone il concetto, il valore e lo spirito che muove e guida lo sviluppo del pensiero in un concreto senso civico che rende ogni studente un cittadino attivo e responsabile.